La Sala consigliare del Comune di Regalbuto era stata predisposta per ospitare un centinaio di persone in occasione dell’evento dal titolo “Salviamo l’Allevamento Siciliano” convocato per il 4 aprile da Altragricoltura Sicilia e dalla Rete dei Municipi Rurali.
L’Assemblea, iniziata alle 19 e conclusa alle 21.15 circa, ha visto la partecipazione di molte più persone che sono rimaste in piedi nella Sala o che non hanno potuto entrare rimanendo nel corridoio e nella scalinata di accesso del Comune.
Tanti gli allevatori, presenti, cinque sindaci in rappresentanza di diversi che hanno dato l’adesione, molte le associazioni che hanno partecipato ad un evento tanto sentito quanto produttivo e concreto nelle decisioni assunte.
“Non è stata una passerella, ne, tantomeno, il solito grido di denuncia che accende un fuoco destinato a spegnersi presto (magari perché i politici di turno concedono qualche mancia): nella Sala del Comune di Regalbuto si è manifestato (anche in Sicilia) il volto di un movimento maturo e consapevole animato dai primi protagonisti delle comunità rurali: chi lavora la terra e i rappresentanti istituzionali dei comuni che sono i legittimi rappresentanti di quelle comunità.”
Il volto di un movimento che avanza proposte precise di Riforma e che pretende risposte per porre fine a quello che, in apertura, Fabbris e D’Agostino (in rappresentanza degli allevatori Casertani) hanno posto provocatoriamente: “Noi abbiamo coniato uno slogan: finchè c’è brucellosi c’è business. Non credete anche voi che è il tempo di porre fine allo scandalo messo in atto contro gli allevatori, gli animali e il territorio?”
“Il territorio siciliano” hanno risposto in tanti “convive da almeno trent’anni con il problema della Brucellosi e della TBC. In tanti e in diverse occasioni abbiamo provato a protestare contro gli effetti di una strategia inspiegabilmente fallimentare che colpisce il territorio, gli animali e le aziende. Abbiamo dovuto fare i conti con le promesse vuote e mai mantenute, con uno scarica barile continuo di chi avrebbe avuto la responsabilità di risolvere i problemi ma che, in realtà, ha cercato di scaricare le responsabilità sugli allevatori criminalizzandoli, l’anello più debole ed esposto. Un mare di soldi pubblici spesi da chi ha voluto e gestito i piani in una logica non di risolvere i problemi ma, al massimo, di gestire finanziamenti. Siamo stati traditi fin qui dalle promesse della politica ma anche dal vuoto delle iniziative sindacali e delle organizzazioni di rappresentanza ed, oggi, ci troviamo in una condizione incredibile: centinaia di migliaia di animali abbattuti senza che si risolvano la BRC e la TBC e il rischio di dover chiudere le nostre aziende sempre più dietro l’angolo per effetto della irresponsabilità con cui sono stati gestiti e progettati i Piani di eradicazione e per conseguenza del vuoto di una strategia istituzionale e politica di tutela del sistema di allevamento siciliano che sta contribuendo in modo gravissimo a spopolare le nostre campagne ed a svuotare le comunità rurali”.
Così gli allevatori siciliani intervenuti in assemblea nel confronto con i rappresentanti della vertenza in Difesa del Patrimonio Bufalino che hanno portato l’esperienza, le proposte, le analisi e gli obiettivi di un comparto decisivo e trainante per tutto l’agroalimentare del Mezzogiorno: il ciclo e la filiera di produzione della Mozzarella di Bufala DOP che (terza dop dei formaggi italiani, fra i prodotti più conosciuti del Made in Italy) oggi corre il rischio seriamente di essere stravolta dall’azione delle lobbies speculative che stanno cercando di mettere le mani su uno dei prodotti di territorio di eccelenza del Paese fin qui tutelato dal lavoro degli allevatori e dei trasformatori artigiani.
“Unità”, “Autonomia”, “Decisione”, “Alleanza”, “Responsabilità”, “Chiarezza”, “Riforma”: sono state le parole comuni e che più hanno riecheggiato nella lunga riunione che ha sancito, concretamente, l’avvio anche in Sicilia di una fase nuova animata direttamente dagli allevatori e dai loro alleati (ovvero da quanti oggi decidono di battersi per ottenere le risposte e le azioni di Riforma ormai non più differibili, senza guardare alle differenze politiche o alle appartenenze sindacali).
Quattordici gli inteventi in Sala in rappresentanza di diverse associazioni, sindacati, movimenti e realtà sociali presenti e che hanno già sottoscritto la partecipazione al Movimento Salviamo l’Allevamento di Territorio Siciliano (altri si stanno aggiungendo in queste ore).
