L’11 Marzo Manifestazione popolare per chiedere alla politica di dare risposte
Avanti fino al raggiungimento degli obiettivi
L’Assemblea degli allevatori bufalini riuniti a Casal di Principe il 24 febbraio, ha deciso: torneremo in strada sabato 11 marzo e sarà solo l’inizio di una nuova fase della mobilitazione per ottenere che la politica dia le risposte e finalmente si risolva il problema della Brucellosi e della TBC bufalina togliendo, così, l’alibi a chi in questi anni sta usando una inesistente emergenza sanitaria gonfiata ad arte per schiacciare il territorio casertano, tenere in ostaggio la grande risorsa strategica della mozzarella di bufala, lucrare sulla pelle del territorio, degli animali, dei consumatori e della comunità.
L’11 Marzo sarà, ancora una volta manifestazione popolare (vedi il volantino) convocata in occasione della ricorrenza del tradimento che la Regione Campania ha consumato in danno degli allevatori e dei suoi cittadini, sarà il GIORNO DELLA VERGOGNA DELLE ISTITUZIONI, una vergogna che ormai non può essere nascosta in alcun modo grazie alla tenace, continua e democratica iniziativa degli allevatori di bufala del casertano, dei loro alleati e di quanti ne stanno sostenendo le ragioni.
Un tradimento che vale la pena ricordare anche se la Regione Campania ha tentato in questo anno di nasconderlo usando l’arma della propaganda e della disinformazione, tentando di dipingere un Movimento democratico organizzato intorno ai diritti e portatore di proposte forti, come una “manovra politica” strumentale.
A fine dicembre 2021 la Regione aveva pronto il Piano fotocopia di quello disastroso precedente e si avviava a confermarlo nonostante le denunce sia pubbliche che legali. Le Associazioni degli allevatori del territorio si riunirono nel Coordinamento Unitario In Difesa del Patrimonio Bufalino insieme ad una serie di Associazioni sindacali e dell’impegno civile anticamorra e diedero avvio alla mobilitazione per “Salvare le Bufale” fondandola su proposte ispirate alle migliori esperienze positive nazionali ed internazionali. Proposte condivise da quella parte del pensiero scientifico e tecnico non legato agli interessi delle lobbies. Il Coordinamento ha avnzato un documento di proposte in venti punti chiedendo un cambio di strategia ed ha sviluppato fin da subito iniziative di controinformazione e di mobilitazione democratica. La tesi è stata chiara fin da subito: passare dalla strategia degli abbattimenti indiscrimanata e inefficace (che ha mandato al macello decine di migliaia di animali sani, costringendo le aziende a chiudere) a quella utile, sperimentata in tanti altri luoghi ed efficace della prevenzione, della sorveglianza, della condivisione con gli abbattimenti mirati solo nei casi previsti dalle norme comunitarie e dalla normativa internazionale.
A fine gennaio 2022 la Regione per bocca dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, ha annunciato la svolta, dichiarando di assumere due fra le venti proposte del Coordinamento (vaccinazione e autocontrollo) come avvio di un generale ripensamento e impegnandosi, una volta che su quei due punti il Ministero alla Salute avesse dato il via libera, ad istituire un tavolo di confronto per “riscrivere il Piano” sulla base dei due nuovi principi. Il Coordinamento ha subito applaudito e si è fatto parte dirigente intervenendo per facilitare i percorsi.
Il placet del Ministero è arrivato ma l’Assessore Caputo è venuto meno ai suoi impegni cedendo ai diktat di quanti si sono sempre dichiarati contrari ai cambiamenti necessari. Senza avviare alcun confronto come promesso, la Giunta Regionale l’8 marzo 2022, ha assunto una delibera imbarazzante consumando un vero tradimento delle aspettative degli allevatori e del Coordinamento che, anzi, da quel momento diventa il bersaglio di accuse pretestuose nell’ostinato tentativo di non voler riconoscere il confronto e di non ammettere di aver ceduto alle pressioni di chi (al contrario) ha tutto l’interesse di non risolvere i problemi per non perdere i privilegi garantiti dal ricorso continuo alla “Strategia dell’emergenza”.
