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Brucella e TBC Bufalina. Proposte per un Piano di Prevenzione e Eradicazione.

Pubblichiamo, di seguito il documento di proposte presentato alla Regione Campania per avviare l’inversione di tendenza sulla stategia fin qui seguita. Il documento si compone di una prima parte con 17 proposte (prodotto il 13 gennaio 2022) ed un ulteriore approfondimento con altre proposte inviato alcuni giorni dopo

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Proposte per il
PIANO DI PREVENZIONE E ERADICAZIONE

  1. VACCINAZIONE:
  1. Attuare un piano di profilassi vaccinale (vaccino RB51) avente ad oggetto vitelle di età dai 6 ai 9 mesi, detenute sia in allevamenti focolaio che in allevamenti indenni e ufficialmente indenni da brucellosi, che insistono nei territori dei Comuni considerati di cd. Zona Rossa (zona cluster principale), nonché in tutti i comuni limitrofi alla stessa nei quali si concentra la restante e consistente parte di infezione, per i cui l’azione di contrasto alla malattia deve essere altrettanto consistente e incisiva, impedendo in tal modo di lasciare sul territorio provinciale pericolose fonti di infezione che potrebbero vanificare il lavoro svolto e portare alla diffusione della malattia in altre zone del territorio provinciale attualmente non a rischio, come indicato nel parere reso dal CNR di TERAMO sulla vaccinazione contro la brucellosi dei capi bufalini in provincia di Caserta.
  2. Nei territori in cui è consentita la vaccinazione si ritiene opportuno bloccare la movimentazione di animali in uscita, mentre per quanto riguarda la movimentazione di animali in entrata si ritiene opportuno che la stessa sia consentita solo se i capi acquistati provengano da aziende indenni e/o ufficialmente indenni, al di fuori della zona rossa; nella stessa area vengono sospese tutte le attività di transumanza anche bovina e ovicaprina in applicazione dei principi di precauzione in ragione della indeterminatezza delle attuali tipizzazioni della brucellosi.
  3. In merito ai capi bufalini immessi in un allevamento soggetto al piano di eradicazione, si richiede che l’ASL di appartenenza effettui entro il termine di 42 giorni gli accertamenti circa lo stato sanitario dei capi e sulla presenza di vaccino RB51 eseguito in maniera fraudolenta.
  4. Si ritiene opportuno e si richiede che sia avviata una sperimentazione su larga scala in merito alla vaccinazione sui capi adulti sieronegativi da parte del CNR per la brucellosi, al fine di realizzare uno studio pubblico, aggiornato e condiviso dall’intera Comunità scientifica, sulla possibilità di estendere la vaccinazione a tale categoria di animali, che ne certifichi l’efficienza e l’innocuità per quanto riguarda la sicurezza alimentare.

Si richiede che nell’ambito di tale sperimentazione siano approfonditi aspetti relativi ai metodi diagnostici attualmente utilizzati nei piani di profilassi, nonché la fattispecie relativa alla verifica dei capi sieropositivi, al fine di stabilire se gli stessi siano effettivamente portatori della brucella abortus.

  1. Si richiede che nell’esecuzione del programma di vaccinazione sia istituita dall’IZSM una Task Force Vaccinale che gestisca, controlli e garantisca tutto il processo e tutti i passaggi nell’attuazione di tale programma.

In particolare si richiede che:

  1. I vaccini siano detenuti per la conservazione presso la sede dell’IZSM, il quale se ne assume la completa responsabilità.
  2. Sia previsto un idoneo e accurato sistema di tracciabilità delle singole dosi di vaccino sia per quanto riguarda la provenienza e il controllo qualità, sia per quanto riguarda, soprattutto, l’allevamento in cui le stesse dovranno essere inoculate, al fine di garantire l’assoluta trasparenza, anche attraverso l’ausilio di Data Logger e registri informatici.
  3. Sia vietata la conservazione delle dosi di vaccino presso qualsiasi struttura diversa dall’IZSM.
  4. Le dosi di vaccino, una volta uscite dall’IZSM dovranno dirigersi direttamente all’allevamento presso cui le stesse dovranno essere inoculate.
  5. L’espletarsi delle operazioni di vaccinazione avvenga ad opera di personale veterinario dell’ASL di competenza, in presenza del Veterinario Aziendale e di almeno un agente di Polizia Giudiziaria come ad es. Carabinieri dei NAS
  6. Prima dell’inoculazione delle dosi di vaccini sia verificata l’idoneità delle stesse, i numeri di lotto e la data di scadenza, e che alla fine delle operazioni di tali profilassi venga redatto un verbale congiunto, firmato e sottoscritto da tutti i soggetti presenti e intervenuti nelle operazioni. Si richiede altresì che in tale verbale sia indicata l’eventuale distruzione di dosi vaccinali riportandone il relativo numero di lotto, nonché eventuali dosi residue.
  1. AUTOCONTROLLO

