Ancora false notizie: la truffa continua.

E’ di due giorni fa un servizio vergognoso andato in onda sul Tg3 Campania in cui fra falsita psudo scientifiche e dichiarazioni di un allevatore che invoca gli abbattimenti. Noi non sappiamo se questo servizio si iscrive in una campagna tesa a dare una mano alla Regione Campania che è sempre più in difficoltà per non riuscire a spiegare le evidenze del fallimento della sua strategia nella gestione del comparto bufalino ma non possiamo che denunciare con forza la strumentalità e persino le falsità di quanto è stato dichiarato da una dirigente del servizio veterinario.

L’Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, sulla sua pagina facebook, ha dato una risposta che qui pubblichiamo, condividendola fino in fondo.

Di seguito il testo ed a questo link alla loro pagina facebook

Restiamo allibiti dalla falsa rappresentazione della realtà fornita dalla DOTT.SSA ESTER DE CARLO (direttore sanitario Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno) nel servizio del giornalista Geo Nocchetti in un allevamento bufalino, andato in onda ieri sera sulla TV di Stato, TG3 Regione Campania.
Siamo vicini al collega allevatore e al giornalista Geo Nocchetti per la strumentalizzazione a cui gli stessi sono stati esposti a causa delle falsità raccontate nel servizio giornalistico in questione.
Ancora una volta la dott.ssa De Carlo piuttosto che affrontare il problema con serietà, sceglie la strada delle menzogne, utilizzando un allevatore e un giornalista che non possono conoscere la miriade di sfaccettature di un tema così complesso come quello delle zoonosi, sfruttando tra l’altro la TV di STATO al fine di avvallare le proprie false tesi.
In tale servizio si cerca infatti di far passare il messaggio che relativamente alla brucellosi, gli animali risultati positivi alle prove in stalla, sarebbero isolati per 30 giorni, per poi rientrare in stalla qualora alle prove di controllo risultino negativi. FALSO.
Sebbene una prassi simile sia adottata in provincia di Salerno al fine di verificare le cross reattività in caso di positività alla brucellosi, IN PROVINCIA DI CASERTA CIO’ NON ACCADE assolutamente per la brucellosi. IL PROTOCOLLO NON LO PREVEDE.
Tale protocollo (positività-isolamento-test di controllo dopo 30 gg -rientro in stalla) si applica in realtà in caso di tubercolosi. Ricordiamo a tal proposito che, sebbene i vertici sanitari quasi si vantino di tale prassi, la stessa non era originariamente prevista dal Piano di eradicazione di cui alla Delibera G.R. n. 207 del 2019, in quanto quest’ultimo per la TBC introduceva il metodo “assopigliatutto” del gamma interferone.
Ricordiamo ancora la promessa fatta nel 2019 dai vertici sanitari (ASL-IZSM) a circa 150 allevatori all’incontro Russo Center di Pastorano: “il protocollo previsto per il Gamma Interferone (positività=abbattimento immediato) sarà attuato per sei mesi durante i quali si verificheranno la positività degli animali anche dagli esami post mortem, dopodiché, in caso di mancato riscontro si farà un passo indietro”.
Passo indietro che non è mai arrivato da parte delle autorità sanitarie, le quali hanno invece portato avanti per circa 3 anni la metodica del gamma interferone, eseguita tra l’altro con un test non riconosciuto dal mondo scientifico per la bufala mediterranea, decimando soprattutto l’alto casertano con l’abbattimento di migliaia di capi falsi positivi.
Solo con le vittorie degli allevatori nei giudizi dinanzi al TAR e Consiglio di Stato, veniva apportata la dovuta modifica alla prova del gamma interferone, destinando la stessa a rango di prova supplementare, preceduta dal periodo di isolamento in seguito alla riscontrata positività alla TBC.
La cosa che ci colpisce è che la dott.ssa De Carlo, soprattutto in tema di brucellosi arriva a negare l’evidenza dello scandalo delle false positività, rendendosi a tratti ridicola, nonostante ci sia un’indagine in corso, nonostante l’ASL di Caserta sia stata obbligata dalla Procura di S. Maria Capua Vetere a fornire i dati. Dati sconcertanti e ormai di dominio pubblico: nel 2019 su 11.722 capi abbattuti è stato isolato il batterio della brucellosi solo su 39 animali; nel 2020 su 14.109 capi abbattuti solo 16 avevano il batterio della brucellosi.
Tutti devono sapere che dal 2011 ad oggi più di 500 aziende sulle 700 presenti a Caserta hanno avuto casi di positività alla Brucellosi e/o alla Tubercolosi. Se in questi anni avessero isolato i batteri della tbc e dalla brc in almeno 500 animali (quindi 1 per azienda colpita dalle zoonosi), probabilmente avremmo l’anima in pace, ma i numeri sono altri e dicono chiaramente che sono invece stati abbattuti centinaia di migliaia di animali sani. Possibile che al giorno d’oggi la scienza riesce a risalire al DNA nei reperti fossili di milioni di anni fa e all’ IZS di Portici invece non si riescono ad isolare batteri in animali in vita, o appena abbattuti?
Inoltre cara dottoressa, che fine hanno fatto le campionature prelevate dagli allevamenti casertani per la sperimentazione del Gamma Interferone anche sulla brucellosi? Non ne abbiamo più saputo nulla. A tal proposito ci chiediamo come mai a Caserta ci sia bisogno di sperimentare tale metodologia, mentre a Salerno sia sistematicamente utilizzato per verificare la cross reattività dei test convenzionali ad altre malattie affine alla brucellosi.
NOI CASERTANI SIAMO SEMPRE FIGLI DI UN DIO MINORE?
Basta con le menzogne. E’ ora che vi rassegnate al fatto che ad ogni vostra falsità, ad ogni vostro abuso, noi saremo lì ad aspettarvi, smentendovi e portando alla luce la verità, quella prevista dalla normativa nazionale e comunitaria.
Gli allevatori casertani prima o poi finiranno di essere il vostro bancomat. La giustizia è lenta, ma prima o poi arriva per tutti, forte come un treno.
Nel frattempo noi continueremo a lottare in difesa delle nostre bufale e del nostro territorio in nome della legge e della scienza, quella scritta nei manuali OIE e non quella che voi manipolate per scopi sicuramente non scientifici, al fine di scrivere nei piani di eradicazione ciò che vi fa più comodo, realizzando e alimentando un sistema criminale che spinge per una carne di bufala sottopagata e rivenduta a cifre quadruplicate come carne bovina e per una mozzarella piena di conservanti da inviare nei supermercati all’estero a basso costo. Nella speranza che si possa dire basta a questa truffa e nella speranza che si possa un giorno riconoscere per le nostre bufale il diritto alla VACCINAZIONE e, di conseguenza, il diritto alla VITA, piuttosto che vederle morire ingiustamente solo ed esclusivamente per il Dio denaro.

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