Un anno fa si preparava il tradimento contro gli allevatori. Hanno fallito, la politica ne prenda atto.

VENERDI 24 FEBBRAIO 2023 ORE 19 – SALA DON MILANI DELLA NCO A CASAL DI PRINCIPE
ASSEMBLEA DEGLI ALLEVATORI PER TORNARE CON FORZA IN MOBILITAZIONE

Il Coordinamento Unitario ha convocato gli allevatori in Assemblea per tornare in mobilitazione. Quello che segue è il commento di Gianni Fabbris portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino.

Ieri mattina (22 febbario 2023) davanti alla sede della Regione Campania (ex CIAPI a San Nicola La Strada) stazionavano le forze di polizia con una inedita modalità, tanto ostentata che ha facilitato il diffondersi della voce dell’imminente arrivo del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, che, insieme all’Assessore Regionale Nicola Caputo, avrebbe tenuto un incontro per annunciare novità sulla vicenda della Brucellosi.

Niente di tutto questo, il Ministro non c’era (sarebbe stata davvero una modalità da blitz di cui il Ministro non avrebbe avuto e non ha alcun bisogno, soprattutto non ne ha nei confronti degli allevatori casertani in mobilitazione) e la voce che si è sparsa sembrava più costruita ad arte per motivare gli allevatori a partecipare e incuriosire (un pò come si fa per gli avanspettacoli di poco appeal che stentano ad avere pubblico). Sta di fatto che le forze di polizia c’erano ma erano li a vigilare che nessuno disturbasse l’incontro e per difendere i partecipanti (i servizi di polizia sanno bene come da quando il coordinamento unitario ha iniziato la vertenza non una iniziativa istituzionale è stata impedita, avranno saputo che ci devono essere in giro dei pericolosi terroristi forse russi, dell’ISIS o qualcosa del genere).

L’incontro in realtà c’è stato ma è stato solo l’ennesima “fuffa” tragicomica messa in scena per cercare di raccontare agli allevatori ed all’opinione pubblica che la “squadra della Regione” si sta occupando del problema e che “tutto è sotto controllo”.

Come in quei film che raccontano le gesta degli ultimi Giapponesi abbandonati su un isolotto deserto a “tenere la posizione” in nome dell’Impero del Sol Levante, i protagonisti hanno provato a raccontare allo sparuto e striminzito gruppo selezionato di allevatori (non sia mai che fossero stati presenti i cattivissimi del Coordinamento Salviamo le Bufale che mangiano a colazione pane e funzionari dell’IZSM) una storia tanto ridicola che persino nella sala selezionata si sono sollevate voci indignate e proteste.

Secondo questo copione il Dott. Limone è animato da ogni migliore intenzione tanto che ha scritto e proposto il migliore piano possibile e se le cose non funzionano (leggi:”se il Piano ha fallito”) non è per colpa sua, della TASK Force e della Regione ma (udite! udite!) è per colpa della Commissione Europea che dice e fa cose contradditorie.

E allora? Allora per superare i problemi occorre che gli allevatori collaborino con il Dott. Limone e la smettano di chiedere le sue dimissioni (come invece fanno qui cattivoni preconcetti del Coordinamento). Un copione ben preparato con un Generale dei Carabinieri in Pensione (senza poteri ma chiamato nella parte del paravento a guardia dello status quo) ha prestato la sua spalla interessata.

Allora il presidio delle forze di polizia (che era li non per il Ministro evidentemente ma per tutelare la sicurezza dei teatranti a cominciare dal protagonista principale Dott. Antonio Limone) assumeva un messaggio più chiaro: in un rovesciamento della realtà sconcertante quella presenza finiva con il far passare il maggior responsabile del fallimento (il Dott. Antonio Limone è responsabile dell’IZSM e coordinatore del Piano fallimentare che sta riportando la brucellosi in provincia di Caserta mentre distrugge un intero comparto economico e produttivo) come vittima minacciata e arischio sicurezza. Sarebbe interessante che qualcuno ci spieghi e dia conto delle voci di minacce di cui il Dott. Limone sarebbe destinatario (non posso pensare che le critiche democratiche, trasparenti, fondadatissime e legittime che da più parti si levano sull’operato suo e della Task Force nominata dalla Regione con la relativa richiesta di dimissioni, siano considerate minacce).

Nelle rappresentazioni da avanspettacolo, tipo “Libro Cuore” cui questo siparietto si ispira, di solito scatta la commozione della platea, gli applausi e qualche lacrimuccia, Niente di tutto questo. Anzi! Quando il Dott. Antonio Limone ha ammesso che è pur vero che egli è sempre “stato contro la vaccinazione ma, visto che c’è, questa va fatta e si può persino prevedere la vaccinazione dei capi adulti” (pensate …. è esattamente quello che ha proposto il Coordinamento fin dall’inizio ma non ditelo ai teatranti, potrebbero rimagiarsi tutto), uno degli imprenditori nella Sala, in un moto di indignazione, gli ha ricordato: “ma che altro dovete sperimentare, lo sapete perfettamente che prima di voi la vaccinazione era ammessa, su base volontaria, anche per i capi adulti ed ha perfettamente funzionato risolvendo i problemi” …. Quanto poi le dichiarazioni rese nelle sedi ufficiali dal Dott. Limone per cui la vaccinazione non si poteva fare per ragioni economiche, scientifiche, di ordine giuridico … sono state tutte clamorosamente smetite dai fatti (come peraltro ha sempre sostenuto il Coordinamento).