Si richiede che sia concessa la possibilità agli allevatori, in presenza di personale veterinario della ASL di competenza, di procedere alle operazioni di autocontrollo al fine di verificare con maggior frequenza, nelle more delle Profilassi di Stato, lo stato sanitario degli animali presenti nei propri allevamenti in maniera costante, al fine di affiancare le Autorità competenti nell’attività di controllo, prevenzione ed eradicazione delle zoonosi, attraverso le seguenti prove:

  1. ELISA latte
  2. Test sierologici
  3. Tamponi vaginali pre parto (15 giorni prima) o altro test che sia in grado di escludere la presenza di zoonosi al fine di evitare parti di animali positivi nelle apposite sale parto occupate anche da bufale sane onde evitare un’infezione allargata all’interno della stalla.
  4. Test esclusione malattie cross reagenti
  5. Esami per l’individuazione precoce della TBC e BRC su richiesta del veterinario aziendale, qualora lo stesso sospetti, in uno o più animali adeguatamente isolati, la presenza della patologia sulla base di sintomatologie evidenti.

Si richiede che i sopracitati test possano essere eseguiti in qualsiasi momento, al di fuori delle attività di Profilassi di Stato, su richiesta dell’allevatore e in presenza del Veterinario Aziendale e di personale ASL, presso gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di tutta Italia.

Al fine di sensibilizzare la parte allevatoriale circa l’essenziale attività di prevenzione e autocontrollo si richiede, in presenza di aborto o ritenzione placentare, che la consegna e la diagnosi delle stesse sia eseguita a titolo gratuito.

  1. TEMPISTICHE PROFILASSI
  1. Si richiede che le attività di Profilassi di Stato siano eseguite con cadenza quindicinale e che i risultati delle analisi siano inviati entro il termine massimo di 5 giorni lavorativi dall’esecuzione della singola attività.
  2. Riconoscimento della possibilità di inviare le campionature agli IZS di tutta Italia al fine di velocizzare le attività di analisi dei campioni prelevati, vista l’elevata mole dei prelievi ematici da analizzare di cui l’IZSM sarà investito.
  3. Nell’ottica di garantire maggiore tempestività nell’esecuzione delle Profilassi di Stato, i veterinari ASL dedicati a tali interventi dovranno essere tutti adeguatamente e specificamente formati per il tipo di zoonosi.
  4. Imporre delle finestre di tempo giornaliere più ampie al fine di aumentare il numero di capi sottoposti a profilassi nell’arco della singola giornata.
  5. I campioni prelevati dovranno essere consegnati in giornata all’IZSM. Inoltre tali campioni, una volta usciti dal relativo allevamento, dovranno essere consegnati direttamente all’IZSM senza alcuna tappa intermedia, anche il Venerdì. Visti i limiti della stessa ASL, gli allevatori si rendono disponibili alla consegna dei campioni, debitamente sigillati, presso l’IZSM in presenza o meno del Veterinario Ufficiale.

    4. MONITORAGGIO E CONFRONTO PERIODICO

Si ritiene che l’attività di monitoraggio periodica sull’andamento del piano di eradicazione e del piano di vaccinazione, con la partecipazione di tutti gli stakeholders, rappresenti un elemento fondamentale per la riuscita del piano stesso e per verificare quelle che sono le posizioni e i comportamenti degli allevatori e delle autorità sanitarie al fine di rilevarne aspetti positivi ed eventuali criticità. Pertanto si richiede l’istituzione di incontri periodici con cadenza trimestrale a cui dovranno partecipare i rappresentanti delle autorità sanitarie, gli esperti di riferimento della Regione Campania, una rappresentanza della Giunta Regionale, una rappresentanza del CNR, nonché i rappresentanti delle associazioni indicati dal Coordinamento unitario.
Ai fini di una effettiva e completa azione di monitoraggio vengono acquisiti su base trimestrale i dati della tracciabilità del latte di bufala come da normativa nazionale e viene sollecitato l’ICQRF a controlli periodici

Si richiede altresì la sorveglianza attiva del Ministero della Salute per tutta la durata del Piano.

