Salviamo l’Allevamento Siciliano. Gli allevatori si mobilitano anche in Sicilia.
Obiettivo: risolvere i problemi di BRC e TBC rilanciando e tutelando i diritti degli animali, delle aziende, dei cittadini e del territorio
Invito alla Conferenza stampa
Si terrà martedi 4 aprile a Regalbuto l’evento “Salviamo l’Allevamento Siciliano” con la partecipazione di sindaci, associazioni, cittadini e allevatori. Il giorno prima, Lunedì 3 aprile alle ore 15.30 sempre nella Sala Consigliare di Regalbuto, si terrà la Conferenza stampa di presentazione.
Alla Conferenza stampa intervengono: il Sindaco di Regalbuto, dott. Angelo Longo, Sebastiano Lombardo (allevatore siciliano componente del Coordinamento Nazionale Salviamo l’Allevamento) e Sebastiano Pruiti (Altragricoltura Sicilia, componente la direzione nazionale della Confederazione Altragricoltura per la Sovranità Alimentare)
Il Coordinamento Nazionale in Difesa dell’Allevamento di Territorio si è appena costituito (la scorsa settimana) e già tiene il suo primo evento il 4 aprile nel Comune di Regalbuto in provincia di Enna.
Al centro dell’incontro di Martedi sarà il confronto degli allevatori, dei sindaci e delle realtà sociali siciliane con il portavoce e una delegazione del Movimento Salviamo le Bufale la cui vertenza sta diventando sempre di più il riferimento per tanta parte del mondo dei pastori e degli allevatori di territorio in tutto il Sud Italia e finanché nella aree dell’appennino centrale e alpine.
La vertenza per Salvare le Bufale casertane ha aperto un grande riflettore sulla condizione critica dei sistemi di allevamento territoriali di tutto il Mezzogiorno d’Italia che con il loro indebolimento stanno trascinando nella crisi tanta parte delle nostre aree rurali svuotate del lavoro e dei presidi di tutela territoriale. Una crisi dalle diverse responsabilità, in gran parte riconducibili all’abbandono da parte delle istituzioni, dei sindacati e della politica di strategie di tutela territoriale e di valorizzazione della funzione produttiva della nostra agricoltura.
In questo quadro, che ha ridotto lo straordinario patrimonio dell’allevamento nel Mezzogiorno d’Italia nell’assistenzialismo e nella marginalità, sono cresciute consorterie e cordate speculative che proprio nella gestione delle risorse pubbliche e nel loro spreco trae vantaggi dal tenere aperta la crisi.
E’ il caso della strategia messa in campo negli ultimi decenni di eradicazione della Brucellosi e della TBC che, scandalosamente, continua a non risolversi in tutto il Sud Italia. Il Movimento Salviamo le bufale ha coniato uno slogan che rende chiaro quanto sta accadendo in Regione Campania: “Finché c’è brucella, c’è business” per spiegare lo scandalo di centocinquantamila bufali macellati con la scusa della BRC e della TBC mentre alle analisi post mortem solo l’1,4% è risultato realmente malato (nel caso della TBC meno dell’1%) e mentre chiude il 40% delle stalle e aumentano la BRC e la TBC che il Piano dovrebbe risolvere.
“La Sicilia, come la Campania, vive una condizione imbarazzante e numeri pericolosi per la prevalenza di BRC e TBC. Circa 800.000 animali macellati in 10 anni in Sicilia per effetto di un Piano che non solo non risolve i problemi ma che sta mettendo in ginocchio un intero territorio ed un tessuto produttivo. Un Piano incredibilmente fermo al 2009 mentre in Europa si sono evoluti strumenti capaci di risolvere le zoonosi senza massacrare inutilmente animali e aziende. Un Piano che ha già procurato una multa salata dall’Europa alla Regione Sicilia per non aver applicato la vaccinazione. Sarà interessante (nell’incontro con gli allevatori, i sindaci e le realtà sociali siciliane impegnate a difendere il territorio con gli allevatori in mobilitazione per difendere gli animali il destino delle proprie stalle e quello delle comunità rurali) ascoltare dagli allevatori e dai sindaci la reale portata dei risultati di una strategia che si sta attuando da almeno trent’anni e che ha bisogno di una verifica ormai non più rimandabile.” dichiara Gianni Fabbris sottolineando “La verifica è interesse e dovere delle Istituzioni così come è interesse degli allevatori e dei loro sindaci risolvere i problemi ed è interesse delle istituzioni coinvolgerli pienamente nella gestione dei Piani di eradicazione. Nessun Piano efficace può funzionare senza il pieno coinvolgimento degli allevatori che sono le prime vittime con i loro animali della mancata risoluzione dei problemi e che, al contrario, vanno pienamente investiti della responsabilità e del protagonismo consapevole. Gli allevatori, in Campania come in Sicilia e nelle altre regioni, con il loro protagonismo e la loro determinazione stanno mettendo in campo le proposte per risolvere, finalmente, i problemi rilanciando i sistemi di allevamento (I Piani servono a eradicare le malattie non le mandrie e le aziende). Le istituzioni saranno all’altezza del compito che spetta loro?“.
Saranno questi alcuni dei temi sviluppati nell’incontro pubblico convocato a Regalbuto il 4 aprile in cui sarà formalizzata la costituzione del Coordinamento per Salvare l’Allevamento Siciliano, saranno fissati gli obiettivi e l’agenda delle prime iniziative del Movimento in Sicilia e sarà adottato un documento da inviare alla Regione Sicilia, al Governo ed al Parlamento nazionali.
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Pefetto