A Roma il Dossier sulle Fake News e la disinformazione della Regione Campania

Quando le chiacchiere stanno a zero: a Roma il dossier sulle Fake News e la disinformazione della
Regione Campania e della sua Task Force guidata dal Dott. Antonio Limone

Casal di Principe, 22.9.23 – ore 11

“Siamo pronti a divulgare il dossier sulle fake news e le bugie palesi raccontate dall’Istituto Zooprofilattico di Portici per coprire il fallimento del Piano voluto dalla Regione Campania ed imposto Manu Militari dal Presidente De Luca con i documenti di corredo che li certificano e documentano. Una lunga serie di azioni di disinformazione che per anni ha giustificato e coperto l’operato della Regione Campania che ha portato ad aumentare la brucella e la TBC in maniera esponenziale nel territorio mentre si consolidava la capacità degli Uffici di ampliare a dismisura l’uso di fondi pubblici che avrebbero dovuto risolvere i problemi ma che, in realtà, finora sono serviti solo a far chiudere oltre un terzo delle aziende, massacrando centinaia di migliaia di animali sani mentre la BRC e la TBC si diffondono.”.

Lo dichiara Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario che ricorda “fra le perle della disinformazione costruita ad arte nel tempo vi sono le palesi fuorvianti e false dichiarazioni rese dai signori tenici dela Regione Campania alla Commissione Agricoltura del Senato della Scorsa legislatura in merito sia ai risultati della vaccinazione che era stata realizzata in Campania fra il 2007 e il 2011 che alla setta legalità della vaccinazione che (fino a quando il Movimento non è riuscito a farla riconoscere nel piano adottato a marzo 2022 veniva considerata come illegale da parte dell’IZSM e dalla Regione). Abbiamo denunciato più volte che questi tecnici hanno raccontato bugie strumentali senza ottenere né una denuncia né una risposta. Oggi, di fronte al protrarsi di un atteggiamento e di pratiche che creano confusione e cercano di coprire il fallimento del Piano, consegniamo al Governo ed al Parlamento e divulghiamo all’opinione pubblica il dossier che abbiamo raccolto con, allegati, i documenti che certificano il fallimento e attestano come in Campania, in realtà, in questi ultimi dieci anni si sia lavorato non per risolvere i problemi della Brucella e della TBC ma per continuare a gestire l’enorme mole di finanziamenti pubblici che sono passati per le casse degli Uffici.”

La presentazione del dossier e dei suoi allegati avverrà a Roma in una sede istituzionale nei prossimi giorni comunque entro la prossima settimana (la data esatta in ragione degli impegni politici e istituzionali romani che stiamo verificando) dopo che alcune anticipazioni sono state già inviate al Governo nei giorni scorsi fin dal 5 settembre scorso e che ora sono ulteriormente integrate con ulteriori dati peggiorativi.

Anticipazioni di cui si riportano alcuni estratti solo relativi ad alcuni aspetti più urgenti:

  • La Regione Campania ha dichiarato nel proprio Piano (adottato con delibera a marzo 2022) che entro il primo anno, la sua applicazione avrebbe dovuto portare la BRC ad abbattersi del 50% e, cosi, successivamente per gli anni seguenti. Se questo obiettivo fosse stato realizzato, in effetti, la prevalenza della BRC in Provincia di Caserta avrebbe dovuto scendere sotto il 2% (soglia oltre la quale viene dichiarata l’emergenza) entro 4 anni, ovvero entro un periodo considerato nella letteratura scientifica internazionale come il lasso di tempo utile a risolvere la zoonosi (3/4 anni come, in effetti, avvenne nell’ormai celeberrimo caso della iniziativa diretta dal Prof. Caporale per conto del Centro di Referenza Nazionale di Teramo nel 2007).
  • in questa nota non ci interessa ricordare ancora una volta le modalità da “lacrime e sangue per le imprese e gli animali” con cui opera la Regione Campania e su cui, ricordo, vertono le nostre denunce e i ricorsi al TAR che abbiamo in corso, ci preme sottolineare il fallimento della strategia imposta con quel Piano proprio alla luce degli obiettivi dichiarati dal Piano. Essendo nel 2021 la prevalenza della BRC al 18%, dunque entro la fine dell’anno scorso (primo anno di attuazione) avremmo dovuto registrare una prevalenza al 9% e alla fine di quest’anno (ovvero entro il secondo anno di sua applicazione) dovremo essere al 4,5%. In realtà abbiamo chiuso l’anno scorso al 13% e i dati ci dicono che ad agosto 2023 la prevalenza è sopra il 9% con il chè (applicando una proiezione matematica semplice che tiene conto degli ulteriori mesi) abbiamo una tendenza per cui chiuderemo anche quest’anno intorno al 13%.
  • Ci preme, anche, sottolineare che nel frattempo hanno formalmente chiuso altre dieci aziende, che i danni finanziari per le imprese sono intollerabili (non nel senso morale ma semplicemente perché non possono più sostenere i costi imposti dalla Regione) ed appare evidente che persino la prima spinta inevitabile al ribasso dei dati (dovuta soprattutto all’abbattimento di animali che ovviamente produce rilevamenti statistici della presenza dei batteri dal punto di vista puramente matematico senza che questo significhi che i batteri siano scomparsi dall’ambiente) si sta rapidamente esaurendo. La Struttura Regionale impegnata ad applicare il Piano con a capo il Commissario per la sua esecuzione, continua a parlare di segnali positivi perchè la BRC sarebbe passata dal 18 al 13%. Un atteggiamento serio imporrebbe di guardare la dinamica, di leggere (insieme i dati dell’estendersi dei focolai e delle aree coinvolte) per capire che quella strategia sta fallendo.
  • Per quanto riguarda i focolai, rendiamo noto che, al momento, in Provincia di Caserta 57 focolai sono ancora attivi su un totale di 63 che abbiamo avuto in 8 mesi mentre l’anno scorso erano 53 su 12 mesi (dunque un ulteriore dato di peggioramento)
  • Abbiamo denunciato che la TBC in Provincia di Salerno è passata da 2 focolai a 30 focolai ed abbiamo sottolineato che è pur vero che si tratta nella gran parte non di bufale ma di allevamenti di altri bovini ma questa crescita esponenziale ci dice della inefficacia dei servizi messi in campo per contenere un rischio che comunque, vista la natura della malattia, rappresenta per tutte le mandrie un pericolo grande.
  • Infine sottolineiamo la gravissima situazione della vaccinazione. Come è noto per anni la struttura della Task Force della Regione Campania ha sostenuto che la Vaccinazione per le Bufale era pericolosa e, addirittura, illegale. E’ stato grazie all’iniziativa degli allevatori che, dopo molti sforzi, è stato riconosciuto il principio della Vaccinazione se pur limitatamente agli animali fra i sei e i nove mesi e solo nelle aziende indenni. La delibera che rende obbligatoria la vaccinazione per questi animali nell’area cluster e facoltativa nelle aree circostanti, è stata adottata l’8 marzo 2022 e, ad oggi, sono trascorsi 18 mesi.
    Mesi in cui gran parte del Patrimonio Bufalino giovane del territorio avrebbe dovuto essere (obbligatoriamente) vaccinato.
    Denunciamo come cosi non è, diverse aziende hanno segnalato inutilmente la necessità e si sono viste accampare scuse e pretesti che nei fatti stanno raggiungendo un risultato: gli animali superano i nove mesi di età e, dunque, diventa illegale a quel punto vaccinarli. E’ evidente che se i servizi non si organizzano per adempiere ad un obbligo normativo, la finestra dei tre mesi per gli animali che possono essere vaccinati viene “bucata” vanificando, cosi, il primo degli obiettivi della campagna di vaccinazione: quello di stimolare e sviluppare quella immunità di gregge che darebbe risultati nel tempo.
    Siamo, in alcuni casi, alla assurda condizione di stalle in cui solo alcuni degli animali che avrebbero dovuto essere vaccinati lo sono stati in realtà mentre ad altri non è stato somministrato il vaccino. Alla richiesta di spiegazioni, non possiamo che registrare che il sospetto che i vaccini non ci siano o sono stati lasciati scadere. Stiamo denunciando i fatti alla Procura della Repubblica ravvisandosi, a nostro giudizio, diverse fattispecie di responsabilità ma Le chiediamo di intervenire per verificare come Ministero, se sia stato fatto tutto quello che doveva essere fatto per predisporre l’applicazione dell’obbligo dei vaccini e per sapere, ad oggi, degli animali che si sono trovati nella condizione di essere vaccinati in questi diciotto mesi, quanti in realtà lo siano stati effettivamente e quanti, al contrario, abbiano nel frattempo superato l’età vaccinabile.