MISURE STRUTTURALI

  1. INDENNIZZI
  • Gli allevatori che nell’esecuzione del piano di eradicazione abbattono animali risultati positivi alle attività di Profilassi, devono ricevere assolutamente i dovuti indennizzi nel termine massimo di 90 giorni.
  • Aggiornamento costante degli indennizzi su base ISMEA.
  • In relazione all’informativa antimafia prefettizia richiesta dalla pubblica amministrazione per il pagamento degli indennizzi per i quali la stessa si richiede, l’amministrazione dovrà applicare la normativa nazionale vigente in materia di silenzio assenso. Pertanto, decorsi infruttuosamente i termini per il riscontro alla richiesta di informativa antimafia e, in ogni caso, non oltre il termine di 60 giorni, l’amministrazione dovrà predisporre il pagamento all’allevatore del relativo indennizzo sulla base di un’autocertificazione presentata dallo stesso.

L’Asl di competenza dovrà, altresì, richiedere l’informativa antimafia entro il termine di 15 giorni dalla consegna dell’istanza di indennizzo da parte dell’allevatore interessato. Nel caso in cui l’ASL non rispetti tale termine, in ogni caso dovrà predisporre il pagamento dell’indennizzo non oltre il termine di 90 giorni.

  • Semplificazione delle attività e delle formalità di natura amministrativa che impediscono l’erogazione degli indennizzi agli allevatori, con particolare attenzione alla problematica legata al DURC.
  1. MANCATO REDDITO
  • Si richiede che venga predisposta una misura per il mancato reddito degli allevatori che si ritrovano ad affrontare obblighi di quarantena e difficoltà di ripopolamento in seguito agli abbattimenti in esecuzione del piano di eradicazione. L’importo dovrà essere quantificato in misura delle unità bovine adulte abbattute, per un periodo minimo di 12 mesi.
  • Nelle ipotesi di STAMPING OUT dovranno essere messe a disposizione dell’allevatore risorse economiche ancora maggiori per far fronte al fermo aziendale temporaneo o definitivo dell’allevamento
  1. CONSORZIO DI BONIFICA
  • Pulizia dei canali principali e secondari con cadenza minima annuale, compresa potatura vegetazione.
  • Intervenire in maniera seria, incisiva e risolutiva sulle criticità del canale dei Regi Lagni, con particolare attenzione alle barriere architettoniche introdotte negli ultimi anni alla foce di tale canale, che comportano l’allagamento dei territori limitrofi.
  1. RIPOPOLAMENTO AZIENDE CHE HANNO ESEGUITO LO STAMPING OUT CHE HANNO ADEMPITO ALLE PRESCRIZIONI IN MATERIA DI BIOSICUREZZA

Segnaliamo la presenza sul territorio provinciale di allevamenti bufalini che hanno ormai dato esecuzione alle ordinanze di stamping out da oltre 1 anno, qualcuna anche 2, che nonostante abbiano realizzato a proprie spese ingenti interventi di biosicurezza, impegnando centinaia di migliaia di euro, ad oggi non sono stati ancora autorizzati dall’autorità sanitaria a ripopolare per la ragione di essere all’interno del raggio di un cluster di infezione.

Considerato che tale situazione rappresenta una serie emergenza dal punto di vista socio-economico, in quanto ci troviamo dinanzi a realtà aziendali che non producono reddito da 1-2 anni e che hanno investito le proprie risorse economiche sugli interventi di biosicurezza nella speranza di ripopolare, occorre intervenire in maniera celere e incisiva al fine di restituire agli imprenditori il diritto di fare impreso, produrre reddito e mantenere le proprie famiglie.

Pertanto, riteniamo che vengano adottate le seguenti misure:

  1. Per le aziende attualmente in stato di vuoto sanitario che hanno adempito alle prescrizioni di biosicurezza imposte dall’autorità sanitaria, che si trovano nel raggio di azione di un cluster di infezione relativamente ad un allevamento focolaio che abbia anch’esso elevati standard di biosicurezza, all’azienda attualmente in stato di vuoto sanitario deve essere concessa la possibilità di ripopolare entro un massimo di un anno dalla data di stamping out, con obbligo di vaccinazione per le vitelle 6-9 mesi, se presenti.
  2. Nel caso in cui invece l’azienda in stato di vuoto sanitario con elevati standard di biosicurezza si trovi nel raggio d’azione di un’azienda focolaio che non abbia invece ancora realizzato adeguati standard di biosicurezza, alla prima deve essere concessa almeno la possibilità di ripopolare con vitelle dai 6 ai 9 mesi con obbligo di vaccinazione.
  1. ENTITA’ EPIDEMIOLOGICHE

