Fabbris a Speranza: finche c’è brucella, c’è business.

Si è svolta stamane, presso il Centro Don Milani di Casal di Principe, una importante conferenza stampa in cui Gianni Fabbris, Presidente Onorario di Altragricoltura e coordinatore del Movimento Salviamo le bufale, e giunto al sesto giorno di sciopero della fame, ha affrontato le complesse tematiche che nel corso di questi hanno impegnato il Movimento in una estenuante trattativa con le Istituzioni, sviluppandole nel merito tecnico e con passione.

La prima parte della conferenza ha puntato l’interesse sul Ministro della Salute, Speranza, che in settimana scorsa aveva liquidato la pratica “bufale” con alcuni argomenti su cui si è reso necessario soffermarsi per evitare palesi disinformazioni.

Secondo Speranza, infatti, la brucella è stata eradicata nelle provincie di Avellino, Benevento e Napoli, mentre a Caserta permane ed anzi si aggrava. “A Caserta c’è un problema in più, sostiene il Ministro.

Fabbris ha ricordato all’On. Speranza che la consistenza degli allevamenti bufalini nelle tre province messe insieme non raggiunge nemmeno l’infinitesima parte del parco animali presente nel Casertano. Paragoni del genere non reggono sotto nessun punto di vista.

Quindi se non è una improponibile questione di consistenze, allora il problema in più di Caserta qual’è?

Il problema c’è e riguarda la convenienza a mantenere irrisolto il problema con molti interessi che vanno ricercati sia nella filiera della macellazione, sia nell’industria del latte a cui sono interessati sia i gruppi agroalimentari, sia nell’abnorme apparato pubblico di controll e servizi collegati. Una vera filiera costruita attorno alla macellazione.

Nello specifico l’esborso economico della comunità per ogni animale abbattuto si aggira intorno agli 8000€. Se circa €.1500 vanno all’allevatore come ristoro (che tra l’altro non sempre riesce ad ottenere e comunque non basta assolutamente per ripopolare) dove finiscono gli altri 6500€.? e per farne quale uso? Principalmente per mantenere un apparato elefantiaco nelle ASL di riferimento (tra veterinari ed operatori) e nell’IZSM di Portici che nel corso degli ultimi anni ha triplicato il numero di assunzioni e collaborazioni.

Se a questo aggiungiamo che l’industria della carne, per acquisire un animale definito “sospetto” spende solo €.500 contro i circa €.3000 che normalmente servono, e lo veicola come bovino nella filiera della carne si capisce di fronte a quale perverso meccanismo di vantaggio ci si trova.

Si potrebbe dire: finchè c’è brucella c’è business.

Altro problema sollevato dal Ministro Speranza è stata la ferma intenzione di abbattere gli animali positivi per eradicare BRC e TBC.

“E chi ha mai detto il contrario”, ha sostenuto Gianni Fabbris, aggiungendo “il problema è solo capire come, con quali tecniche, quali garanzie e quali procedure si individuano i casi positivi”

Il problema in Campania non è se abbattere o meno i capi positivi, bensì lo stravolgimento delle Regole ben individuate dall’UE con la 689 del 2020. L’articolo 9 disciplina con chiarezza quali sono le 3 casistiche per individuare e intervenire i casi positivi: negativo, sospetto e confermato. Il caso Confermato è solo quello per cui è stato isolato l’agente patogeno, o se ne ha la certezza della presenza. Tutti gli altri, quando non sono negativi, sono sospetti che hanno bisogno di riconferme. Nel primo caso gli animali vanno abbattuti, nel secondo vanno isolati.

Nei piani di eradicazione campani vengono fuse le due voci: Sospetto e Confermato mandando al macello intere stalle senza controprove e senza seguire quanto stabilito sempre dalla 689/2020 alla voce “sospetto”.

