Benvenut* nelle pagine che danno conto delle iniziative di Altragricoltura in difesa degli allevatori della bufala, delle bufale e del territorio.
Sono decenni che è in atto uno scontro molto duro che ha come posta il controllo del grande business legato al ciclo di produzione/distribuzione e consumo di quello che con una metafora felice viene definita “la perla dell’agroalimentare del Sud”, la mozzarella di bufala. Da una parte gli allevatori e i trasformatori artigianali che da sempre hanno fatto del ciclo allevamento/trasformazione una delle eccellenze della storia dell’agroalimentare italiano indissolubilmente e intimamente legata al rapporto con il territorio d’origine (in particolare il casertano che esprime il 60% dell’intera produzione nazionale) e le sue comunità e dall’altra la speculazione industriale e finanziaria.
Uno scontro dentro la guerra in corso che sta trasformando l’Italia da grande Paese di produzione del cibo fondato sulla sua cultura del lavoro della terra e del mare e sulle tradizioni culinarie ricche di diversità ambientale, culturale e sociale che le hanno determinate in una grande “piattaforma commerciale speculativa nel centro del Mediterraneo” con le “merci agroalimentari” controllate dai marchi e dai brand speculativi che possono sempre più fare a meno del lavoro e delle irripetibili condizioni ambientali dentro cui si esprime.
Così, mentre il Made in Italy diventa un brand commerciale in cui la materia prima è sempre meno legata alla nostra storia ed al lavoro dei nostri produttori, le campagne si svuotano, il territorio si impoverisce, tutti noi paghiamo i costi ambientali e sociali di un modello globale in mano ai nuovi signori del cibo e del mercato.
Queste pagine raccontano la resistenza degli allevatori di bufala, dei trasformatori artigianali e dei loro alleati contro il tentativo della speculazione finanziaria che oggi è sempre più aggressiva potendo contare sulla copertura di sedicenti “sindacati di rappresentanza” e di istituzioni che, invece che garantire il territorio e gli interessi collettivi, favoriscono (per insipienza, ignoranza o calcolo) il grande imbroglio in corso.
E’ in questa chiave che va letto il salto di qualità dello scontro in corso che arriva oggi ad usare il pretesto di campagne contro i rischi da brucellosi ed altre epidemie per imporre, in realtà, definitiamente il controllo della filiera alla speculazione tradendo gli interessi collettivi alla salute che (con una grande operazione di meistifacazione demagogica) si dichiara di voler garantire.
Sempre di più avanza la domanda alla Regione Campania ed ai MInisteri competenti: “se in venti anni, dopo aver massacrato 140.000 animali ed aver costretto a chiudere tanti caseifici artigianali e allevamenti, i problemi non si risolvono ma, anzi, aumentano e se nel frattempo il controllo industriale sul comparto aumenta, gli interessi speculativi ingrassano, cosa aspettate a cambiare strada? A meno che la strategia sia proprio quella di raggiungere questi obiettivi, la politica adesso batta un colpo di disponibilità al confronto; il primo atto di trasparenza di cui ci sarebbe bisogno è quello di mandare a casa chi ha fallito, trasformando il piano contro la brucellosi in una mattanza di animali costringendo tante aziende a chiudere o alla crisi”
Qui, raccontiamo, anche, la costruzione di una trasparente campagna di comunicazione nell’interesse di tutti i cittadini, delle comunità e di chi lavora la terra, lavora gli animali e trasforma i prodotti e le proposte e le iniziative che Altragricoltura sta sviluppando in continuità con il grande movimento di resistenza che, grazie ad esperienze come quelle del SIAAB (il Sindacato Agricoltori e Allevatori Bufalini e Bovini) da almeno venti anni stanno sviluppando gli allevatori e i loro alleati consapevoli.
IN EVIDENZA
Il Servizio Video di FANPAGE
LEGGI L’INCHIESTA DI FANPAGE
La presunta pandemia di brucellosi e tubercolosi sta distruggendo gli allevamenti di latte per la mozzarella di bufala dop nel Casertano, tra test sperimentali, falsi positivi e importazione dall’estero con possibili frodi. A trarne beneficio è il mercato della carne: le bufale diventano scatolette di carne Montana del gruppo Cremonini. (LEGGI TUTTO)
Bufala Connection. L’inchiesta di Fanpage apre i riflettori. Ora le risposte
Il Documento di Altragricoltura
Con l’inchiesta pubblicata venerdì scorso da FanPage, l’informazione sembra, finalmente, cominciare ad interrogarsi seriamente su quanto sta accadendo nel comparto della Bufala Campana. Il lavoro di Antonio Musella, che firma l’indagine insieme a Peppe Pace e Gaia Martignetti , ha il pregio di non fermarsi alle veline degli Uffici Stampa dei soggetti istituzionali che “dovrebbero essere garanti di informazioni corrette” ma, interrogandosi su quello che sta accadendo realmente e chiedendone conto senza avanzare posizioni preconcette e senza accettare le risposte come “verità immanenti”, solleva un velo dietro cui si intravedono molte falsità spacciate fin qui per certezze scientifiche.
Tante falsità che viene naturale chiedersi: “cui prodest?”
Unitamente al Video Inchiesta i giornalisti di FANPAGE pubblicano una breve sintesi e chiariscono i Fatti da loro accertati……
(LEGGI TUTTO)