Nell’ipotesi in cui in una stessa e circoscritta zona siano presenti più allevamenti ravvicinati e/o confinanti, stabilito preventivamente quelli che sono i fattori di rischio legati alla distanza tra gli stabilimenti, vanno tutti considerati come un’unica entità epidemiologica eseguendo attività di profilassi in maniera contestuale, soprattutto nel caso in cui in uno o più di essi vengano individuati capi positivi alla brucellosi. In particolare in relazione a tali entità epidemiologiche si ritiene opportuno che il test ELISA sul latte venga effettuato con cadenza mensile anziché bimestrale.

  1. FORMAZIONE ALLEVATORI

Predisposizione di appositi corsi di formazione obbligatori per tutti gli allevatori per l’apprendimento di nozioni base in materia di biosicurezza e di tutela sanitaria della stalla, con rilascio di certificazione OSA (Operatore sicurezza alimentare)

  1. OBBLIGO IMBOLATURA VITELLA FEMMINA

Prevedere obblighi di imbolatura per tutte le vitelle femmine che sono destinate alla macellazione al fine di evitare eventuali frodi.
Nel caso di aziende con tipologia di allevamento plurima l’obbligo di imbolatura va esteso a tutto il patrimonio zootecnico aziendale

  1. MACELLAZIONE DEI CAPI CON PROVVEDIMENTO SANITARIO

L’abbattimento dei capi infetti (necessario anche ai fini di una adeguata strategia di integrazione fra prevenzione e eradicazione) va realizzata nel pieno rispetto delle normative nazionali.
Come da disposizioni di legge l’abbattimento e la macellazione di capi bufalini ad effetto di provvedimento sanitario deve obbligatoriamente effettuarsi nell’ambito del territorio provinciale.

  1. PARAMETRI STRUTTURALI

Per quanto concerne le bufale adulte si considera adeguata un’area complessiva di di 7 m2 e non inferiore a 5 m2 in asciutta come previsto dal Centro Referenza Nazionale Benessere Animale dell’Emilia Romagna e dal Manuale Classy Farm.

  1. BIOSICUREZZA
  • Creazione di una piattaforma informatica in materia di biosicurezza in cui siano indicate le posizioni di tutte le aziende circa l’attuazione delle prescrizioni in tale ambito.
  • Previsioni di premi economici in favore degli allevatori che ottemperano e mantengono determinati standard di biosicurezza, analogamente a quanto accade in materia di Benessere Animale.
  • Previsione di finanziamenti con quote di almeno il 50% a fondo perso per gli allevatori a cui vengono imposte la realizzazione di opere di biosicurezza.
  • Individuazione dell’Ente responsabile della pianificazione, del controllo e dell’esecuzione dei piani di biosicurezza negli allevamenti
  • Definizione di linee guida chiare, univoche e valide per tutti gli allevatori.
  • Si richiede che, nel caso in cui in un allevamento vengano riscontrate delle situazioni strutturali non conformi agli standard minimi di biosicurezza, venga concesso all’allevatore per adeguarsi un termine di almeno 6 mesi, con deroga di 3 mesi.
  • Obbligo di derattizzazione

15) Misure per la valorizzazione della filiera

Si richiede di predisporre, anche finalizzando e implementando strumenti normativi diversi ovvero integrando misure regionali, nazionali ed europee, un piano di settore per la valorizzazione della filiera bufalina che

  • favorisca la competitività, l’ammodernamento e la capacità organizzativa delle aziende allevatrici e di quelle della trasformazione e distribuzione artigianale
  • promuova il loro legame con il territorio al fine di valorizzare le specifiche caratteristiche, il miglioramento e la tipicizzazione delle produzioni ovvero il superamento della standardizzazione dei prodotti investendo, piuttosto, sulla diversificazione dell’offerta
  • favorisca le aggregazioni di impresa (OP, Reti, ecc..) e la loro integrazione in filiere agroalimentari moderne, efficienti e competitive
  • metta a disposizione dei processi di aggregazione di impresa e di filiera azioni coerenti di promozione, marketing e pubblicità dei prodotti realizzati per sostenerne la penetrazione sui mercati anche nazionali e internazionali
  • realizzi un piano attivo per favorire l’accesso al credito anche implementando un fondo di rotazione con criteri premianti dei processi aggregativi che realizzino processi di filiera legati al territorio

