Da qualche tempo le parole “Sovranità Alimentare” sono diventate note al vasto pubblico anche per la decisione del Governo Italiano di nominare il Ministero dell’Agricoltura come “Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.”
Circostanza, questa, che impone di fare chiarezza in modo che l’opinione pubblica e i cittadini ne comprendano il significato nella sua reale accezione. La Sovranità Alimentare è una proposta “dinamica” (come ben spiega la guida prodotta da Via Campesina e che qui pubblichiamo nella versione in italiano) prodotta dal movimento internazionale di contadini, lavoratori rurali, pescatori artigianali e popoli indigeni che punta a offrire le basi comuni su cui ricostruire un progetto per l’agroalimentare e l’ambiente fuori e oltre la crisi imposta dal neoliberismo della globalizzazione dei mercati.
Fin dalla sua nascita il movimento di Altragricoltura (nella seconda metà degli anni ’90) la ha assunta a base delle proprie proposte tanto che nello statuto (sia nel primo che in quello attualmente in vigore) è posta come documento fondativo.
Nel 2020 la proposta è stata assunta come elemento costitutivo dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare di cui Altragricoltura è stata la promotrice.
Invitiamo alla lettura del documento, a scaricarlo ed a condividerlo
La Sovranità Alimentare
“Un concetto in azione”
documento dalla Rete di Via Campesina
(vedi il pdf e scarica)
La sovranità alimentare costituisce un processo di costruzione dei movimenti sociali e permette agli individui di organizzare le loro società in modo da superare la visione neo-liberale di un mondo di merci, di mercati e di attori e attrici economici egoisti. Non esiste una soluzione universale alla miriade di problemi complessi che dobbiamo affrontare attualmente.
Piuttosto, il processo di sovranità alimentare si adatta agli individui e ai luoghi dove è messo in pratica. La sovranità alimentare è sinonimo di solidarietà e non di concorrenza. Essa permette di costruire un mondo più
giusto dal basso verso l’alto. L’accesso al cibo è essenziale alla sopravvivenza umana ed è un diritto umano fondamentale.
Nella società attuale constatiamo da un lato la negazione di questo diritto e dall’altro il considerarlo un’ovvietà. Per molti nel mondo sviluppato il cibo sembra abbondante, tuttavia questa abbondanza si basa sulle fragili strutture
di un sistema alimentare e agricolo disfunzionale e sotto controllo.
Anche il cibo è un fatto politico – la produzione, l’accesso e la sua distribuzione sono essenziali al funzionamento della nostra società, e la gestione del nostro sistema alimentare conferisce potere. Le forze politiche lavorano da molti anni per gestire tutti gli aspetti dei nostri sistemi di produzione alimentare e tenere il ciclo produttivo, le sementi, i mezzi di
produzione e altre esigenze sotto un controllo sempre più privatizzato.
Il commercio delle derrate alimentari – lo scambio e il trasporto dei cibi da una popolazione umana all’altra – è ugualmente un processo altamente politicizzato e complesso. La padronanza delle leggi e delle normative che regolano il commercio internazionale e interregionale dà ancor più potere e peso.
Malgrado le pressioni politiche ed economiche che dobbiamo affrontare, continuiamo a gestire e mantenere gli ecosistemi che ci circondano per assicurare l’approvvigionamento alimentare. Da migliaia di anni, contadini, allevatori e gli altri che vivono della terra e del mare sviluppano e migliorano sistemi alimentari e idrici durevoli così come specie di piante e di animali per assicurarne la conservazione.
Il XX secolo è stato caratterizzato dalla meccanizzazione e dall’industrializzazione sfrenata della produzione alimentare. L’impiego di mezzi di produzione artificiali e chimici in agricoltura e nella trasformazione alimentare è aumentato enormemente, e grandi imprese agricole, Stati e regioni neo coloniali hanno accresciuto la loro quota di mercato ed il loro potere.
È in questo contesto che si è evoluta la sovranità alimentare. Le organizzazioni contadine l’hanno proposta al livello transnazionale per proporre all’umanità di ripensare il modo con cui organizziamo la produzione alimentare e agricola, la distribuzione e il commercio, come utilizziamo la terra e le risorse idriche, così come interagiamo, scambiamo e ci organizziamo. La sovranità alimentare non è una serie di soluzioni tecniche rigide, né una formula che si applica allo stesso modo a tutte le situazioni; si tratta piuttosto di un “processo in atto”, un invito perché noi, i cittadini, ci organizziamo e pensiamo insieme il miglioramento della nostra società.
Il concetto di sovranità alimentare trae origine dalle persone più minacciate dal processo di consolidamento del potere nei sistemi alimentari e agricoli: i contadini piuttosto che accettare la fatalità storica avanzano una proposta per risolvere le crisi multiple con cui si confronta l’umanità.
La sovranità alimentare è un cambiamento sistemico – esseri umani che gestiscono democraticamente gli elementi più importanti della loro società-, è il modo in cui ci nutriamo, come utilizziamo e preserviamo la terra, l’acqua e altre risorse per il bene delle generazioni presenti e future, è il modo con cui interagiamo con altri gruppi, persone e culture.
Questa guida intende descrivere il contesto in cui la sovranità alimentare si origina e il modo in cui si è evoluta. È rivolta a coloro che stanno scoprendo la sovranità alimentare e a quelli che tentano di applicarla alle proprie realtà,
locali, regionali o mondiali che siano.