Il Commento di Fabbris sull’audizione del direttore dell’Izsm di Teramo e l’invito a venire a Caserta

Eccoci: siamo nel mezzo dello scontro, in una fase nuova. Come volevamo e dove volevamo. Lo scontro si sta sviluppando sul campo di gioco dove noi abbiamo deciso di giocare la partita. Le lobbies che stanno impedendo la Riforma e il Rilancio dei sistemi di Allevamento e della Bufala, volevano vincere facile a tavolino come hanno fatto in questi ultimi dieci anni, agendo nell’ombra e nel silenzio.

Volevano tenere la notizia del massacro inutile e colpevole di aziende e animali nella piccola vicenda locale funzionale al loro racconto: allevatori camorristi e qualche veterinario irresponsabile, con loro a recitare la parte degli eroi, paladini della salute dei cittadini e della giustizia perchè portatori di verità ….tutto sotto controllo, niente di cui l’opinione pubblica debba preoccuparsi e (soprattutto) occuparsi.

Noi abbiamo resistito e combattuto lungo 18 mesi per portarli sul nostro campo di gioco: quello in cui si gioca in uno stadio gremito di spettatori, dove ci sono altre regole; qui devi rendere conto dei risultati delle tue azioni. Adesso sono loro che devono giustificarsi e scoprire la carte; “è inutile che girate intorno ci doveti dire quali sono i risultati dopo oltre dieci anni che l’Europa, lo Stato, i cittadini vi hanno pagato per risolvere un problema che non risolvete“.

Questo è il nuovo campo di gioco in cui si gioca la partita della Commissione di Indagine al Senato (solo la prima del nuovo campionato, dunque non l’unica).

Adesso, per gli allevatori come per l’opinione pubblica e la politica, non è più il tempo dell’ingenuità. Abbiamo solo intravisto una lobby potente che ha costruito nei decenni scorsi un sistema di potere fortissimo e che pensava, finora, di non dover mai rendere conto a nessuno. Quella lobby (industriali della carne e del latte, veterinari e mondo delle università pronto a vendersi per il soldo che gira in maniera vorticosa, apparati sindacali abituati a vivere nel sottobosco compiacente del potere, politici pronti a scambiare i voti con qualsiasi cosa pur di rimanere in sella), per quanto potente, è costretta oggi, a venire allo scoperto per l’azione degli allevatori casertani e il loro sacrificio.

La Commissione sarà (è) il luogo dove, con i riflettori puntati, noi potremo mettere in campo le nostre ragioni e loro dovranno giustificare le loro bugie. Tutto questo agli occhi dell’opinione pubblica e non (come hanno già fatto nella scorsa legislatura) nel silenzio. Un silenzio in cui è avvenuto qualcosa di stupefacente: la Commissione nella scorsa legislatura ha ascoltato (tranne che i Sindaci e solo una altra voce discordante) tutti “esperti” allineati alle tesi dell’IZSM sulle cui dichiarazioni si è prodotto l’atto di indirizzo al Governo. Un atto in cui, ovviamente, sono state prese per buone le tesi del Dott. Limone per esempio sul fatto che vaccinazione e autocontrollo erano illegali. Salvo il fatto che, una volta smascherati, a Gennaio del 2021 la Regione ha dovuto riconoscere che non era cosi e ha dovuto inserire nel Piano sia la vaccinazione che l’autocontrollo (ovviamente scrivendole in modo da fallire).

Ecco perché, nella prima parte della mia audizione (che ricordo continuerà mercoledì 26 quando parleremo di contenuti e delle nostre proposte entrando nel merito) sono partito dalle falsità e dalle valutazioni interessate raccontate da Limone e Campanile che i parlamentari della scorsa legislatura hanno acquisito per verità e certezze. Stiamo dicendo ai parlamentari di questa legislatura: “volete fare nello stesso modo? o volete ascoltare anche la voce di chi vi racconta la verità?”. Lo chiediamo non perchè pensiamo che i parlamentari della scorsa legislatura siano stati incapaci (al contrario, gli stessi parlamentari hanno poi chiesto la riapertura della vecchia indagine di fronte al manifestarsi del fallimento del Piano della Regione ed all’evidenza delle falsità raccontate loro) ma perchè abbiamo chiesto ai rappresentanti delle forze politiche che siedono in questa Commissione al Senato di garantire l’ascolto di tutti senza pregiudizi. In una parola, prendendo atto del fatto che ci sono nuovi attori in campo portatori di atre proposte, di accertare la verità,

