Tredicesimo giorno di sciopero della fame a Roma di Fabbris e Noviello. Ora tocca al Governo.

Gianni Fabbris e Adriano Noviello sono al loro tredicesimo giorno di sciopero della fame davanti all’ingresso principale del Ministero della salute a Roma. Una dura esperienza assolta in nome della lunga mobilitazione degli allevatori casertani prima e meridionali poi che, ormai, non hanno più parole da aggiungere per spiegare quello che ormai è chiaro a tutti i cittadini italiani: il fallimento istituzionale delle iniziative per gestire le zoonosi della BRC e della TBC nel Sud sta mettendo in ginocchio gli allevamenti del Sud Italia e non può proseguire oltre.

Occorre un atto che interrompa la gestione dei piani di eradicazione fallimentari messi in campo nei decenni scorsi nelle Regioni Campania, Sicilia, Calabria e Puglia con l’avallo del Ministero della Salute.

Quale sia l’atto è chiaro: va nominato un Commissario Nazionale per la BRC e la TBC che, rivedendo le scelte e la gestione dei piani che hanno solo eradicato aziende e svuotato di attività i territori, risolva i problemi delle malattie applicando i protocolli scientifici e tecnici internazionali in modo corretto e non strumentale sulla base della condivisione, dell’efficacia, di un uso responsabile delle risorse economiche pubbliche, del coinvolgimento delle comunità e degli allevatori piuttosto che non nella imposizione “manu militari” di azioni fallimentari.

Altrettanto chiaro è chi deve compiere questo atto: il Governo Nazionale.

“Diamo atto del grande impegno dei parlamentari di territorio casertani ed alcuni nazionali che hanno scelto la via unitaria per indicare, facilitare e promuovere quelle soluzioni che hanno nella nomina del Commissario Nazionale il punto di partenza imprescindibile. Ora, tocca al Governo dare seguito agli impegni come chiedono i parlamentari di territorio della propria maggioranza oltre che della minoranza, mettendo in campo una iniziativa utile agli interessi di tutto il Sud e dell’Agroalimentare italiano. Noi, per parte nostra, continuiamo in sciopero della fame, attendendo gli atti.”

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