Il Piano è rimasto lo stesso del precedente e i due punti della vaccinazione e dell’autocontrollo sono stati inseriti in modo da fallire (infatti non si sono fatte). Ne esce un pasticcio che ha aggravato la situazione ed ha prodotto un altro anno di disastri con la Brucella e la TBC che avanzano e la crisi delle aziende che si approfondisce. Tutti i tentativi di avviare un confronto messi in campo da diversi soggetti, compresi autorevoli esponenti della Giunta e del Consiglio Regionale falliscono. La Giunta Regionale, invece di ricercare la condivisione, nomina un Commissario per “l’applicazione del Piano” (Il Generale in pensione Luigi Cortellessa) che non riesce a nascondere l’evidenza nonostante i ricchi finanziamenti che distraggono (ancora una volta) risoerse utili alla Sanità. Il Piano è un fallimento dal punto di vista degli obiettivi dichiarati (la BRC e la TBC aumentano e si estendono pericolosamente), la crisi delle aziende si approfondisce arrivando a coinvolgere aziende fino ad allora insospettabili, la mozzarella di bufala comincia a registrare i colpi della perdita di credibilità, l’area del Casertano si svuota di allevamenti con le aziende che chiudono o delocalizzano.
Oggi ad un anno di distanza da quel tradimento la situazione è sempre più chiara come lo sono le responsabilità e come è chiaro cosa occorre fare. Occorre superare la strategia dell’emergenza (quale, dove, fondata su quale analisi epidemiologica?) per tornare ad attuare un metodo che ha già funzionato in tanti altri luoghi e persino in Campania ed a Caserta, quando a gestire dal punto di vista scientifico e tecnico fu il Centro di Referenza Nazionale, fra il 2007 e il 2011, che portò l’incidenza della brucellosi in provincia di Caserta dal 17% a meno dell’1%. Quel metodo si fondò sulla vaccinazione di massa su base volontaria anche ai capi adulti, sulla prevenzione, la sorveglianza e una pratica per individuare i casi postivi avviandoli all’abbattimento secondo le regole ordinarie dei regolamenti comunitari.
Ora che tutto è chiaro, prima che la situazione di crisi produca danni non più reversibili al comparto ed al territorio, non c’è più nessuna giustificazione per non dare risposte adeguate. Soprattutto servono segnali chiari e, fra questi, ne serve uno che faccia capire ai cittadini ed agli allevatori che il confronto si può avviare in un clima di fiducia: la delibera regionale che ha nominato la Task Force che ha redatto e gestito il Piano va ritirata o va superata da un provvedimento degl Governo. Se il Piano fallimentare va sostituto da uno che funzioni non si può che partire da li sgombrando il campo dal rischio di riprodurre la stessa dinamica che ha condizionato fin qui la Regione Campania.
L’11 Marzo 2023 sarà il Giorno della Vergogna delle istituzioni, per richiamare tutti alla responsabilità e tornare a mettere in campo le richieste fin qui avanzate.
Abbiamo chiesto ai Parlamentari italiani di aprire una Indagine Conoscitiva per verificare la situazione e le proposte per superare la crisi.
Abbiamo chiesto al Parlamento Europeo di intervenire con i suoi strumenti per verificare cosa abbiano prodotto dieci anni di pratiche di emergenza della Regione Campania sostenute dal Governo Italiano e per richiamarle ad applicare rigorosamente le regole comunitarie.
Il Movimento Salviamo le Bufale, ad un anno di distanza dal tradimento degli impegni della Regione Campania, torna a chiedere in questi giorni l’incontro ai Ministri dell’Agricoltura e della Sanità (dopo che il Ministro del Governo uscente lo ha ostinatamente e in spiegabilmente negato), questa volta lo chiede anche al Ministro degli Interni nel convincimento profondo che la conservazione della pace sociale abbia a fondamento il riconoscimento dei diritti e il ruolo responsabile delle istituzioni.
Ai Ministri competenti chiediamo che facilitino l’apertura di un Tavolo di confronto in cui gli allevatori possano portare le istanze che continuiamo ad avanzare e che le stesse forze politiche della Maggioranza si sono impegnate a sostenere in molte occasioni in questo anno di iniziative sia nel dibattito regionale che nazionale.
Oggi è il 27 febbraio. Useremo i dodici giorni che abbiamo di fronte per sollecitare le risposte. L’11 marzo sarà manifestazione nelle strade dell’area cluster della Provincia di Caserta nella speranza e nell’attesa che comincino ad arrvare quelle proposte concrete che i cittadini del territorio meritano e che non ci sia bisogno di ulteriori iniziative.
Nei prossimi giorni il Coordinamento lavorerà, come ha sempre fatto, perchè la manifestazione del Giorno della Vergona sia partecipata ed abbia un carattere popolare e pacifico. Invitiamo fin d’ora i rappresentanti istituzionali, gli eletti e i rappresentanti politici nazionali e regionali ad essere con noi con l’obiettivo di ascoltare le risposte che indicano come, finalmente, stiano cambiando le cose ed offrire una speranza e un’alternativa alla rabbia ed all’indignazione.