Il Presidente della Nona Commissione, il Senatore Luca De Carlo, a nome di tutti ha ribadito quello di cui siamo certi: la voce di quanti stanno denunciando il fallimento e chiedono la Riforma del sistema, questa volta, sarà ascoltata con attenzione. Bene! Sarà un lavoro lungo cui ci siamo preparati bene e per cui dovremo organizzarci meglio: abbiamo proposto 24 (ventiquattro) persone e realtà da udire. Tecnici, esperti, scienziati, economisti, sindacalisti, sindaci che amano la verità. Saranno ascoltati e racconteranno la verità senza paura perchè non sono al soldo e compromessi col potere di chi ha fallito.

Un lavoro in cui il sistema che stiamo chiamando alla sbarra per il giudizio dell’opinione pubblica, metterà in campo la sua sfilza di “testimoni”. Alcuni palesemente in mala fede, altri cooptati “perché cosi conviene”.

Noi dovremo essere pronti non solo a presentare le nostre proposte, a sostanziare le denunce, a documentare i fatti ma, anche, a chiedere conto di quanto i rappresentanti “do sistema” che ha gestito fin qui i Piani fallimentari sosterranno. Una parte importante del lavoro dell’Osservatorio per seguire i lavori della Commissione di indagine sarà proprio questo: quello di fare i “contro interrogatori” pubblicamente e farli perché l’opinione pubblica sappia e i senatori abbiano gli elementi su cui adottare le loro risoluzioni. Se è vero che una “Commissione di Indagine non si nega mai a nessuno e che il rischio che le Commissioni di Indagine possano servire più a insabbiare che a chiarire è reale, noi saremo il sale vivo che terrà aperta la ferita fino a quando non sarà chiara la verità. Fidiamo sulla interlocuzione trasparente che stiamo sviluppando con la politica cui non chiediamo di sostenerci acriticamente ma di formarsi una idea con la stessa autonomia che gli allevatori casertani hanno dimostrato di saper mettere in campo nonostante le pressioni continue a “far finta di niente”.. Non siamo di parte ma siamo parte di un processo democratico che chiede al Paese trasparenza e, noi, offriamo trasparenza.

L’esempio concreto lo abbiamo visto ieri: l’intervento del Direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo (presidente del Centro di Referenza Nazionale) ha segnalato il pensiero con cui dovremo fare i conti. Quell’intervento ha raccontato una realtà che non esiste. Ha ripetuto la logica con cui questo mondo che ha imposto il massacro delle mandrie non solo a Caserta ma in tutto il Mezzogiorno di Italia, giustifica quello che sta facendo. Il problema sono gli allevatori (veri trogloditi), mentre loro che sono il faro del progresso e dell’evoluzione. La logica per cui “I Veterinari pubblici, faro di civiltà” portano il verbo del progresso fra gli allevatori che, nel caso dell’intervento di ieri del direttore dell’IZS di Teramo, magari non saranno camorristi ma sempre incivili sono.

Ieri il direttore dell’IZSM di Teramo ha proposto una lettura dei processi vecchia, arretrata, ideologica, strumentale e demagogica della condizione dell’allevamento Casertano e di tutto il Sud.
Ha dipinto gli allevatori come “selvaggi” impegnati a speculare con le stalle in condizioni disastrose perché non applicherebbero le misure per la “biosicurezza”.

A proposito, siccome la BRC e la TBC sono malattie non eradicate in diverse aree del Sud Italia e non solo a Caserta, sarà interessante capire dai veterinari pubblici cui finora la politica ha delegato le scelte sui sistema di allevamento nel Mezzogiorno, come pensano di risolvere solo con le misure di quelle che loro chiamano “Biosicurezza” i problemi della BRC e della TBC con gli animali al Pascolo.

