Hai firmato la petizione degli allevatori? Ogni firma è un gesto prezioso di solidarietà e partecipazione
Nel tredicesimo giorno di sciopero della fame per D’Agostino e Lombardo interviene Roberto Congia del Movimento Pastori Sardi per portare la solidarietà e il sostegno dalla Sardegna.
Questa la trascrizione dell’intervento di Roberto Congia, che ha partecipato con altri pastori della Sardegna a diverse iniziative durante la vertenza e che è intervenuto alla Costituzione della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio tenuta a Carditello i primi di settembre 2023.
Sotto la trascrizione, si può vedere il video in podcast della trasmissione serale del 30 ottobre 2023 di Iafue Perlaterra che va in onda tutte le sere fra le 20.45 e le 21.15 in cui Roberto Congia è intervenuto insieme a Raffaele Diana (della Rete dei Municipi Rurali) ed a Lombardo e D’Agostino.
DOMANDA (katya Madio): sei uno degli attivisti del Movimento Pastori Sardi. Cosa ci fai con gli allevatori siciliani e campani in sciopero della fame?
RISPOSTA (Roberto Congia):
Noi siamo qui intanto per portare solidarietà mentre registriamo che c’è comunque un divario tra il nord il sud nelle spese delle risorse nelle politiche agricole; ci rendiamo conto che non c’è volontà di risolvere i problemi e soprattutto ci rendiamo conto che non c’è una politica in difesa dei territori e non c’è una politica sulla sanità animale che prenda coscienza di quello che sono gli allevamenti, non c’è una politica sulla sanità animale fatta bene.
Noi non abbiamo la brucellosi, ma spesso si presenta la Blue Tongue e abbiamo blocchi di movimentazione. A volte anche ingiustificati e non vediamo nemmeno la volontà vera di risolvere il problema. Vediamo sempre politiche in emergenza, non fanno mai politiche di prevenzione.
Siamo solidali con Sebastiano e con Pasquale che stanno facendo lo sciopero della fame; siamo già venuti da voi a portarvi solidarietà diretta e se riusciamo torneremo.
Pensiamo che il problema non sia solo la brucellosi, pensiamo che ci sia un problema a monte nella sanità animale, pensiamo che ci sia un problema a monte nella politica che non vuole sentire e non si rende conto; non parlo solo della politica a livello governativo ma anche della politica sindacale. Ogni domenica in TV nelle trasmissioni sia regionali che nazionali ci raccontano di un’agricoltura per cui va tutto bene, che parla di un mondo dell’allevamento fatto da laureati. Però ,non vedono le aziende che stanno chiudendo. Non per incapacità di chi gestisce queste aziende, ma per problemi di mercato e anche per la responsabilità della sanità animale
È troppo profondamente ingiusto che in una zona della Campania facciano sparire le stalle e pretendono di far chiudere una marea di attività.
Ho visto dalla testimonianza di Sebastiano che lo stanno facendo anche in Sicilia; non si decidono a nominare un Commissario nazionale per la sanità animale e lasciano tutto in mano alle politiche regionali e politiche locali che anziché essere a difesa dei territori e di chi lavora tutti i giorni in campagna vengono condizionate da poteri forti, a volte da situazioni camorriste e mafiose ma comunque da poteri forti.
Oggi non si può parlare più solo di camorra di mafia ma si deve parlare di un potere smisurato di multinazionali che per via di leggi compiacenti hanno il potere di condizionare il mercato; è grazie alle leggi che ci ritroviamo che hanno il potere di fare i prezzi che vogliono, perché si sono i monopoli della macellazione.
È per queste leggi che hanno chiuso i mattatoi comunali e hanno messo in condizioni i piccoli macellatori di chiudere ed è cosi’ che tutto è ora in mano ai monopoli di grossi macellatori che grazie a queste leggi traggono vantaggi e profitti enormi a scapito di chi tutti i giorni lavora nelle aziende.
