Il 17 aprile 2001. La prima volta

Nel Marzo 2001, dopo un lungo percorso di preparazione, l’Associazione Michele Mancino, di cui era presidente Gianni Fabbris e che aveva condotto in quegli anni una serie di iniziative a partire dal contrasto al caporalato nelle campagne meridionali, rilanciò in Italia l’appello proposto da Via Campesina per tenere ovunque giornate di mobilitazione in occasione del 17 Aprile.

L’appello fu sottoscritto insieme dall’Associazione Michele Mancino, dalla rivista Carta dei Cantieri Sociali e dal Comitato italiano degli Amici del MST (Movimento Sem Terra del Brasile) e registrò una serie importante di adesioni e diverse iniziative condotte nei giorni successivi.

Questa iniziativa fu l’inizio, quasi le prove generali, del percorso che qualche mese dopo avrebbe portato, sempre sulla base di un appello dell’Associazione Michele Mancino, a tenere durante le giornate di Genova del luglio 2001 contro il G8, la Piazza tematica degli agricoltori a Piazza Rossetti da cui sarebbe nato, il Foro Contadino Altragricoltura che fu affiliato alla rete internazionale di Via Campesina.

Quella che segue è una pagina attualmente ancora ospitata nel sito degli Amici del MST che da conto di quelle iniziative.

Il 17 aprile: Giornata mondiale di lotta contadina
Appello per la celebrazione nel 2001 della Giornata mondiale di lotta contadina in Italia:

                                                                      La terra senza recinti
                                                Una via contadina all’agricoltura, una vita degna per tutti
Il 17 aprile è il quinto anniversario del massacro di Eldorado dos Carajás, dove 19 contadini del Movimento Senza Terra furono assassinati dalla polizia brasiliana durante i lavori della seconda conferenza internazionale di Via Campesina.
Anche per ricordare quella strage, nell’agenda dei movimenti sociali riuniti al Forum di Porto Alegre, Via Campesina ha proposto l’inserimento di una Giornata di lotta contadina che chiami alla partecipazione anche gli altri movimenti sociali impegnati in un progetto alternativo alle politiche neoliberiste semplice e chiaro: una vita degna per tutti.
Con questo appello, ci impegnamo a costruire la mobilitazione anche in Italia partecipando al rafforzamento di uno schieramento mondiale per un’agricoltura al di fuori del modello neoliberista, un modello che prevede sempre e comunque il massimo sfruttamento delle risorse, concentra la ricchezza nelle mani di pochi e scarica sugli agricoltori, i lavoratori, i consumatori e i cittadini gli alti costi economici, sociali e ambientali del cosiddetto sviluppo.
Chiediamo perciò a tutte le organizzazioni contadine, sindacali e sociali, a quelle dei consumatori, a quelle ambientaliste e a tutti i cittadini, di promuovere e partecipare alla Giornata caratterizzandola con i punti proposti da Via Campesina e con la richiesta di una nuova Politica agricola comunitaria europea capace di dare risposte agli interessi generali dei cittadini, degli agricoltori e dei lavoratori, e non a quelli delle imprese multinazionali.

Il diritto universale all’acqua e a una sana alimentazione non è negoziabile. Il cibo non è una merce, le politiche sull’agricoltura devono essere sottratte dal controllo dell’Organizzazione mondiale del commercio, un’istituzione antidemocratica che risponde soltanto agli interessi delle megaaziende.
La sovranità alimentare è l’affermazione del diritto dei popoli e dei territori a realizzare principalmente l’autosufficienza. Abbiamo bisogno di un’agricoltura contadina e diversificata, di alimenti sicuri e di un ciclo “corto” della produzione (qui produco e qui consumo) contro la politica di dumping e la sfrenata incentivazione delle esportazioni.
Diciamo “no” ai prodotti transgenici e alla privatizzazione dei semi, una fonte della vita e un patrimonio dell’umanità intera di cui vogliono appropriarsi pochi avidi adoratori del mercato e nemici della biodiversità.
Chiediamo una profonda revisione della Politica agricola europea di segno opposto a quella che non considera l’agricoltura un’attività di utilità sociale ma un “reparto all’aperto della produzione industriale”. La produzione del cibo va invece legata al territorio, alle necessità delle persone che lo abitano e al suo uso corretto.
Lavoriamo alla costruzione di una grande alleanza fra agricoltori, lavoratori, consumatori e cittadini che ridisegni la funzione sociale e il senso di un’agricoltura sottratta alle necessità della Grande competizione liberista globale.
Dal 17 al 22 aprile costruiamo insieme sui territori le iniziative su questi punti, sviluppandone, arricchendone e rafforzandone i contenuti. Promuoviamo inoltre un’assemblea nazionale per il 20 aprile a Roma. 