Avete visto le cartine mostrate? Predente quelle, per esempio, della Provincia di Messina che è una unica macchia rossa di focolai. Ebbene in quell’area non esistono le stalle stanziali ma, come in tanta parte del nostro Sud, ci sono gli animali al pascolo esposti al contagio della pressione sempre più incontrollata di animali selvatici in territori che si stanno rinsilvatichendo senza che gli Enti Pubblici applichino nessuna seria misura di controllo e gestione. Centinaia di migliaia di daini. cervi, cinghiali, volpi, grifoni. volatili, lupi e altre specie con cui sono costretti a venire a contatto.

Secondo i veterinari che la pensano come ha detto il Direttore di Teramo, le misure che loro chiamano per la Biosicurezza, risolverebbero i problemi. Per chi legge questa nota chiariamo: queste misure prevedono di isolare gli animali in una stalla chiusa da alte pareti di cemento, su pavimenti di cemento, chiusa ermeticamente alla possibilità che le altre specie viventi possano entrare in modo da non esporre quei disgraziati animali al contagio di altri esseri viventi che vivono liberi.

Sono misure che impongono, per esempio, agli esseri umani che entrano in stalla di indossare calzari, tute e altro equipaggiamento come si fa per entrare nelle camere sterili dei reparti di rianimazione degli ospedali.

Certo che per un Paese (come è l’Italia) che ha ottenuto dall’Unesco la dichiarazione di Patrimonio dell’Uman ità per la Transumanza, condannare a morte le greggi transumanti impedendo loro di muoversi semplicemente perchè è incapace di risolvere in maniera adeguata le zoonosi, è una sconfitta vergognosa oltre che una responsabilità che grida vendetta.

Al direttore dell’IZSM di Teramo rivolgiamo un invito e una domanda.

Ti invitiamo, vieni a trovarci a Caserta. Vieni a vedere la situazione delle stalle del Casertano che tu, evidentemente, conosci solo per sentito dire e per come ti sono state raccontate dai tuoi colleghi interessati di Portici. Quella realtà che tu hai raccontato nella tua audizione ieri al Senato, ove mai sia esistita in passato, non è più cosi da tempo. Prova a entrare in una stalla casertana senza quelle misure, vieni a vedere quanto cemento armato è stato colato per ottemperare alle misure della biosicurezza spendendo centinaia di migliaia di euro (soldi loro) da parte degli allevatori casertani. Prova ad entrare in una stalla senza i calzari e le altre misure. Non te lo diciamo in maniera provocatoria ma, essendo tu il direttore del Centro di Referenza Nazionale per la Brucellosi, hai il dovere di dire la verità e, se non la conosci, ad informarti. Non puoi limitarti a ripetere le “veline propagandiste dei tuoi colleghi interessati a giustificare le loro azioni”.
Se vieni, come spero che sarà perché ti ospiteremo volentieri fidando sul tuo ruolo super partes, scoprirari facimemnte che le aziende Casertane sono, oggi, fra le più avanzate in materia di “biosicurezza” .. eppure la BRC e la TBC avanzano anche perché, nel frattempo e dopo che gli allevatori hanno speso milioni di euro per adeguarsi, il pubblico non ha fatto il suo dovere e, dunque, quando qualche mese fa, l’alluvione che è seguita perché gli argini del Volturno non sono mantenuti o i canali non sono gestiti, ha portato un metro e mezzo d’acqua in tutta l’area trasportando i batteri della brucella dalle stalle infette a quelle non infette. La Brucella sai, deve essersene fregata di quanto scritto nella 104/2020 e, dunque, ha festeggiato perché  la Regione e il Consorzio di Bonifica non hanno fatto il proprio dovere e, facendo maramao agli allevatori ed a tutti i soldi che hanno speso per la biosicurezza, ha fatto irruzione in tutte le stalle in cui l’acqua la ha portata. Noi ne abbiamo chiesto conto ai tuoi colleghi dell’IZSM di Portici e alla Regione Campania. Loro continuano a non rispondere (come per tutto il resto che li  riguarda). Tu saprai certamente darci una spiegazione,
Abbiamo anche chiesto a quei tuoi colleghi del perché non applicano la direttiva comunitaria che all’articolo 9 della 689 impone (nel caso di riscontro positivo ad una analisi) di isolare l’animale sospetto e di fare ulteriori accertamenti fino ad avere la “conferma” della presenza del batterio in modo da evitare la strage inutile cha hanno e stanno realizzando in questi dieci anni. Loro non ci hanno risposto ma tu non ci hai convinto nella tua audizione. Non basta dire che voi a Teramo siete bravi ad isolare la brucellosi, serve capire come si adottano pratiche e metodi che non contano sulla bravura o meno dei tecnici ma che diano certezze … quelle che finora non abbiamo e per cui siamo costretti ogni volta ad andare nei tribunali, spendendo soldi, perdendo tempo mentre se fosse applicata la regola e lo spirito dell’ordinamento che impone di  produre automaticamente e sempre ulteriori analisi prima di abbattere non sarebbe necessario.
Tu stesso mi insegni che isolare la Brucella, del resto, non è solo un problema di evitare inutili stragi di animali senzienti ma, anche, una misura necessaria per individuare la composizione genetica dello specifico batterio che è presente (se è presente) per poter risalire cosi ai collegamenti con gli altri animali colpiti e le altre stalle, efficentando, dunque, la mappatura della diffusione del batterio in modo da adottare le misure adeguate,
E’ troppo? E’ troppo chiedere a dei veterinari che sono pagati per lavorare di garantire il massimo del rigore? O il rigore devono applicarlo solo gli allevatori che spendono i soldi loro?
Quando vieni, per favore, portaci anche la risposta ad una altra domanda. Dopo aver ridotto le stalle del Casertano a dei bunker in cui gli animali vivono senza contatto con il territorio per produrre un latte con cui si fa un prodotto (la mozzarella) che al contrario ha nel rapporto col territorio il suo irripetibile valore, cosa dovremmo fare dell’allevamento del Sud? Chiuderlo?

