“Ricordiamo che le norme sulla tracciabilità del latte di Bufala, in particolare, sono state conquistate, ancora una volta dalle istanze degli allevatori e furono assunte nella versione che oggi conosciamo dopo il 2014 grazie alle loro mobilitazioni, segno della consapevolezza che una filiera trasparente è garanzia della loro funzione di impresa oltre che degli interessi collettivi.
Dieci anni dopo quelle norme vanno adeguate alle modificazioni tecnologiche intervenute nei cicli produttivi che introducono nuovi problemi insieme a nuove opportunità ed alla evidenza che alcune soluzioni allora introdotte, non hanno funzionato e vanno corrette.”
Cosi si legge nel documento con le proposte del Movimento degli allevatori di Bufala Campani presentate nel dicembre del 2024 in una iniziativa pubblica tenuta a Napoli durante gli “Stati generali in Difesa della Mozzarella.
Le proposte sono state raccolte dalla Consulta Bufalina organizzata dentro l’Associazione Allevatori e Pastori, istanza Federale della Confederazione Altragricoltura, guidata da Salvatore Foglia, allevatore di bufale e protagonista da decenni delle iniziative in Difesa del Comparto.
Gli allevatori sanno bene che il tema della tracciabilità e della trasparenza di tutta la filiera del latte di bufala è loro diretto interesse oltre che quello dei cittadini. Certo, chiama in causa la loro trasparenza e onestà ma contribuisce a fare chiarezza lungo tutta la filiera e protegge chi lavora coscientemente dalle invasioni di prodotti e materie prime che invadono la filiera ed il mercato.
Si legge nel documento di proposte: “Sul piano della filiera occorrono interventi di riordino che tengano conto delle trasformazioni in atto. Interventi che devono puntare alla qualificazione ed alla valorizzazione delle caratteristiche non massificabili ed uniche di un prodotto che fa della diversificazione, della trasformazione artigianale e dell’allevamento di territorio il suo punto di forza.
Sul piano della tracciabilità e della etichettatura/riconoscibilità serve l’adeguamento delle norme per un duplice obiettivo: garantire il valore del latte di territorio e di prodotti realizzati con il latte di bufala (sia DOP che non DOP) esposto a molti illeciti e manipolazioni e quello di garantire ai cittadini che comprano i prodotti la trasparenza e la consapevolezza indispensabili.”