Da mesi gli allevatori del sud Italia attendono che il Governo Nazionale mantenga l’impegno di nominare il Commissario Nazionale per la Brucellosi e la TBC nelle 4 regioni (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia) dove, vergognosamente, ancora non si sono risolti i problemi che, in realtà, sono stati da decenni risolti in tutta europa e nel resto dell’Italia.
“Da quello che ci consta da tempo l’iter tecnico dell’istruttoria per la nomina del Commissario Nazionale sulla BRC e la TBC si è concluso e da tempo la decisione politica è stata assunta come del resto hanno chiesto a gran voce i parlamentari di territorio. Ora non c’è più alcuna ragione per ritardare oltre la firma da parte del Consiglio dei Ministri. Ogni giorno che passa espone gli allevatori, gli animali e i territori a rischi crescenti di fronte all’aggravarsi del fallimento dei piani regionali. Ed ogni giorno che passa lascia gli allevatori e le imprese di fronte all’arbitrio ed alle provocazioni di chi, avendo fallito e continuando a fallire, continua a gestire l’attuazione di piani che provocano danni mentre lascia la gran parte degli operatori pubblici in buona fede e dalla grande professionalità (veterinari, tecnici delle asl, operatori diversi) nella indecisione e nel vuoto di indicazioni chiare e risolutive”
Gianni Fabbris, presidente onorario di Altragricoltura, nella sua veste di Portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino e Coordinatore della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento e il cibo di Territorio, scrive al Ministro della Salute e al Ministro dell’Agricoltura e, dopo aver chiesto che il provvedimento di nomina del Commissario Nazionale venga portato al Consiglio dei Ministri e che il Governo incontri il Forum per il Piano Partecipato per verificare lo stato delle iniziative, annuncia che dai prossimi giorni sarà a Roma in sciopero della fame “davanti al Ministero della Salute in cui poco meno di un anno fa tenemmo con speranza l’incontro e da cui, ancora, attendiamo gli atti”.
Al Sig. Ministro della Salute,
prof. Orazio Schillaci
e, p.c.
al Sig. Ministro per la’Agricoltura, le Foreste e la Sovranità Alimentare
on. Francesco Lollobrigida
al Sig. Sottosegretario alla Salute
on.le Marcello gemmato
al Presidente della IX Commissione Permanente del Senato
Sen. Luca De Carlo
Casal di Principe. 9.4.24
Oggetto: Nomina del Commissario sulla Brucellosi e la TBC.
Richieste e informativa sull’avvio dello sciopero della fame del portavoce Gianni Fabbris
Pregiato sig. Ministro, Orazio Schillaci
come Lei sa, il giorno 22 maggio del 2023, abbiamo partecipato presso il Ministero per la Salute a Roma ad un tavolo convocato dal Sottosegretario on.le Marcello Gemmato, dove è iniziato un confronto circa l’opportunità di nominare un Commissario Nazionale per risolvere i problemi della Brucellosi e della TBC nelle Regioni italiane ancora non indenni (segnatamente, in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia in particolare).
L’incontro è venuto, peraltro, dopo che il Senato della Repubblica ha avviato una Indagine Conoscitiva presso la IX Commissione e nel quadro di numerose iniziative assunte dagli allevatori organizzati nel Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino sia sul piano istituzionale (nelle Regioni coinvolte, presso il Parlamento e il Governo nazionali e in Europa), che su quello legale e attraverso una campagna nazionale di informazione.
Dal 22 maggio abbiamo preso atto con soddisfazione che con il Governo si è aperto un percorso finalizzato a risolvere i problemi. Abbiamo registrato positivamente (dandone atto pubblicamente) il confronto che ha portato a condividere a diversi livelli la necessità della nomina del Commissario Nazionale e i passaggi che hanno sostanziato una proposta ampiamente condivisa circa il metodo e la sostanza della nomina ma, oggi, non vediamo più alcun motivo di attendere oltre.
