I giudici sventano l’ennesima intimidazione contro gli allevatori. Ora valutiamo azioni contro chi ha mentito

I Giudici sventano l’ennesimo tentativo di intimidazione contro il movimento degli allevatori ristabilendo la verità.
Ora diamo mandato agli avvocati del Soccorso Contadino per predisporre denunce per diffamazione contro chi ha mentito e valutiamo ulteriori iniziative legali

Si è tenuta stamattina , 5 aprile, come previsto, la Conferenza Stampa del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino cui, oltre Gianni Fabbris portavoce del Movimento, hanno partecipato gli Avvocati Cipriano Di Tella e Francesco Di Tella del Soccorso Contadino e difensori di undici fra i sedici imputati.

“Il Giudice di Santa Maria Capua Vetere, valutate le carte, i fatti e i documenti, prima ancora di iniziare il dibattimento, ha emesso la sentenza che pone fine ad una montatura orchestrata da ambienti politici vicini al Governo Regionale della Campania. La sua sentenza, chiara e senza fraintendimenti.” sostiene l’avvocato Cipriano Di Tella, riferendo le stesse parole usate dal giudice “Va messo in evidenza che l’attuale procedimento traeva origine dalla denuncia-querela sporta dal Sig. Lavagna Francesco, in qualità di sindaco del Comune di Mondragone, in ordine ad un blocco stradale che veniva messo in atto da allevatori bufalini, …. i quali avrebbero impedito la circolazione stradale, nonché avrebbero ostacolato la circolazione per raggiungere il Pronto Soccorso, … le normali sedi di lavoro, le scuole, i centri per effettuare le terapie oncologiche”.

Ora la verità è certficata dal giudice ed è parte del dispositivo della sentenza. Scrive il giudice: “..Invero, dalle notazioni di P.G., redatte per ogni singolo giorno di protesta, emergeva che sin dall’inizio della manifestazione veniva predisposto un sistema di viabilità alternativo per limitare i disagi alla cittadinanza, salvaguardando in tal modo il passaggio dei mezzi di primo soccorso e dei cittadini con casistiche paricolari; gli stessi operanti davano atto che trattavasi di una manifestazione pacifica senza alcuna criticità per l’ordine pubblico…”. In nome della “tenutià dell’offesa” dunque il giudice proscioglie tutti prima ancora del dibattimento

Osserva Fabbris: “Ma guarda! E dove erano la violenza? I comportamenti delinquenziali? Non c’erano. Nessuno ha impedito ai cittadini di muoversi o di andare in ospedale. Ed ora che la verita (lungamente raccontata dal Coordinamento) è stabilita da una sentenza di un tribunale come spiega il sindaco Lavagna la sua denuncia? Perché ha raccontato il falso?”

Aggiunge Fabbris: “Se il Sindaco di Mondragone dovrà spiegare e dare conto dei propri comportamenti, bisogna anche capire in quale contesto è avvenuta la sua denuncia contro gli allevatori e se quella azione non sia iscrivibile dentro un piano più articolato e con livelli diversi di complicità per intimidire gli allevatori e screditare il movimento”

Il Coordinamento ricorda che gli allevatori che chiedevano da mesi l’incontro con il Presidente della Regione presso la Prefettura, esasperati dalle continue prese in giro del Dott. De Luca che nella sua veste di Presidente Regionale avrebbe potuto (dovuto per dovere istituzionale) in mezz’ora tenere un incontro e ascoltare le loro ragioni ma che invece sceglieva provocatoriamente di vestire i panni dello sceriffo contro fantomatici camorristi, erano scesi spontaneamente in strada. Il Coordinamento, intervenuto per evitare che la irresponsabilità della Regione Campania portasse al degenerare della protesta, riusciva a contenerne le forme ed a canalizzarle verso modalità, ancora una volta, rispettose dei cittadini e orientata a chiedere al Governo Nazionale, un intervento che, in effetti, è arrivato con la convocazione di un tavolo di confronto tenuto al Ministero della Salute il 22 maggio.

Grazie al lavoro messo in campo in quei giorni dal Comitato, pur in un clima crescente di provocazioni da parte di ambienti a volte riconducibili direttamente al Presidente della Regione o altre volte anonimi e nell’ombra, mentre qualcuno soffiava sul fuoco , gli allevatori non sono caduti nella trappola che li avrebbe voluti violenti e dai comportamenti delinquenziali.

In quei giorni sui social fantomatici “cavalieri mascherati dall’improbabile nome di SBUFALE” provocavano in continuazione, le pagine facebook del movimento furono messe sotto attacco e oscurate (tutto oggetto di denuncia alla polizia postale da parte del Movimento), il Consigliere regionale Zannini aveva più volte invocato l’intervento repressivo contro i pericolosi allevatori rei di protestare addirittura contro il Presidente della Regione, fino ad invocare e annunciare la denuncia da parte del sindaco di Mondragone; denuncia puntualmente arrivata.”

