Sono al quindicesimo giorno di sciopero della fame i due allevatori che, sostenuti dalla Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio, hanno messo in campo questa forma estrema di lotta per chiedere una svolta profonda al Governo Nazionale nella gestione delle zoonosi di BRC e TBC nel Sud Italia dove da decenni falliscono i Piani di eradicazione predisposti e gestiti dalla “Sanità Animale” delle diverse regioni; ieri, Pasquale D’Agostino, a Casal di Principe, è stato sottoposto a trattamenti endovenosi per bilanciare le funzioni fisiologiche indebolite e Sebastiano Lombardo, a San Teodoro, ha accusato significativi stati di debolezza e due mancamenti (circostanze di cui sono state informati i Sindaci e le Prefetture)
Nella giornata si sono susseguiti una serie di interlocuzioni con istituzioni e esponenti politici per sollecitare la risposta che gli allevatori attendono dal Governo e una forte e partecipata assemblea nella Sala Consigliare del Comune di Cesarò [ME], iniziata alle 18, ha chiuso ieri sera la lunga giornata di iniziative fra la Campania e la Sicilia.
L’incontro di Cesarò ha visto la partecipazione di numerosi allevatori del territorio che hanno affollato l’aula incontrando i sindaci del territorio e alcuni esponenti politici.
L’Assemblea ha discusso in anteprima il documento degli allevatori che è stato poi diffuso oggi alla stampa e viene inviato ai rappresentanti istituzionali e politici di territorio e nazionali. Un documento (intitolato “Cosa chiedono gli allevatori in mobilitazione da ottobre 2023“) per fare chiarezza e “spiegare nel dettaglio il merito delle proposte e delle richieste della Rete Salviamo l’Allevamento di territorio in modo che sia chiaro che questa non è semplicemente una protesta” ha spiegato Gianni Fabbris , portavoce della Rete “dopo aver denunciato per due lunghi anni di mobilitazione il fallimento dei Piani di Eradicazione nelle regioni meridionali e quale gravissima responsabilità abbiano nel moltiplicare la crisi dei sistemi allevatoriali , del territorio e delle Comunità Rurali di cui sono parte imprescindibile e dopo che ormai l’opinione pubblica nazionale e internazionale ha capito bene di cosa stiamo parlando è, per noi il tempo della responsabilità delle proposte e di indicare la strada di un progetto che ci faccia uscire dalla crisi risolvendo i problemi e rilanciando l’allevamento di territorio e la salute e i diritti dei cittadini. Ed è per la politica il tempo della responsabilità delle risposte”
Così il Movimento ha redatto un documento in dodici punti chiari fondati su riferimenti circostanziati. Sei di questi sono le “richieste per uscire dall’emergenza senza fine che da quarant’anni vede fallire le azioni istituzionali con al centro la richiesta di nominare un Commissario Nazionale per la BRC e la TBC che intervenga nelle regioni meridionali ancora non indenni e gli altri sei tracciano i contenuti del mandato da assegnare al Commissario e e inizie indispensabili di accompagnamento.
“Perché” spiega Fabbris “se l’atto della nomina del Commissario è un atto dovuto per interrompere la lunga serie fallimentare di iniziative, dipenderà quali sono i contenuti del suo mandato e come il Parlamento Nazionale, il Governo e le Regioni stesse sapranno interpretare i bisogni di Riforma che sono indispensabili per cambiare direzione e garantire non solo che si risolvano i problemi sanitari ma, anche, che si compia una vera azione di rilancio e di tutela dei territori, delle economie e delle comunità comunità coinvolte. Il problema non è efficientare il sistema ma di riformarlo in modo da garantire efficacia, trasparenza e condivisione nelle azioni, ovvero quello che fin qui è mancato e che ha condannato, insieme alla mancanza di visione e ad una capacità di leggere le specificità dei sistemi di allevamento del Sud, le Regioni coinvolte a convivere con un incubo permanente”
L’Assemblea di Cesarò ha registrato le prime adesioni al documento, non solo da parte dei diversi sindaci presenti che si sono impegnati a favorire la convocazione dei Consigli Comunali per aderire all’iniziativa ma anche di un importante parlamentare (l’On.le Tommaso Calderone, capogruoppo di FI in Commissione Giustizia alla Camera e Presidente della Commissione Bicamerale sul superamento dei problemi della Insularità) che è intervenuto commentando l’iniziativa ed assumendo pubblicamente l’impegno a favorire sia in Sicilia che in Parlamento l’apertura di una fase utile a trovare le soluzioni necessarie.