L’invito ai movimenti ed alle organizzazioni sociali

Policoro 8/9 novembre 2014 – No alla sciacallaggio sociale, due giorni per la giustizia e la democrazia

Due giorni aperti ai movimenti rurali e sociali italiani per confrontarsi e organizzarsi contro il rischio che, in assenza di atti concreti per affrontare la crisi drammatica che sta colpendo i ceti deboli e indebolendo i diritti sociali, individuali e collettivi, la risposta sia quella di portare in tribunale chi cerca di affermare soluzioni alla crisi diverse da quella scontata per cui pagano sempre gli stessi (contatti:altragricoltura@altragricoltura.net).

Invito ai movimenti rurali Invito ai soggetti sociali Locandina Programma Docum.
Iniziative in preparazione Logistica/Arrivare Aderisci Partecipanti

 

DOPO IL GRAVE AD ALTRAGRICOLTURA ED AL MOVIMENTO CONTADINO, MENTRE CRESCE LA TENTAZIONE DI RESTRINGERE GLI SPAZI DI AGIBILITA’ PER SINDACATI E MOVIMENTI

 

Invito

alle reti/organizzazioni sociali e politiche nazionali

e territoriali impegnate contro la crisi e nella difesa delle libertà

 

POLICORO 8/9 novembre 2014 – incontro di mobilitazione

DALLA CRISI SI ESCE CON PIÙ DIRITTI, LIBERTÀ E DEMOCRAZIa E cambiando il modello

La procura della Repubblica di Matera con firma del Procuratore della Repubblica Dott.ssa Celestina Gravina, l’11 agosto 2014 ha chiesto l’arresto per Gianni Fabbris (coordinatore nazionale e leader storico di Altragricoltura) per la attività che Altragricoltura, il Comitato TerreJoniche, il Soccorso Contadino ed una serie di altre associazioni, stanno da tempo mettendo in campo per denunciare la crisi delle aziende agricole e difendere gli agricoltori dagli effetti che stanno distruggendo un intero patrimonio pubblico come è quello del lavoro contadino. Nei confronti di Fabbris, accusato di reati gravissimi da delinquenza comune quali la rapina e l’estorsione aggravate, e dell’agricoltore difeso dalla vendita all’asta sono state operate perquisizioni domiciliari alla ricerca di “documenti pericolosi” sulla vertenza.

A Fabbris hanno imposto l’obbligo di dimora come si fa con i mafiosi per un tempo che ha permesso lo sgombero dell’azienda agricola che difendiamo con un enorme schieramento di forze di polizia e senza la presenza scomoda del dirigente sindacale che ha condotto la vertenza fin qui.

Si cerca così di trasformare una campagna di iniziativa sullo “Sciacallaggio Sociale” in atto di delinquenza comune, di imporre soluzioni che pure avrebbero altre possibilità, di negare la ricerca di soluzioni alternative alla crisi che tutelino i diritti e le aspettative dei soggetti più deboli e la stessa funzione della rappresentanza e della mediazione sindacale.

Tutti gli atti della campagna contro lo SCIACALLAGGIO SOCIALE e le iniziative per difendere l’azienda agricola dagli effetti devastanti di una vendita all’asta, sono stati compiuti a nome di Altragricoltura (movimento per la Sovranità Alimentare e Organizzazione di rappresentanza sindacale degli agricoltori), con un largo consenso polare e di istituzioni (i due sindaci coinvolti, larghi settori della Chiesa e lo stesso Presidente della Regione Basilicata si sono schierati per favorire un compromesso possibile per un progetto di solidarietà messo in campo da una Cooperativa di Agricoltori che proponevano una mediazione con chi aveva comprato all’asta) e una grande attenzione dei media.

La Procura della Repubblica di Matera (che appena qualche settimana prima era stata costretta a dare conto in Commissione Antimafia delle critiche nostre e di altri al fatto che non indaga su reti di criminalità organizzata contro le aziende agricole del territorio declassando i molti incendi e atti intimidatori a “corto circuiti” e “autocombustioni”), non solo chiama in causa il nostro dirigente per “illecito arricchimento” ma considera gli organi di stampa che hanno dato ampio risalto alla vicenda come “compiacenti”. In una sorta di gioco al “capovolgimento della realtà”, chi chiede trasparenza e legalità diventa il problema e chi denuncia viene inquisito e colpito: un messaggio pericoloso e intimidatorio che, se passa, può consolidare nella società l’idea che ”è meglio tacere”.