Se questa è la realtà raccontata dal Sindaco con la sua denuncia querela, le cronache del tempo (da noi tutte documentate) raccontano le testimonianze di cittadini e nostre che documentano il contrario; apiuttosto, i nostri comunicati davano conto di espisodi inquietanti su cui adesso andrà fatta luce per capire, per esempio, come mai tutti i cittadini che venivano filtrati dai Carabinieri, dalla Finanza e dalla Polizia e si presentavano dagli allevatori venivano fatti passare (interi autobus di turisti e tantissimi studenti e lavoratori che non potevano fare i percorsi alternativi comunque predisposti) solo i vigili urbani di Mondragone ne impedivano il passaggio dicendo loro “Prendetevela con gli allevatori”. E come è possibile che, senza che gli allevatori ne sapessero niente, proprio dal presidio dei vigili di Mondragone partiva l’annuncio che un bambino malato oncologico sarebbe stato salvato e portato eroicamente in ospedale nonostante i cattivi allevatori che bloccavano le strade? Il Coordinamento ha tutto documentato e, dunque, sarà interessante accertare i fatti.

L’Avvocato Francesco Di Tella chiarisce il quadro in cui questi episodi sono accaduti: “Un quadro che da tempo sta vedendo crescere un clima di intimidazione e ritorsione nei confronti degli allevatori che hanno osato alzare la testa e protestare denunciando contro il disastro messo in campo dalla Regione Campania. Cosi è accaduto in questi ultimi mesi che diversi esponenti particolarmente esposti del Coordinamento sono stati oggetto di querele da parte di soggetti sottoposti a critica dagli allevatori. Contro Giuseppe Pagano e Adriano Noviello sono state intentate azioni legali e presentate querele puntualmente tutte rigettate dalla magistratura. Ma se questa è la parte che emerge, in realtà in maniera subdola e sommersa da mesi è in atto una massiccia azione ritorsiva contro le aziende allevatrici che fanno ricorsi o che si espongono nelle mobilitazioni. Puntualmente nei loro confronti si mettono in campo denunce ed elevate multe salate con le motivazioni a volte surreali ed evidentemente pretestuose come quelle di multe da migliaia di euro per piccole macchie di umidità nella stalla non ritinteggiate adeguatamente. Il risultato è quello di un clima di paura degno non dell’esercizio di funzioni istituzionali ma di ben altre culture ricattatorie che assumono un significato ancora più inquietante in ragione del fallimento sempre più evidente del piano (negli ultimi due mesi oltre venti nuovi focolai aperti soprattutto in aziende che hanno applicato alla lettera le inutili norme del piano fallimentare imposto a suon di azioni repressive”.


Conclude Fabbris: “Se il Sindaco di Mondragone ha raccontato una versione surreale smentita dalla sentenza dei giudici, come può spiegare il Consigliere Regionale Zannini l’azione continua in cui si è profuso in quei giorni con la richiesta di azioni di repressione contro i comportamenti delinquenziali degli allevatori chiedendo a gran voce la denuncia del sindaco fino ad anticiparla con un post sui social la sera prima? Denuncia poi regolarmente arrivata.

Era in buona fede o cercava solo di coprire gli interessi della Regione a impedire che si aprisse quel tavolo che (invece e con scorno di De Luca) poi si è aperto?

“Non ne sono sicuro e non posso dirlo” sostiene Fabbris “ ma siccome legittimamente ne ho il sospetto , a nome di Altragricoltura di cui sono dirigente e del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, do mandato agli avvocati del Soccorso Contadino del Casertano (Cipriano e Francesco Di Tella) di valutare la presentazione di una denuncia querela per diffamazione per tutelare l’onorabilità e gli interessi della mia organizzazione e degli allevatori. Perchè delle due l’una: o abbiamo impedito di andare al Pronto Soccorso , a scuola, al lavoro e finanche ad accedere alle cure oncologiche compiendo atti delinquenziali o, se questo non è vero, qualcuno ha mentito. Se poi avesse mentito in accordo con altri magari impegnati nelle istituzioni regionali per coprire gli interessi di una cordata arrivata a mettere in campo una orchestrata regia intimidatoria e diffamatoria, allora i cittadini hanno diritto di vederci chiaro”.

Vedi la conferenza stampa integrale

1 commento

    • Antonio De Simone il 6 Aprile 2024 alle 15:11
    • Rispondi

    Se il movimento allevatori non si fosse rafforzato e raccolto l’attimo fuggente della protesta agricola nazionale, con tutte le ragioni e vessassioni subite non vi sarebbe stata la giusta sentenza . Questa sentenza dice: “si deve continuare nella protesta affinché la verità ritorni all’ origine del diritto.”
    (BRAVI TUTTI)

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