16) Ricerca epidemiologica

Si richiede l’attivazione di una ricerca epidemiologica che verifichi, quantizzi e documenti la dinamica e la consistenza reale dei rischi da TBC e Brucellosi nelle aree interessate dall’allevamento bufalino

17) Profili di metodo del Piano e della sua applicazione

  • il Piano deve concentrarsi sulle misure per l’eradicazione e la prevenzione della Brucella e della TBC in modo da offrire con chiarezza agli operatori ed a tutti i soggetti coinvolti le indicazioni su come operare, cosa fare e chi deve fare (con quali responsabilità
  • le misure e i piani (fondamentali, come la Biosicurezza e le Misure Ambientali) che integrano il Piano di Prevenzione ed Eradicazione devono essere considerate allegate e quindi proposte come schede autonome e allegate per cui vanno implementati tempi e approfondimenti specifici
  • al fine di favorire il più efficace coinvolgimento il Coordinamento Unitario per la Difesa del Patrimonio Bufalino propone la costituzione di una Consulta Partecipata per l’Applicazione del Piano che, su base periodica trimestrale, confronti, verifichi, estenda e adegui il percorso applicativo
  • ai fini della migliore applicazione delle intese il Coordinamento Unitario si impegna a promuoverne la realizzazione ed a favorire la sua comprensione e il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate

INTEGRAZIONI ALLE PROPOSTE DI MODIFICA DELLA BOZZA DEL PIANO PRESENTATO DALLA REGIONECAMPANIA PER AFFRONTARE LA BRUCELLOSI E LA TBC BUFALINA

Preg,to Assessore
Le inviamo ulteriori proposte emerse nel Corso del confronto avvenuto sabato scorso 22 gennaio durante l’Assemblea degli Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino e del Territorio che devono intendersi come integrative del documento che le abbiamo già inviato il 20 gennaio.

18. DEPURAZIONE ACQUE

Al fine di prevenire eventuali rischi connessi all’inquinamento delle acque utilizzate per l’alimentazione delle Bufale presenti negli allevamenti, provenienti da condotte pubbliche o da pozzi privati, si ritiene opportuna la previsione di impianti di depurazione in ogni allevamento idonei all’eliminazione di batteri che potrebbero arrecare danni alla salute dei capi bufalini provocando l’insorgere di patologia come ad esempio può essere la brucellosi.

Pertanto si richiede alla Regione Campania, sempre nell’ottica di garantire elevati standard di biosicurezza, di istituire e mettere a disposizione dei fondi per la realizzazione di tali impianti di depurazione in ogni allevamento.

19. MISURE PER I CONTOTERZISTI

La filiera bufalina rappresenta un comparto dall’enorme indotto, che da lavoro a centinaia di miglia di persone e famiglie. Una delle attività connesse direttamente alla filiera che ha maggiormente risentito dell’enorme mole di abbattimenti e della conseguente chiusura di circa 300 allevamenti in provincia di Caserta, soprattutto nei 4 Comuni della zona rossa, è sicuramente quella dei contoterzisti. Pertanto si richiede alla Regione Campania di studiare e mettere a punto forme di indennizzo anche per tale categoria fortemente colpita in via indiretta dalle epidemie di brucellosi e tubercolosi che hanno investito la Provincia di Caserta negli ultimi anni.

20 VALORIZZAZIONE DELLA CARNE BUFALINA

La carne di bufalo possiede caratteristiche nutrizionali eccellenti, grazie agli altissimi contenuti in proteine e ferro ed al basso tenore in grassi e colesterolo.

Si chiede pertanto alla Regione Campania di impegnarsi sull’obiettivo di rendere economicamente conveniente l’allevamento dei bufali di sesso maschile fino al raggiungimento del peso ideale per la macellazione. Per ottenere questo risultato è necessario predisporre un piano integrato che, oltre a porsi l’obiettivo di ottenere il riconoscimento della Indicazione Geografica Protetta, faccia conoscere all’opinione pubblica le straordinarie proprietà di questa carne e dei suoi derivati, puntando su iniziative di marketing mirate, come convegni scientifici con l’intervento di esperti nutrizionisti, contributi di chef famosi e testimonianze di grandi sportivi.