Noi siamo preoccupati sia perché la crisi che avanza nelle aree rurali del Paese sta assumendo tratti di drammaticità mentre la politica e le istituzioni sembrano non vederla e ripropongono, al contrario, ricette e misure ispirate dalle scelte politiche che la hanno determinata, sia perché con iniziative come quella messa in campo contro di noi e contro l’agricoltore che stavamo difendendo, si tende, in realtà, a far passare la legittimazione di una risposta autoritaria.

Risposta che arriva a riscrivere il contenuto materiale delle leggi fino a definire l’azione di resistenza sociale, di denuncia civile, la richiesta di giustizia e la ricerca della mediazione sindacale e del compromesso come “illecito arricchimento, estorsione, rapina e violenza privata”.

Ben sappiamo che questo rischio non riguarda semplicemente il Movimento Contadino o solo Altragricoltura ma coinvolge tutti gli attori sociali e sindacali che, sulla base del principio dell’autonomia sociale, indicatore e fondamento della qualità della democrazia, cercano di affermare la fuoriuscita dalla crisi chiedendo il rispetto dei diritti individuali, collettivi e sociali e lavorano con coerenza a questo obiettivo.

Stiamo assistendo da troppo tempo a tentativi di portare nelle aule dei tribunali campagne e iniziative ispirate dalla partecipazione popolare come accade, per esempio, nelle vertenze per la difesa del territorio, operaie, sindacali, per il diritto alla casa ed agli spazi sociali.

Preoccupante l’attacco politico alla funzione del sindacato che arriva a definire come “ricatto e minaccia” (comunque reati) l’annuncio del possibile sciopero dei dipendenti delle forze di polizia.

Inquietante il fatto che le azioni contro chi conduce iniziative sociali di resistenza sono messe in campo proprio nel caso di vertenze e iniziative dal largo consenso popolare e sociale (No Tav, Lotte per la casa, Lotte Contadine, Vertenze Sindacali, ecc.).

Pericolosissimo il modo come è stato fatto contro Altragricoltura: dietro l’aggressione a Gianni Fabbris, per il ruolo del nostro dirigente e per le modalità con cui la Procura della Repubblica ha operato, si intravede la vecchia pratica fascista di isolare e colpire i leader e i dirigenti per tentare di mettere a tacere l’intero movimento.

È arrivato il tempo di lavorare insieme per rispondere al rischio del restringimento degli spazi di libertà e democrazia e di farlo rivendicando, al tempo stesso, il diritto a perseguire un modo di uscire dalla crisi che rimetta al centro i diritti ed a pretendere politiche sociali ed economiche di tutela di chi fin qui ha pagato .

Nel quadro delle iniziative nazionali di denuncia di quanto accaduto, Altragricoltura propone una manifestazione/incontro di due giorni da tenere l’8 e il 9 Onovembre 2014 per confrontare le posizioni e le esperienze, verificare la possibilità di una risposta unitaria di tutti i soggetti in campo contro la crisi, produrre proposte per una Campagna Nazionale che coinvolga tutti i soggetti in campo.

La manifestazione unitaria si tiene a Policoro (in provincia di Matera) dove è stato portato l’attacco al Movimento Contadino e si rivolge a tutti i soggetti democratici impegnati in diversi settori e ambiti territoriali o sociali (movimenti, sindacati, organizzazioni, esperienze di base, associazioni).

La manifestazione prevede tre momenti diversi

  • sabato mattinata: una iniziativa rivolta alle forze politiche e istituzionali

  • sabato pomeriggio/sera: manifestazione e incontro con i movimenti e soggetti attivi nelle aree rurali

  • domenica: assemblea con tutte le reti sociali e sindacali attive contro la crisi

 

Info e approfondimenti nel sito: https://altragricoltura.net

adesioni e contatti: altragricoltura@altragricoltura.net

Tano Malannino: 3314808425; Gianni Fabbris: 3466483882; Lino Martone: 3275643242

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.