Mi vergogno di queste istituzioni

Mi vergogno del pressapochismo strumentale della politica di governo con cui gli allevatori devono fare i conti in Campania, della tracotanza di chi gestisce il potere senza sentire il dovere di darne conto per non confrontarsi con una società molto più avanti nei valori e nella consapevolezza.
La desolante immagine di un Governo Regionale piccolo e codardo che, invece di aprire il confronto, fugge e fa parlare per proprio conto un gruppo di tecnocrati è la foto di una politica sotto schiaffo di lobbies potenti distratta dalla oscura gestione di finanziamenti e rendite di potere.
E’ uno schiaffo per la democrazia ma per me, uomo di sinistra, la sola idea che tutto questo possa essere accostato in qualche modo alla grande storia democratica della sinistra, è una offesa profonda.
Finora ho avuto il privilegiodi essere il portavoce di uno straordinario movimento di allevatori che con i loro alleati ha investito sulla ragionaevolezza credendo nel rapporto con le istituzioni come base costituen-te del cemento democratico delle comunità. Con le mie parole mi sono sforzato di esserne interprete
Ma ogni stagione ha il suo linguaggio. Il tempo della ragionevolezza si sta conusmando inutilmente. Di fronte alla sordità ed alla arroganza di chi non vuole discutere e sta portando al disastro un territorio ed una comunità servono altre parole, altri gesti, altro linguaggio: la rabbia e l’indignazione stanno macerando le coscienze.
Fino al 28 luglio sarò ancora il portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino sperando in uno scatto di dignità delle controparti e di responsabilità della politica. Dopo, se non ci saranno fatti concreti, non serviranno più le parole. La risposta la daranno direttamente gli allevatori e non ci sarà bisogno di un portavoce.
Sarà la voce del conflitto, della rabbia e dell’indignazione. Forse è quello che nelle stanze del potere qualcuno ha cercato fin dal primo momento pensando, cosi, di poter giocare sul campo che più gli è congeniale e consono alla sua natura tracotante e repressiva.
Ma, nel caso, io scommetto ancora una volta su altro: scommetto sugli allevatori, la loro dignità, la loro determinazione, la loro intelligenza collettiva che in questi mesi è cresciuta che saprà esprimere la loro rabbia e decisione insieme al loro grande amore per gli animali e per la terra. Sentimenti estranei alla logica dì chi, invece, ha il solo interesse di continuare a speculare (finanziariamente e polticamente) sulla brucellosi e sulla tbc bufalina. So che quei sentimenti di amore sono il germe che garantisce l’immunità dalla irragionevolezza per chi li coltiva e che chi non lo possiede è condannato, prima o poi, a mostrare il suo ver volto di speculatore interessato.
Scommetto, anche, su quella grande parte di società e di cittadini che hanno capito e che sempre di più stanno prendendo coscienza della posta in gioco: so che gli allevatori non saranno più soli. Le loro ragioni sono già entrate nella coscienza di tanti e tante che decidono di incamminarsi sulla via della dignità.
Aggiornerò questo post dopo il 29 luglio. Fino ad allora continuerò ad essere il portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino sforzandomi fino all’ultimo a far prevalere le ragioni della ragionevolezza e chiamando ognuno a fare la propria parte.
Orgoglioso del fortunato cammino che ho fatto fin qui (e che continuerò a fare) con gli uomini e le donne del Coordinamento Unitario e del Movimento Salviamo le Bufale, auguro a tutti noi
Buona fortuna a Terra di Lavoro.
Buona Fortuna agli allevatori ed ai loro animali.
Buona fortuna alla democrazia e alla giustizia

Gianni Fabbris

p.s. …. aggiungo un commento dopo aver riletto il post alla fine di una mattinata di incontri e di impegno. Non vorrei aver dato ai nostri “avversari” ed a qualche “nemico” l’illusione che io stia per sparire di scena ritirandomi dalla lotta. Stiano sereni …. io non solo non faccio passi indietro ma sarò sempre e comunque dentro la comunità degli allevatori per sostenerne e ragioni e la lotta. Il punto è più semplice: se la politica non vuole confrontarsi e non vuole riconoscere gli allevatori come soggetto autonomo portatore di proposte con cui fare i conti, allora non serve un portavoce che esprima la ragionevolezza, serve il conflitto e la lotta per ristabilire i rapporti di forza utili a capirsi. Io, comunque, sarò li, sarò con gli allevatori e sostenerne le ragioni e la lotta.

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