Il 25 ottobre 2024 si avvia la fase costituente della Confederazione Sindacale per la Sovranità Alimentare


DAL LAVORO NELLA TERRA E NEL MARE
AL LAVORO PER UNA SOCIETÀ GIUSTA

PERCHÈ APRIAMO LA COSTITUENTE

Dopo una lunga discussione e una articolata fase di preparazione, da alcuni mesi Altragricoltura è impegnata a sviluppare il percorso per dare vita ad una istanza di rappresentanza degli agricoltori, degli allevatori e dei pescatori fondata sui principi della Sovranità Alimentare e l’Agroecologia.

Nel lungo percorso che dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso ad oggi ha visto svilupparsi il movimento di Altragricoltura, è stata incessante le ricerca di obiettivi e contenuti su cui fondare un progetto per l’agricoltura, la pesca e il cibo che superasse il modello della crisi imposto dalla globalizzazione neoliberista..

Si sono delineati, cosi, due nuclei di questioni diventate ormai patrimonio condiviso e consapevolezza diffusa: la scelta di assumere la Sovranità Alimentare e l’Agroecologia come base teorica, ideale e politica su cui riscrivere la Nuova Riforma dell’Agricoltura, della Pesca e del Cibo e la pratica di Movimento come processo permanente che riaggrega le forze, sviluppa consapevolezza e coscienza, plasma e ridefinisce il blocco sociale di interessi chiamato a diventare il soggetto consapevole del cambiamento.

In questa dinamica si sono sprigionate nel tempo, e sta accadendo tuttora, energie individuali e collettive che hanno contribuito a tenere aperta la via della critica al modello dell’agroalimentare imposto dal neoliberismo del nostro tempo costituendo una sponda e una occasione per le tante crisi indotte nelle campagne e nelle città dall’impatto del Paese con il modello della globalizzazione. È stato ed è un lungo processo che ha messo in campo analisi, idee e proposte su cui rifondare il Progetto di Riforma di cui abbiamo bisogno per garantire dignità a chi lavora la terra e nel mare, alla fruizione del cibo, alla gestione del territorio.

Idee, ed energie buone ad aprire una nuova fase sociale con l’obiettivo della Riforma. Esperienze preziose capaci di riannodare il filo di un percorso strappato nei decenni scorsi quando l’ubriacatura della ideologia della “competizione sul mercato, della liberalizzazione, delle privatizzazioni, ha consegnato il nostro agroalimentare tutto nelle mani delle multinazionali e della speculazione finanziaria e commerciale trasformando l’Italia da straordinario Paese della cultura millenaria del cibo grazie alla diversità delle sue culture contadine e dei pescatori a piattaforma commerciale con il made in Italy ridotto a un brand vuoto in cui sempre di meno c’è il nostro lavoro e le nostre materie prime.

Nel dopoguerra scorso si compi un lungo cammino di lotte di contadini poveri e senza terra, incassando la Riforma Fondiaria. Pur se non fu la Riforma Agraria di cui aveva bisogno il Paese, la distribuzione della terra permise all’Italia di uscire dal Medioevo del Latifondo baronale avviando una fase progressiva e di sviluppo per tutti.

Oggi, le terre sottratte ai Baroni del tempo sono tornate nelle mani dei nuovi latifondisti: le multinazionali, il sistema bancario, la GdO che le detengono e le controllano con forme a volte antichissime, più spesso inedite e modernissime come lo sono le nuove strategie dell’indebitamento come sistema, i vincoli della brevettazione sul vivente e le nuove frontiere degli OGM e della manipolazione genetica, lo schiavismo del caporalato. Sono i nuovi latifondisti che determinano prezzi, contenuto delle merci, uso dello spazio e delle risorse naturali i veri padroni dell’agroalimentare e delle terre.

Serve un nuovo movimento che riconquisti quelle terre e le redistribuisca sulla base dei principi dell’agricoltura, della pesca e del cibo dei diritti. Serve lavorare alla Nuova Riforma impostata sui principi della Sovranità Alimentare di cui siano protagonisti i soggetti del cambiamento: le piccole e medie imprese dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca e della trasformazione artigianale, i braccianti e i lavoratori delle filiere del cibo, i cittadini fruitori e attori del consumo del cibo e dello territorio.

Altragricoltura con l’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare si incammina decisamente su questa via e, per farlo, si dota degli strumenti per compiere il percorso. Fra gli strumenti di cui abbiamo ormai assolutamente necessità, c’è il sindacato.

Un sindacato che assuma la funzione della rappresentanza in maniera coerente con gli obiettivi di cambiamento che il Movimento esprime. Un sindacato che superi le pratiche e le logiche delle sigle sindacali professionali consociative e corporative che sono state al tempo stesso il prodotto e il motore della crisi avendo scelto il modello del primato del mercato come unico orizzonte. Se il sistema non può essere “efficientato” ma “cambiato e riformato”, allora serve rivolgersi direttamente alla società per partecipare del cambiamento e serve ricontrattare con le istituzioni le ragioni del cambIamento.

Serve un sindacato che stabilisca una relazione con la politica e le istituzioni sulla base dei principi dell’autonomia e non della subalternità. Un sindacato che si faccia istituzione senza perdere l’anima popolare di cui ha bisogno e, per questo, sia distante da quello che sono diventati in tanti, un “pratichificio” che assicura ai “clienti” l’accesso alle prebende.

Insomma per il movimento di agricoltori, allevatori, pescatori, lavoratori e cittadini serve riprendersi lo strumento e lo spazio fondamentale di cui hanno bisogno per agire la leva della riforma ai tavoli delle istituzioni e della politica e per coinvolgere i cittadini in una forte iniziativa sociale.

Il 25 ottobre avviamo il processo aprendo la Fase Costituente della Confederazione Sindacale per la Sovranità Alimentare. Una fase che ha l’obiettivo di sviluppare per i prossimi due anni le forme, gli strumenti, la rete territoriale, gli spazi di partecipazione le modalità di lavoro con cui assicurare con la democrazia, l’autogoverno degli iscritti. Guardiamo alla inclusione

Sarà un percorso complesso, di lavoro e impegnativo ma sarà, ne siamo convinti, un percorso di “liberazione e crescita” con un obiettivo chiaro: dare vita alla più forte, larga, partecipata e democratica organizzazione di rappresentanza che offra agli agricoltori, ai pescatori ed agli artigiani del cibo alleati con i lavoratori e i cittadini fruitori gli strumenti per la Riforma.

IL TEMPO È ORA! RIAPRIAMO LA SPERANZA!

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