A tutt’oggi la nomina del Commissario Nazionale ancora non è stata adottata dal Consiglio dei Ministri (per quanto ci consta sia stato completato tutto l’iter istituzionale, individuato e acquisito la disponibilità del soggetto designato, definiti i supporto operativi, trovate le risorse necessarie) e, nonostante che dal dicembre del 2021, il Coordinamento degli allevatori (sostenuto da un ampio schieramento di forze sociali, sindacali ed economiche oltre che da una larga parte dell’opinione pubblica nazionale) ha avanzato proposte chiare, dando vita, fra l’altro ad una Rete Interregionale degli allevatori nelle aree interessate per coinvolgerli nel processo di risoluzione dei problemi, costituendo un Forum per il Piano Partecipato che, fra l’altro, si è dotato di un Osservatorio Scientifico ed ha riunito i diversi soggetti coinvolti dalla filiera di produzione, trasformazione e distribuzione della mozzarella, pronto a sostenere l’attuazione di un Piano di eradicazione che, finalmente e dopo decenni di fallimenti, finalmente liberi i territori e gli allevatori dall’incubo di una zoonosi che nel resto dell’Europa e il resto dell’Italia ha ampiamente risolto, non registriamo atti risolutivi conseguenti agli impegni. Proposte condivise e a diverso titolo sostenute dai parlamentari di territorio di maggioranza e opposizione
Nel frattempo, mentre si susseguono le sentenze della Magistratura che danno ragione agli allevatori ed al Coordinamento, sempre più costretti, in assenza di un atto della politica, ad adire alle sedi giudiziarie per avere riconosciute le loro ragioni, la BRC e la TBC si trasformano in acute e (con buona pace di molte mistificazioni e letture strumentali dei dati) aumentano i focolai e i rischi sia per le imprese che per gli animali e i cittadini.
Valga per tutti il dato dell’aumento di focolai di BRC in uno solo dei comuni del Casertano (Castel Volturno) in cui sono stati accesi negli ultimi due mesi 11 focolai nonostante che alle aziende sia stato imposto il fallimentare piano della Regione con la promessa che avrebbe risolto i problemi. Ebbene, dopo che le aziende, in applicazione degli obblighi di normative che da sempre noi e gran parte del pensiero scientifico autonomo denunciamo come inutili se non dannose, sono state costrette a spendere centinaia di migliaia di euro di risorse proprie per avere il nulla osta della regione a continuare ad allevare, sono state nuovamente (alcune per la quarta volta) dichiarate positive alla BRC. Un disastro che sta mettendo in ginocchio il comparto bufalino ma che non incide di meno su quelli dell’allevamento siciliano, pugliese e calabrese.
Intanto gli allevatori continuano a conoscere delle istituzioni l’unico volto dei responsabili regionali che fin qui hanno gestito il fallimento di piani inutili e dannosi come è il caso in Campania dei componenti della struttura affidata all’ex Generale in pensione dei Carabinieri Luigi Cortellessa chiamato dal Presidente De Luca a imporre il Piano fallimentare fino ad intimidire gli allevatori che osano rivendicare e far valere le loro legittime istanze.
Pregiato Sig. Ministro le rappresento tutta l’indignazione e lo scoramento disincantato e sfiduciato degli allevatori e dei tanti cittadini che ne stanno sostenendo le ragioni, sottolineandole come ogni ulteriore ritardo nella nomina del Commissario Nazionale è ormai intollerabile oltre che ingiustificabile.. A nome degli allevatori sollecito il Governo, per il tramite della Sua persona, a porre fine ad una situazione non più sopportabile.
Al tempo stesso Le rinnovo la nostra più piena disponibilità a lavorare per mettere il Commissario nella migliore condizione di cogliere un risultato pieno che, sappiamo, non sarà scontato ma che vede proprio nel pieno coinvolgimento delle imprese e del territorio la prima delle condizioni per riuscire.