La provincia di Messina (come tante zone della Campania e di tutto il Sud, per esempio) ha il suo punto di forza negli animali al pascolo che fanno la transumanza e che o non vivono nelle stalle o lo fanno sporadicamente. Cosa dovremmo fare? Dovremmo costruire pareti di cemento mobili al seguito degli animali spostandole in modo da garantire agli animali al pascolo di non entrare in contatto con i batteri? ? Mettere i sopraccalzari per entrare nei pascoli?
Assurdo e tutto questo perché? Perchè non avete un Piano vero che affronti il tema vero: la BRC e la TBC sono endemiche nel Mediterraneo. Sono indotte da batteri che nelle condizioni di cambiamento climatico sono destinati a moltiplicarsi ed estendersi e per cui l’obiettivo dell’eradicazione (intesa come distruzione totale dei batteri anche a costo di fare strage degli animali che potrebbero esserne entrati in contatto) è antiscientifico e sbagliato.

L’obiettivo invece (proprio sul piano scientifico) è contenere, prevenire, sorvegliare e gestire il problema mettendo in campo azioni organiche fondate sulla prevenzione, la sorveglianza, una strategia meno cialtrona e antiscientifica per individuare i casi sospetti, l’abbattimento nei casi certi, la condivisione e l’autocontrollo, la vaccinazione adottata fino ad ottenere l’immunità di gregge.
Ti aspettiamo. Ci siamo incontrati mentre tu uscivi dall’audizione e io entravo. Ci siamo scambiati i numeri di telefono. Non ti garantisco che non litigheremo ma ti garantisco che gli allevatori hanno un interesse: risolvere i problemi come i tuoi colleghi che hanno guidato la Task Force (non so se perché non sono capaci o non hanno voluto) non hanno fatto e come, invece, fra il 2007 e il 2011 avete saputo fare voi del Centro di Referenza Nazionale di Teramo quando (nelle stesse condizioni di oggi, anzi con molta meno biosicurezza realizzata) avete coordinato e orientato il Piano che portò la prevalenza della BRC in Provincia di Caserta dal 17% allo 0,8%.
Se avrai la pazienza e l’interesse di ascoltare la seconda parte della mia audizione che si terrà mercoledi 26 aprile sempre al Senato, potrai avere quegli elementi che, ne sono certo, ti permetteranno di venire a farti un giro nelle aziende del Casertano senza pregiudizi. Stai tranquillo, noi che non accettiamo il preconcetto di dipingere gli allevatori come “trogloditi” non pensiamo che tutti i veterinari siano incapaci o collusi. E non lo pensiamo nemmeno dei politici chiamati a fare valutazioni autonome e serene. Anzi.

Gianni Fabbris
portavoce del Coordinamento Unitario

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