L’appello viene proposto da:
Carta dei cantieri sociali,
Comitato d’appoggio al MST (Movimento Senza Terra)
Associazione Michele Mancino


Note all’appello “La terra senza recinti”
Una via contadina all’agricoltura, una vita degna per tutti La proposta di mobilitazione italiana, discussa con Via Campesina (abbiamo informato Paul Nicholson, rappresentante europeo di Vc, e Nico Verhagen), è avanzata dai primi tre soggetti proponenti, che sono anche disponibili ad assolvere funzioni di coordinamento operativo. L’idea è quella di invitare ogni realtà che vi aderirà a promuovere autonomamente la propria iniziativa, sviluppandone i temi proposti come meglio ritiene, nel rispetto delle diversità e delle autonomie. Si propongono, in ogni modo, alcune modalità comuni per unificare l’iniziativa:

  • che le iniziative si svolgano dal 17 (giorno in cui andrebbero possibilmente concentrate quelle che coinvolgono gli agricoltori) fino al 22 aprile
  • che si realizzi una raccolta di firme all’appello (si potrebbero, poi, consegnare alle istituzioni competenti)
  • che si distribuisca una lettera-volantino (adattamento della proposta di lettera prodotta da Via Campesina)

Proprio la diversificazione dei possibili aderenti alla campagna (organizzazioni contadine, Rsu, lavoratori dei Mc Donald’s, Ong, realtà sociali, ambientaliste, reti del commercio equo, ecc.) ci induce a sollecitare la più ampia diversificazione nelle modalità dell’iniziativa: banchetti, assemblee, spettacoli, raccolta di firme in bottega o sul luogo di lavoro, assemblee nelle scuole, ecc.
Pensiamo poi ad una conferenza stampa da tenere a Roma nei giorni precedenti il 17, così come sarebbe utile che ogni realtà organizzata produca uno sforzo nel segnalare agli organi di stampa e di comunicazione la propria partecipazione all’iniziativa.
Punto importante del percorso, dovrebbe essere infine l’assemblea pubblica da tenersi a Roma il giorno 20 Aprile con la partecipazione di Joao Vieira, componente dell’esecutivo del CPE (sezione europea di Via Campesina), invitato a proporre, in quell’occasione, la campagna europea per un’altra Politica agricola comune (Pac) definita nell’incontro di Bruxelles del 12 e 13 Marzo. Con questo percorso, tentiamo di offrire a tutti un terreno comune di riflessione per un’iniziativa che valorizzi le diversità senza tentare sintesi improbabili ma che, al tempo stesso, ci richiami alla necessità di costruire l’unificazione degli obiettivi e delle finalità.

Il sito di Carta ospiterà, tra qualche giorno, nella home page l’appello e il calendario delle iniziative che ogni singolo aderente dovrà segnalare per e-mail specificando la voce “La terra senza recinti


VIA CAMPESINA
Movimento contadino internazionale

Proposta di lettera aperta

14 marzo 2001

Cari amici,
Le azioni della giornata del 17 aprile possono prendere forme molto diverse a seconda delle possibilità delle organizzazioni partecipanti. Uno dei modi di partecipazione può consistere nell’inviare una lettera a vostri ministri o ad altri responsabili delle questioni del dumping e degli OGM ed esprimergli il vostro appoggio alle rivendicazioni della giornata di azione internazionale del 17 aprile.
Noi abbiamo preparato una proposta di lettera che può essere adattate e una lista di rivendicazioni che possono essere inviate insieme alla lettera. Questa lista può essere anche utilizzata, separatamente dalla lettera durante altre azioni o pubblicata come completamento di un articolo su questa giornata di lotta.
Vi ringraziamo per il vostro appoggio

Rafael Alegria Moncada
Via Campesina
c/o Nico verhagen


Proposta di lettera
Al Ministro …
Con questa lettera vogliamo attirare la sua attenzione sul 17 aprile, Giornata mondiale di lotta contadina. La scelta di questo giorno è legata al fatto che il 17 aprile del 1996, mentre si stava svolgendo, in Messico, la seconda Conferenza internazionale della Via Campesina, 19 contadini del Movimento dei Senza Terra (MST) del Brasile sono stati massacrati.
Via Campesina si sta mobilitando in questi giorni in diversi paesi del mondo insieme ad altri settori della società per presentare le rivendicazioni sotto elencate (si veda anche il documento di Via Campesina annesso a questa lettera).

