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Cosa chiedono gli allevatori in mobilitazione da ottobre 2023

Il 31 ottobre 2023 la Rete Salviamo l’Allevamento di Territorio, congiuntamente al Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino e al Coordinamento Salviamo l’Allevamento di territorio Siciliano, ha prodotto questo documento con l’obiettivo di fare chiarezza sugli obiettivi della mobilitazione in corso degli allevatori meridionali e sulle loro proposte e richieste. Il documento è stato inviato alle Istituzioni coinvolte ed agli eletti regionali e Nazionali delle Regioni Coinvolte

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LE RICHIESTE DEGLI ALLEVATORI MERIDIONALI IN MOBILITAZIONE
MENTRE IN SICILIA E IN CAMPANIA DUE DI LORO SONO IN SCIOPERO DELLA FAME

documento del 31 ottobre 2023

I sistemi di allevamento territoriali del Sud e di molte aree interne di tutta Italia, sono allo stremo. Le stalle si svuotano e la millenaria pratica della Transumanza (riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità) è in un rischio mortale. La crisi delle attività sta producendo un danno enorme per il Paese, i territori e le comunità rurali sono esposti all’abbandono, alla desertificazione ambientale e sociale delle aree storicamente a pascolo, alla perdita delle tipicità delle nostre razze autoctone e dei prodotti di territorio.

Diverse sono le cause per un processo maturato in più decenni che ha ricacciato l’Allevamento di territorio e la Pastorizia, il fallimento dei Piani di eradicazione della BRC e della TBC nelle aree meridionali ne approfondisce il peso e impone un intervento non più rinviabile.

Secondo il Ministero della Salute, negli ultimi 20 anni, in Sicilia si sono aperti oltre il 61% di tutti i focolai di BRC in Italia, in Campania oltre il 18%, in Calabria quasi il 10%, in Puglia oltre il 5%. Un fallimento generalizzato dei Piani Regionali che sono costati un prezzo altissimo di risorse pubbliche sprecate, una inadeguatezza palese della strategia gestita dalla Sanità Veterinaria senza che sia mai stato fatto un bilancio trasparente e che pesa come il Piombo in quei territori rurali e sulle economie mentre nel Centro Nord da decenni gli allevamenti sono stati dichiarati indenni liberando quelle comunità dall’incubo dell’incertezza.

COSA CHIEDONO GLI ALLEVATORI?

1) Che il Governo applichi l’ordine del Giorno n. G/452/7/1 e 5 al DDL n. 452 presentato dai Senatori De Carlo, Petrenga, Rastrelli, Iannone, Matera, Cosenza e votato a l’unanimità da tutti i senatori della Repubblica con il parere positivo del Governo. Con questo atto il Senato impegna il Governo a intervenire per riorganizzare e ridefinire i Piani di eradicazione sulla base del rispetto degli Ordinamenti Internazionali ed Europei (disposizioni disattese nelle Regioni Meridionali in nome delle strategie della emergenza).

2) Che il Governo risponda positivamente alla richiesta sottoscritta da parlamentari di diverse forze politiche di maggioranza e opposizione (FdI, FI, Lega, PD, M5S, Verdi Sinistra Italiana) per dare seguito a quanto definito il 22 maggio 2023 nel Tavolo presso il Ministero della Salute convocato dal Sottosegretario On.le Marcello Gemmato, in cui è stata condivisa la proposta di istituire un Commissario Nazionale.

3) Che il Governo decreti La nomina di un Commissario Nazionale per risolvere i problemi della BRC e della TBC in tutte le Regioni ancora non indenni (principalmente in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria) come è già avvenuto con la nomina del Commissario Nazionale per la Peste Suina che aveva messo a rischio gli allevamenti soprattutto del Nord Italia

4) Che il Parlamento avvii la revisione delle strategie e la riforma degli strumenti con cui si affrontano le zoonosi e, nel quadro del rispetto delle disposizioni europee e internazionali, integri l’obiettivo di Tutela della Salute con quelli della Tutela degli animali, dell’Economia e del Territorio, garantisca trasparenza, efficacia, coinvolgimento attivo nelle iniziative anche istituendo un Tavolo permanente (come richiesto dal Senato) con le rappresentanze dei portatori di interesse, del Ministero della Salute e dell’Agricoltura.

5) Che venga garantita, insieme allo sviluppo dei Piani Sanitari a tutela della Salute dei Cittadini, la messa in campo di Piani di Tutela e Valorizzazione degli animali e delle Economie coinvolte secondo il principio che i grandi costi che gravano sulle imprese sono sopportati in nome di interessi generali e non possono pesare solo su di esse (occorre un piano efficace per il mancato reddito, gli indennizzi, strumenti di investimento dedicati al rilancio dei comparti). Si perseguano e si interrompano le pratiche distorsive del mercato industriale della carne che hanno approfittato del crollo dei prezzi degli animali abbattuti per BRC e TBC reimmettendo i prodotti sul mercato per alimentazione umana.

