I tribunali si piegano alla speculazione. Per il TAR la mozzarella di bufala si può fare col latte in polvere

Sentenza sul latte di bufala del TAR Campania: crollano le tutele, aumenta il rischio di frodi. Se non ci saranno interventi della politica la filiera è senza protezioni reali

La recente sentenza del TAR Campania n. 7289/2025 ha stabilito che la Legge 138/1974 — che vieta l’uso di latte in polvere, concentrato o ricostituito — non si applica al latte di bufala, ma solo a quello vaccino. Siamo di fronte ad una sentenza che apre le porte all’ennesimo attacco speculativo alla filiera di un prodotto che si fonda storicamente sulla qualità dell’allevamento e del latte e sul profilo artigiano di un cibo straordinario proprio per la qualità del latte utilizzato.

Una sentenza che è un vero schiaffo a quanti allevano gli animali con coscienza che hanno dovuto purtroppo denunciare e contrastare negli anni scorsi le manovre speculative sulla carne di bufala per effetto di altri provvedimenti legislativi manipolatori. La carne di bufala, grazie ad “artifici normativi”, viene etichettata come carne “bovina” permettendo agli industriali della carne ampi margini di manipolazione sul mercato insaccandola in hamburger e sughi pronti; evidentemente per gli industriali del latte le regole del latte vaccino, invece, sono un orpello e un fastidio.

Questo crea un cinico doppio standard che favorisce unicamente la speculazione industriale: il bufalo è considerato “bovino” quando si tratta di manipolare l’etichettatura della carne per massimizzare i profitti degli industriali, ma non è più “bovino” quando si tratta di applicare le regole di tracciabilità e controllo qualità sul latte. L’esclusione dai divieti della Legge 138/74 è un regalo inequivocabile a chi vuole trasformare la mozzarella di bufalo in un prodotto industriale di bassa qualità .

Il pronunciamento del TAR crea inoltre un vuoto normativo grave: per le produzioni non DOP, ormai la maggioranza delle mozzarelle sul mercato, diventa possibile utilizzare latte concentrato, congelato o ricostituito, mentre lo Stato perde la possibilità di effettuare sequestri e controlli basati sulla 138/74. La Mozzarella di Bufala Campana DOP resta protetta dal disciplinare, ma il resto del mercato rischia confusione, concorrenza sleale e perdita di valore.

Il processo già in corso, che sta erodendo il prezzo del latte fresco alla stalla, rischia di accelerare: i consumatori perderebbero definitivamente certezze sulla qualità di ciò che acquistano.

Chiediamo al Governo e al Parlamento di intervenire subito con una normativa chiara, una tracciabilità obbligatoria, regole di etichettatura trasparenti e misure di sostegno urgenti agli allevatori. Che fine ha fatto il disegno di legge che sanziona i comportamenti manipolatori nella filiera del latte? Una legge che oggi impedirebbe gli effetti nefasti di questa sentenza?

Non possiamo permettere che la filiera bufalina venga lasciata senza regole né protezioni. La Consulta Bufalina della Confederazione Altragricoltura annuncia iniziative legali e politiche per scongiurare l’ennesimo scempio ai danni degli allevatori, dei trasformatori onesti e dei cittadini.

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