Noi come Movimento Pastori Sardi questo lo troviamo un’ingiustizia profonda e non la vivete solo voi ma viviamo la stessa condizione anche noi qua perché quando si è obbligati a scaricare pecore della banca dati per sola macellazione c’è pronto il monopolio della macellazione e il prezzo crolla grazie a leggi che favoriscono il mercato di certe persone.
Dicono che il prezzo lo fa il mercato ma il prezzo è condizionato da leggi sbagliate e questo vale in tutti i settori dell’Agricoltura, sia nell’allevamento che nel resto dell’Agricoltura.
Mi fa piacere vedere la battaglia che state facendo. Perché spesso nel nostro modo ci siamo rassegnati a queste leggi; ci raccontano che lo vuole l’Europa, invece poi quando andiamo a vedere sono le politiche locali e sono le politiche nei nostri territori sbagliate con regolamenti “ad arte” che variano da provincia a provincia completamente sbagliati.
E allora vedere che si continua a battagliare e si continua a protestare anche con le forme dello sciopero della fame, ci fa capire che ancora non ci siamo rassegnati e abbiamo voglia di migliorarlo questo nostro mondo.
Abbiamo voglia di combattere per i diritti, non solo ma anche per i nostri figlie, per chi verrà dopo di noi. Guai rassegnarsi. Questa è una battaglia che deve essere vinta, combattuta fino alla fine e vinta, perché se questa battaglia si perde, non si perde solo per le vostre zone e non solo nel meridione d’Italia ma, alla fine, in tutta Italia perché la fine che sta facendo l’agricoltura è questa; anche se ci raccontano e ci fanno vedere in TV un modello di agricoltura fatto da esperti laureati che forse campagna non ci sono manco mai passati e sono solo lo specchietto allodole.
Di fatto noi registriamo una marea di aziende che stanno chiudendo, registriamo una marea di gente che sta chiudendo per problemi di mercato e di prezzi e soprattutto per problemi di scelte completamente sbagliate che non tengono conto della politica dei territori in cui viviamo, delle tradizioni che abbiamo.
Sta sparendo la transumanza che è una tradizione che non può sparire ma deve essere portata avanti perché se finisce quel modello di allevamento finisce anche L’allevamento di qualità; è inutile che le grandi multinazionali vendono prodotti raccontando di una transumanza che poi di fatto non c’è, perché, dove ancora c’è, ci stanno mettendo in condizioni di non farla più.
In Sardegna, siamo una regione dove ancora il pascolamento resiste, ma guarda te è difficile continuare il pascolamento con le leggi che stanno facendo, sono solo per i blocchi delle movimentazioni, ma per una serie di normative igienico sanitarie che stanno portando alla chiusura. A casa mia siamo pastori da tre generazioni e forse anche di più. E io non ho mai visto le mie pecore stare meglio sia in stalla che al pascolo anche nei giorni di brutto tempo.
La Sardegna è una regione dove le temperature, soprattutto nella mia zona, ci permetterebbero di tenere le pecore al pascolo tutto l’anno, invece una serie di regola ci impongono di non farlo; noi continuiamo a farlo ma non è facile.
DOMANDA
Grazie Roberto. Tu, sei stato più volte insieme a Sebastiano e Pasquale che stanno facendo lo sciopero della fame e insieme a Bastiano Cumpostu, sei stato anche in delegazione a Bruxelles per sostenere la delegazione nell’incontro con il Parlamento Europeo. Ora il Movimento ha prodotto un nuovo appello, questa volta rivolto al Presidente Meloni ed al Ministro Schillaci ti posso chiedere un appello a sottoscriverla all’indirizzo http://altragricoltura.net/commissariate?
RISPOSTA
Certo. Faccio un appello a tutti e intanto a tutti i sardi, visto che sono sardo, ma anche a tutti gli allevatori, gli agricoltori e i pastori che ci seguono che ci conoscono a firmarlo e non è una firma per difendere solo la zona siciliana o campana o solo gli allevatori di bufala è un appello per difendere un modello di agricoltura, per difendere i nostri diritti, per rivendicare una politica dei territori che ci porti ad essere presenti oggi e anche domani.
Vedi l’intervento di Roberto Congia dal minuto 21,21