6) Che presso le Regioni ancora “non indenni” si realizzino Tavoli Permanenti di revisione dei Piani e di messa in campo di azioni di Tutela e rilancio con la partecipazione dei portatori di interesse per l’obiettivo di realizzare la più piena condivisione delle iniziative, primo criterio necessario alla riuscita delle azioni.

LA NOMINA DEL COMMISSARIO NAZIONALE PER LA BRUCELLOSI E LA TBC
OCCASIONE
E OPPORTUNITÀ DA COGLIERE

La nomina di un Commissario Nazionale per risolvere i problemi della BRC e della TBC in tutte le Regioni ancora non indenni (principalmente in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria) può essere l’occasione di interrompere una fase fortemente negativa ricostruendo un clima di fiducia fra le istituzioni e la società.

Un esempio positivo? Fra il 2007 e il 2011, il Governo del tempo (prima guidato da Prodi, poi da Berlusconi) mise in campo il Commissariamento Nazionale per risolvere la Brucellosi in Provincia di Caserta affidando il coordinamento tecnico degli interventi all’Istituto Zooprofilattico di Teramo presso cui aveva ed ha sede il Centro di Referenza Nazionale sulla BRC.

Il Commissariamento portò la prevalenza della BRC da quasi il 20% a meno dell’1% incassando un risultato fortemente positivo in ragione dell’applicazione di quelle metodiche scientifiche e prassi internazionali che gli allevatori oggi tornano ad invocare. Dopo 5 anni e dopo aver risolto i problemi, il Governo restitui’ le deleghe alla Regione che, dismettendo le pratiche fin li realizzate con successo, riportò la BRC quasi al 19%

PER QUESTO E FRA L’ALTRO, OCCORRE GARANTIRE IN VIA PRIORITARIA CHE:

1) Il mandato ad agire, come chiede la risoluzione del Senato, sia affidato sulla base del rispetto dei principi internazionali dell’OIE (L’Organizzazione Mondiale Intergovernativa per la Sanità Animale) e degli ordinamenti Comunitari

2) Venga riconosciuta pienamente la Funzione di OSA (Operatori di Sicurezza Alimentare) degli allevatori e dei trasformatori artigianali come raccomanda da tempo l’Europa, implementando nei piani gli strumenti dell’Autocontrollo che assegnano alle imprese la prima responsabilità di monitorare la salute degli animali servendosi di veterinari aziendali in modo da garantire il monitoraggio continuo e di integrare la funzione dei veterinari pubblici nella loro fondamentale ruolo di attuatori della Profilassi di Stato.

3) Sia piena l’attribuzione al Commissario Nazionale delle funzioni di coordinamento delle varie iniziative regionali per garantire l’omogeneità delle iniziative (uno dei maggiori punti critici per la babele interpretativa fra le diverse regioni e, addirittura, fra le diverse ASL ed Uffici competenti che espongono gli allevatori a gravissime distorsioni, differenze di trattamenti ed alla inefficacia delle azioni che vanno riportate ad una strategia unitaria per quanto modulata sulle specificità di settore e territoriali).

4) Il mandato al Commissario Nazionale sia pieno per mettere in campo la più efficace iniziativa per la trasparenza in modo da raccogliere, documentare, verificare i numeri (spesso lacunosi, inesistenti quanto, addirittura reticenti e omissivi) e le circostanze che finora hanno impedito la soluzione dei problemi, diradando le molte zone d’ombra sulle procedure attuate e la loro gestione. La certificazione dei numeri e dei risultati è imposta dai regolamenti europei e nazionali ed è arrivato il tempo di applicarla.

5) Garantisca l‘applicazione rigorosa di criteri scientifici corretti nella individuazione e trattamento dei “casi positivi” come dettato dalle procedure internazionali (a partire da quella dell’art. 9 del regolamento Comunitario 689/20) per mettere fine a mattanze indiscriminate di animali non infetti e con il rischio di lasciare in stalla ed al pascolo animali contagiati con l’effetto perverso di diffondere le malattie.

6) Si adotti un piano vasto di vaccinazione degli animali per la BRC come chiede l’UE, in ossequio alle migliori indicazioni scientifiche, soprattutto nel caso di valori pericolosi della prevalenza ma, al contrario, vietato nelle regioni meridionali con motivazioni antiscientifiche e in nome di interessi sempre meno chiari.

VA ERADICATA LA MALATTIA NON GLI ALLEVAMENTI!