Trenta i comuni che hanno dato l’adesione all’iniziativa (su 70 invitati) e cinque i comuni intervenuti direttamente nella disussione (Katya Ceraldi sindaco di Cesarò, Silvestro Chiovetta Sndaco di Cerami, Angelo Longo Sindaco di Regalbuto, Franco Parasiliti Sindaco di Maniace, Paolo Politi Assessore di Adrano).
E’ toccato a Gianni Fabbris, presidente onorario di Altragricoltura e portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, nelle sue conclusioni, tracciare gli aspetti di novità che emergono dall’incontro e indicare il percorso su cui l’unità evocata da tutti gli interventi della serata può diventare realtà capace di cambiare una situazione incancrenita da trent’anni di ritardi.
“Ci battiamo per la democrazia, la trasparenza, la partecipazione che sono alla base e le prime condizioni per risolvere lo scandalo della Brucellosi e la TBC che sta affossando tutto il mezzogiorno d’Italia. Abbiamo costituito il Coordinamento Nazionale per Salvare l’Allevamento di Territorio che guarda a risolvere una grande questione del Sud Italia per rilanciare la funzione di tutto l’allevamento di territorio nel Sud come nelle aree di tutta Italia. Gli allevatori oggi prendono su di se direttamente la responsabilità di indicare la via per uscire dalla crisi rivolgendosi in piena autonomia alla politica cui chiedono chiarezza e di rispondere senza più fare ritardi e senza nascondersi dietro la delega ai tecnici abdicando loro le scelte che, al contrario, spettano al Governo”
In attesa di convocare una pubblica iniziativa nelle prossime settimane (La Prima edizione degli Stati Generali in Difesa dell’Allevamento Siciliano) in cui il Movimento presenterà compiutamente le proposte concrete su cui si apre la vertenza siciliana, per intanto l’assemblea ha sassunto le prime tre decsioni:
- Viene costituito a partire dai partecipanti dell’assemblea di questa sera il “Coordinamento Unitario in Difesa dell’Allevamento Siciliano”, parte del Coordinamento Nazionale Salviamo l’Allevamento di Territorio; il Coordinamento Siciliano punta a sviluppare un Movimento vasto e popolare aperto alla partecipazione di tutti gli allevatori e di quanti (singoli, associazioni, sindacati, movimenti e istanze imprenditoriali , istituzionali e sociali) vorranno aggiungersi. Nei giorni prossimi verranno rese note le modalità di partecipazione e gli strumenti di coordinamento e di partecipazione democratica del Movimento che, fin da subito, si definisce trasversale e unitario sul piano politico e autonomo sul piano della rappresentanza.
- Viene predisposto ed inviato un documento rivolto alla Regione Sicilia (e per conoscenza al Ministero della Salute, al Parlamento ed al Governo nazionale) con la richiesta di un incontro per avere due prime risposte urgenti preliminari allo sviluppo di un confronto utile e necessario:
– si chiede alla Regione Sicilia di avere riscontro di una serie di dati per verificare i risultati del Piano di eradicazione della Brucella e della TBC (fra l’altro, a solo titolo esemplificativo, si chiede di sapere quanti animali siano stati abbattuti negli anni, in quanti di questi sia stata accertata la reale presenza della malattia, dove e con quali modalità siano stati avviati a macello, in quanti focolai siano stati isolati i batteri di BRC e di TBC, quale sia stata la curva della prevalenza della BRC e della TBC, ecc..)
– si chiede di sapere perchè la Regione Sicilia non applica le indicazioni contenute negli ordinamenti e nelle direttive europee in materia di BRC e TBC con particolare riferimento all’applicazione dei metodi per l’individuazione dei capi positivi contenuti nell’art. 9 della Direttiva Comunitaria 689/20 e nelle altre disposizioni in materia di autocontrollo e in materia di vvacinazione e sorveglianza. - L’Assemblea ha dato mandato al Sindaco di Regalbuto di proporre e adottare in una discussione in Consiglio Comunale (luogo della condivisione fra tutte le forze politiche e gli eletti di maggioranza e opposizione) una delibera che, assumendo le proposte dell’Assemblea chieda l’apertura di un Tavolo di Confronto al Presidente della Regione Siciliana, on.le Renato Schifani, e un incontro al Presidente dell’Assemblea Regionale, on.le Gaetano Galvagno.
La delibera Consigliare sarà girata a tutti i sindaci dell’area interessata ed al Presidente dell’ANCI Sicilia, con la sollecitazione agli altri Sindaci di unirsi con le convocazione dei Consigli Comunali che saranno, per il Movimento Salviamo l’Allevamento Siciliano, occasione di promuovere la più vasta partecipazione
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OTTIMO!
[…] Sicilia si era tenuta nel mese di aprile scorso una importante e affollata assemblea di allevatori in cui ha preso avvio la Rete Salviamo l’Allevamento Siciliano che è stata parte integrante […]