Per quanto in questi tre anni di iniziativa del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino mi sia sempre sforzato di assolvere alla mia funzione sindacale e di portavoce degli allevatori con equilibrio e autonomia, Le confesso di non poter più limitarmi alla denuncia o di dover registrare i tempi di una “ragione politica” che non ha alcuna giustificazione morale. Il Parlamento ha votato all’unanimità, oltre un anno fa, un Ordine del Giorno il cui primo firmatario è il Senatore De Carlo ed ha aperto una Commissione di Indagine ma le aziende continuano a chiudere; i parlamentari di maggioranza e opposizione del territorio (che ringraziamo per l’impegno) si sono schierati e si stanno adoperando a gran voce per il cambiamento ma chi ha fallito in questi anni continua a gestire (fallendo ancora) piani fallimentari e si fa beffa e oltraggio delle istituzioni elettive, il Governo apre un tavolo istruendo un percorso di soluzione ma la soluzione non arriva e viene rinviata puntualmente quasi che una o più mani interessate ne impediscano l’attuazione.
Non potendo più limitarmi a scrivere documenti e fare proposte, di fronte al malessere profondo degli allevatori, Le annuncio che da Martedi 16 aprile, sarò in sciopero della fame nuovamente, determinato a contribuire a porre fine ad una attesa insopportabile. Questa volta lo terrà davanti alla sede del Ministero della Salute a Roma, ovvero nel luogo dove ormai undici fa sedemmo con speranza e spirito positivo; condurrò lo sciopero della fame fino a quando non si sarà sbloccata la situazione e il Governo non avrà dato seguito agli annunci che si sono numerosi susseguiti in questi lunghi mesi.
Le chiedo, a nome del Movimento che rappresento e che ha assunto l’onere e l’impegno di una iniziativa di civiltà, due cose: un incontro con il Forum per il Piano Partecipato (costituito in questi mesi e che attende da tempo di poter incontrare il Ministero senza averne avuto la possibilità dopo il 22 maggio scorso) per entrare nel merito dello stato dell’arte consegnandoLe direttamente gli ultimi numeri e denunce sul disastro delle iniziative dei piani in particolare in Campania e in Sicilia e che Lei voglia portare alla firma del Consiglio dei Ministri il Provvedimento di nomina del Commissario Nazionale.
La prego di considerare che questa mia decisione di tenere lo sciopero della fame per sollecitare il Governo al rispetto degli impegni richiesti dai propri parlamentari non è assunta in maniera superficiale o come una provocazione ma per sostenere le ragioni da quanti (e fra loro i Parlamentari della sua stessa maggioranza e tanta parte delle strutture regionali impegnate a risolvere i problemi) stanno chiedendo e che il mio sciopero della fame, conseguentemente, terminerà solo e se ci saranno risposte esaustive agli allevatori ed ai cittadini.
Con stima
Gianni Fabbris
Portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino
Coordinatore della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio
Presidente onorario di Altragricoltura – Confederazione per la Sovranità Alimentare
2 commenti
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È una vera vergogna, il colpevole silenzio della politica sta creando più danni di quello che hanno già fatto i responsabili di questo disastro.. i signori ministri seduti sulle comode poltrone mon badano alle sofferenze di coloro che con sudore hanno
saputo creato impresa e che ora si vedono cancellare il frutto dei loro grandi sacrifici!
Sempre così, la sofferenza non ha limiti, chi è accanto a Fabbris sappi che non può più fare lo sciopero della fame, non è più giovane e deve giornalmente curarsi per gli inevibili acciacchi che tutti conosciamo.
Inoltre la politica non nominerà mai un commissario per le 5 regioni , altrimenti dovrebbe farlo con le proprie diversità per tutte le regioni italiane. Significa dimissioni del ministro della salute.
È solo una mia opinione.
Tuttavia: ” In bocca al Lupo”
[…] Dal 16 aprile, Fabbris a Roma in sciopero della fame davanti al Ministero della Salute. […]
[…] Dal 16 aprile, Fabbris a Roma in sciopero della fame davanti al Ministero della Salute. […]
[…] giorni scorsi aveva indirizzato una lettera al Ministro della Salute e dell’Agricoltura, e aveva annunciato l’intenzione di avviare uno sciopero della fame chiedendo un incontro con una delegazione di allevatori e il Forum per il Piano Partecipato oltre […]