Abusando del principio di precauzione, quell’apparato di controllo beneficiario per la maggior parte dei ristori (i famosi 6.500€. dell’europa per ogni capo macellato) ha fatto abbattere migliaia di capi risultati poi negativi agli esami post-mortem. I numeri sono emblematici: ne solo 2019, a fronte di oltre 10.455 abbattimenti per TBC solo 90 animali sono risultati ammalati e nel 2020 su oltre 8.000 solo 30 (dati forniti dall’ASL di Caserta solo dopo espressa richiesta della Procura della Repubblica a seguito di esposto di Altragricoltura e del SIAAB).

Questo sistema ha ingenerato una modalità operativa che invece di eradicare BCR e TBC ha sostanzialmente diffuso le zoonosi . Stanno cominciando a venire fuori, grazie all’impegno di Soccorso Contadino, le casistiche più disparate sulla gestione dei test che definire poco trasparente è dir poco.

Dopo le doverose puntualizzazioni per dare al Ministro Speranza i giusti elementi di conoscenza Fabbris si è soffermato sui tre (3) obiettivi di questa lotta:

  • bloccare l’applicazione del piano di eradicazione per ridiscuterlo con i diretti interessati ed adottare misure capaci di risolvere il problema e rilanciare veramente il settore bufalino e l’intera filiera della mozzarella
  • spostare il confronto nella sede naturale: la Presidenza della Giunta. Trattandosi di materia complessa la discussione e le soluzioni non possono essere demandate ad assessorati e funzionari assolutamente non in grado di affrontare la tematica
  • sostituire i dirigenti/consulenti che hanno gestito il vecchio piano che è risultato fallimentare sotto tutti i punti di vista senza risolvere il problema BRC TBC, ma anzi aggravandolo. Non si può affidare la stesura di un piano completamente innovativo nelle mani di chi ha come unica visione l’abbattimento ad oltranza dei capi bufalini

Diventa inoltre fondamentale, considerata la materia in discussione, che il Consiglio Regionale si riprenda la potestà regolamentare votando il piano ed assumendosi la responsabilità delle decisioni direttamente in Consiglio Regionale.

Lo stesso Consiglio Regionale, alla luce dei dati emersi e delle inchieste in atto costituisca formalmente una Commissione che vada ad indagare fino in fondo per capire se dietro quelle che possono apparire come scelte sbagliate non vi sia, invece, una vera e propria strategia tesa a garantire interessi torbidi a danno e nocumento dell’intera filiera della mozzarella

Nel frattempo Gianni Fabbris ha dichiarato fermamente che lo sciopero della Fame continua ad oltranza e non sarà interrotto fin quando non ci saranno incontri formali con i Ministri della Salute, Speranza, e dell’Agricoltura, Patuanelli, e con il Presidente De Luca.

Questo è il suo appello ai Cittadini di queste TERRE: sostenete gli allevatori, aiutateli, fate propria lo loro battaglia perché è la battaglia per il futuro di questo territorio.

Nel corso della Conferenza Francesco Geremia, Segretario Regionale della CNA, ha invitato le Istituzioni alla responsabilità ed ha investito il Prefetto avvertendo evidente preoccupazione per la decisione di Fabbris di insistere ad oltranza con lo sciopero della fame.

A conclusione della Conferenza, Pasquale Corvino, Operatore Sociale della NCO, ha posto l’accento sul cinismo e la sordità della classe dirigente e sull’esasperazione degli allevatori in lotta sostenendo testualmente che “se dovesse accadere qualcosa a Gianni Fabbris la politica campana, tutta, dovrà ritenersi responsabile”.

Vedi il video della Conferenza stampa

1 commento

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    • Domenicantonio De Masi il 27 Maggio 2022 alle 5:47
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    In passato, si addossava le colpe di quanto succedeva nel settore, alla camorra?. oggi sembra che questa sia passata sull’altra sponda, sta con chi vuole la distruzione del comparto, vedendo l’affare nella macellazione e il commercio degli animali,prima infetti e subito dopo idonei, cioè guariti miracolosamente?. La gestione di tutto questo non può essere fatta dagli stessi personaggi che fino ad ora avevano fallito in questa lotta. Comunque mi pongo un quesito: come mai la produzione di mozzarella aumenta,al diminuire sensibilmente del numero delle bufale? secondo me è una Bufala e una presa in giro ai consumatori?.

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