Rispetto alla importazione di alimenti a basso costo:
– La esclusione dal WTO di tutte le negoziazioni legate alla produzione e al commercio degli alimenti
– L’applicazione del principio della sovranità alimentare
– L’abolizione delle sovvenzioni e di altri aiuti alle esportazioni
– L’abolizione dell’obbligo di accettare importazioni fino al 5% del consumo interno

Rispetto agli Organismi Geneticamente Modificati (OGM):
– Proibire l’uso di OGM nell’agricoltura perché danneggiano gli agricoltori, i consumatori e l’ambiente
– Abolire la brevettazione della vita
– Riconoscere i semi e le altre risorse genetiche come patrimonio dell’umanità
– Proibire i semi morti e altre tecnologie che impediscono all’agricoltore di riprodurre i suoi propri semi
– Riconoscere i diritti dell’agricoltore

Appoggiamo pienamente queste rivendicazioni e le chiediamo di prendere iniziative a livello nazionale e internazionale per mantenere e rafforzare una produzione alimentare contadina e sostenibile

Rispettosamente, Firma


Richieste di Vía Campesina per il 17 Aprile:
Giornata Internazionale di Lotta Contadina

Bloccare le importazioni a basso prezzo e applicare il principio della sovranità alimentare.

  • Esclusione dal WTO di tutte le negoziazioni legate alla produzione e al commercio degli alimenti. Denunciamo l’organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) come un vero strumento antidemocratico al servizio delle multinazionali che ci stanno imponendo la politica di “Liberalizzazione dei Mercati”. I Trattati del “Libero” Scambio e il WTO in agricoltura stanno deviando la produzione nazionale verso la produzione intensiva per l’esportazione, portando milioni di contadini e appartenenti ai popoli indigeni verso la bancarotta totale. Bisogna fermare queste politiche neoliberali che trasformano i contadini/e e gli indigeni in poveri che vivono nelle baraccopoli e in deportati nel loro stesso paese o in lavoratori illegali al servizio della produzione intensiva industriale.
  • Applicazione del principio della sovranità alimentare come primo principio nella formulazione di politiche agricole che devono assicurare una produzione contadina e diversificata di alimenti sani, prezzi che remunerino il lavoro contadino, la riattivazione delle politiche di riforma agraria, una regolazione dei mercati per evitare eccedenze e il blocco della industrializzazione della produzione agricola.
  • Abolizione delle sovvenzioni e degli altri aiuti all’esportazione come parte delle misure per evitare il dumping e la importazione a bassi prezzi.
  • Abolizione dell’obbligo di accettare importazione fino al 5% del consumo interno. Ogni paese deve avere e applicare il pieno diritto di proteggere la propria produzione alimentare contro le importazioni. Bisogna bloccare l’apertura forzata dei nostri mercati alle importazioni a basso prezzo che distruggono la produzione alimentare e accrescono ancora la miseria e la fame in ambiente rurale.

No agli Organismi Geneticamente Modificati, ai Brevetti in agricoltura e Si alle sementi contadine.

  • Divieto degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) in agricoltura. Sono dannosi per gli agricoltori, i consumatori e l’ambiente.
  • Divieto di brevettazione della vita. La ricchezza e la diversità genetica sviluppate dagli stessi contadini, non possono divenire proprietà privata di alcune imprese transnazionali.
  • Definizione di una diversa legislazione che riconosca che le sementi e altre risorse genetiche sono patrimonio dell’umanità, rispettando il carattere collettivo di questi diritti e il libero accesso alla risorse genetiche.
  • Divieto di usare sementi “morte” e altre tecnologie che impediscono all’agricoltore di riprodurre le proprie sementi. Le sementi morte producono piante con sementi non fertili il che significa che i contadini/e produttori dovranno comprarli anno dopo anno. Questo ci rende dipendenti dalle transanazionali e alla fine ci esclude dalla produzione.
  • Riconoscimento dei diritti dell’agricoltore su quel che concerne il controllo del futuro delle risorse genetiche e le decisioni che le riguardano. Come agricoltori abbiamo conservato le risorse genetiche in agricoltura, siamo depositari dello sforzo e delle conoscenze delle generazioni che hanno creato questa ricchezza, per questo esigiamo che si riconoscano i nostri diritti.

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