Il Coordinamento Unitario invita la stampa a partecipare all’evento (la data e il luogo esatti entro lunedi 25 settembre) in cui potranno acquisire documenti e prove che fanno chiarezza sulla disinformazione e sulle responsabilità; in quella occasione fra l’altro, saranno anche divulgate le ulteriori iniziative sia istituzionali che di mobilitazione su cui riprenderà la mobilitazione fin dai prossimi giorni estendendosi, peraltro, anche alle altre regioni (Sicilia e Puglia in particolare) in cui continua a persistere il problema della BRC e della TBC e per cui da tempo il Coordinamento Unitario chiede al Governo la messa in campo di una iniziativa forte che riporti a trasparenza ed efficacia le azioni istituzionali con la nomina di un Commissario Nazionale che operi in tutte le realtà che dopo decenni di spreco di risorse e di “lacrime e sangue” per le imprese, gli animali e il territorio, non sono state risolti i problemi delle zoonosi di TBC e di BRC e per cui, al contrario, sono state in tante altre occasioni messe in campo azioni risolutive fondate su criter scientifici e istituzionali trasparenti ed efficaci.

4 commenti

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    • Pasquale Gravante il 22 Settembre 2023 alle 10:10
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    Nel 1800, quando le pianure laziali campane erano infestate dalla zanzara anofele, e la malaria mieteva migliaia di vittime umane, il Re delle due Sicilie, Ferdinando IV, fece costruire dall’arch. Collecini, nel cuore dei Mazzoni, a Carditello, una Reale Fattoria. Per l’allevamento del cavallo e della bufala, con laboratorio attrezzato per studiare migliorare la razza dei due animali……. continua

    • Domenico Fenizia il 22 Settembre 2023 alle 14:24
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    Tra le tantissime osservazioni da fare c’è da comprendere il metodo, non chiarito, di come sono stati effettuati i rilievi percentuali di incidenza e prevalenza, ovvero, se i rilievi sono stati fatti prima o dopo gli abbattimenti, perchè se dopo è ovvio che le sieropositività si abbassano notevolmente. Nello stesso tempo, però, i fcolai rimangano lì, sempre attivi, e diffondono rapidamente. . Infatti, se sieropositività significa, come in effetti è, prevalentemente passaggio del patogeno, l’origine delle infezioni è da riconoscersi maggiormente nell’ambiente altamente contaminato. Tutto ciò ancor più giustifica , per la difesa del singolo animale e del gruppo, la vaccinazione di tutti i soggetti d’allevamento ad eccezione dei maschi.

    1. Si Domenico … gli allevatori lo sanno bene. Sanno che se ripopoli una stalla dopo che hai avuto l’abbattimento totale il rischio di riprendere l’infezione è altissimo come in effetti è accaduto a diversi che hanno suibito fino 4 abbattimenti totali subendo danni ingentissimi.
      Se non elimini il patogeno nellìambiente ma ti limiti ad ammazzare animale per far quadrare i conti, allora il giochetto è gravissimo

    • Domenico Fenizia il 23 Settembre 2023 alle 7:50
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    Ottime considerazioni antitetiche a quelle enunciate dall IZSM in cui si è cercato di raffazzonare dati non credibili che non convincono e non giustificano i danni fin qui arrecati al comparto bufalino. Sono stati spesi e si sperperano fumi di denaro pubblico per un piano di risanamento che dura da oltre 13 anni e che invece di ridurre ha incrementato la presenza di malattie come la brucellosi e la tubercolosi bufalina. Mi viene da chiedere; ma dove siamo finiti e dove viviamo ed ancora perchè in Italia nessuno controlla e non si accorge che in tali situazioni vengono violati i più elementari diritti del cittadino? Questi chiedono attenzione alla spesa dei nostri soldi, utili risultati dei progetti, competenza dei ruoli e responsabilità di gestione nell’esercizio delle funzioni pubbliche.

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