Bugie, che con la scienza hanno poco a che vedere ma che hanno a che vedere solo e direttamente con il mantenimento del posto di potere che occupano: questo ha messo in campo la Task Force in questi dieci anni di fallimenti.

Le verità sono ben altre e non possono essere coperte da operazioni di bassa propaganda, nemmeno se vengono chiamate le forze di polizia a presidiare le recite. Non può più esserlo perchè se in dieci anni di iniziativa il disastro dei diversi piani coordinati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno hanno potuto svilupparsi nel silenzio e nella disattenzione dell’opinione pubblica, da quando gli allevatori si sono organizzati nel Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino mettendo in campo denunce e proposte, il riflettore è aperto e le bugie mostrano impietosamente le gambe corte e il naso lungo.

E il riflettore illumina almeno cinque certezze (sfido chiunque a dire che sono falsità)

La prima: nel 2007 il Governo del tempo dichiarò lo Stato di Calamità usando le procedure della Protezione Civile, nominò un commissario straordinario e fu affidato al coordinamento scientifico a quello che era ed è il Centro di Referenza Nazionale per la Brucella (l’Istituto Zooprofilitattico di Teramo guidato dal Prof. Vincenzo Caporale); il piano si fondava sulla vaccinazione volontaria fino anche ai capi adulti, sul coinvolgimento pieno delle aziende, sulla sorveglianza e portò in 5 anni la Brucella in Provincia di Caserta dal 17% a meno dell1% conseguendo un grande risultato e dimostrando che si può fare.

La seconda: passata l’emergenza, la Regione riprende il controllo del Piano, invece di continuare ad affidarlo a quello che era ed è il Centro di Referenza Nazionale contro la Brucella, nomina una sua TASK Force, la affida al Coordinamento del Dott. Antonio Limone; cambia il piano, la vaccinazione diventa illegale, si dismettono prevenzione e sorveglianza, chiudono centinaia di aziende, le mandrie vengono decimate in nome di una emergenza che nessuno ha dichiarato, la Brucella esplode tornando intorno al 17%.

La terza: dopo innumerevoli denunce, a Gennaio del 2022 si costituisce il Coordinamento Unitario che avanza 20 proposte fondamentalmente fondate sull’approccio che ha ispirato il Piano che aveva funzionato guidato dal Prof. Caporale; a fine Gennaio l’Assessore Caputo annuncia la svolta e, assumendo due delle principali proposte del Coordinamento, chiede al Ministero di introdurre la Vaccinazione e l’autocontrollo, impegnandosi a convocare un tavolo di confronto una volta avuto il placet per riscrivere il Piano in maniera condivisa; il Coordinamento applaude alla scelta e, operando per facilitare il percorso, si predispone al confronto con l’obiettivo di contribuire a soluzioni efficaci che finalmente risolvano il problema.

La quarta: l’8 di Marzo 2022 la Regione viene meno ai suoi impegni, tradisce la fiducia accordata dagli allevatori ed adotta una delibera senza aver convocato il tavolo e senza essersi confrontata; il Coordinamento denuncia il TRADIMENTO, e dichiara, che il Piano è un pasticcio contraddittorio che complica ulteriormente la situazione, destinato a fallire provocando altri danni e sottolinea che l’unica via perseguibile è quella della condivisione. Così è stato: un disastro in cui le scelte politiche della Regione condizionate dai tecnici che ha nominato essa stessa stanno ulteriormente affossando il comparto e il territorio, mentre la BRC e la TBC si espandono ulteriormente.

La quinta: gli allevatori non si fermeranno, con buona pace di tutti i tentativi messi in campo in questi mesi per dividerli e per delegittimare il Coordinamento Unitario che è la loro espressione democratica, la mobilitazione si fermerà solo e quando si determineranno le due condizioni indicate fin dal primo momento: chi ha diretto e coordinato il Piano fallimentare deve essere rimosso e si apra un percorso di confronto fondato (senza preconcetti da nessuna parte) sull’esempio positivo che ha già funzionato (quello del Piano che fra il 2007 e il 2011 ha risolto la BRC in provincia di Caserta).

E’ con questo spirito che discuteremo in assemblea venerdi sera. In queste settimane sta accadendo di tutto e, fra l’altro, accade che il Piano accusa sentenze negative della Magistratura (vedi l’ultima del Consiglio di Stato), che l’alluvione nell’area cluster travolge l’idea che costruendo muri di cemento armato si possa tenere fuori i batteri della BRC e della TBC, che più voci di imprenditori si stanno unendo (persino da dentro il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala) alle denunce del Coordinamento. Il loro ragionamento è semplice: abbiamo fatto tutto quello che avete voluto ma i danni aumentano e voi non siete capaci di risolverli, adesso è il momento di rispondere dei danni.

Ora è il tempo che la politica ne prenda atto. Saremo in campo nelle prossime settimane per chiederne conto e per realizzare quello che a denti stretti la Regione sta comunque facendo (perchè le nostre proposte funzionano al contrario delle loro imposizioni); il problema è che non c’è più tempo da perdere e occorre salvare il salvabile prima che sia troppo tardi.

Gianni Fabbris

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.