Oggi, 20 settembre 2024, il tribunale di Roma si esprimerà sulla querela che la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna contro l’Osservatore Romano per l’articolo pubblicato a firma di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione Biodinamica (leggi l’articolo nel sito dell’Associazione). Querela contro un articolo in cui Triarico commentava e confutava gli esiti di una “ricerca” pubblicata da ricercatori della Scuola che sostenevano le meraviglie degli OGM.
Il titolo e il sottotitolo dell’articolo sono indicativi di un contenuto che condividiamo integralmente: LA TERRA NON È IN VENDITA! Intorno ai profitti dei brevetti ogm e alla proprietà dei semi si gioca una partita centrale della sovranità alimentare e della salute del pianeta
La gravità della denuncia, più che nell’attacco ai contenuti scientifici proposti da Carlo Triarico (inoppugnabili sul piano del metodo e del merito proposto) sta nel fatto che il Rettore della Scuola di Sant’Anna considera diffamante gli argomenti di Triarico che richiama come la libertà di ricerca in Italia sia una finzione dal momento che i “ricercatori” sono costretti a farsi finanziare il proprio lavoro da industrie e poteri finanziari che ne condizionano il merito.
Scrive Triarico “Come tutte le università, quella di Pisa e il Sant’Anna sono sottoposte a gravi restrizioni economiche. Dispiace vedere prestigiose accademie non disporre delle risorse. Questo non deve però mettere la nostra ricerca nelle condizioni di ingraziarsi gruppi di interesse per sopravvivere. La mancanza di risorse pubbliche, o disinteressate, è il principale nemico della libertà di ricerca. Per questo occorre rafforzare la ricerca indipendente, istituire autorevoli banche dei semi pubbliche o gestite in sussidiarietà, che assicurino la tutela delle varietà e la loro disponibilità ai contadini. A questi ultimi vanno garantiti sia il giusto prezzo del loro prodotto sia la possibilità di riseminare e far evolvere i miscugli di sementi. Lo scambio partecipativo di saperi e pratiche è un passo che sarà utile tanto alla sovranità alimentare, tanto all’autorevolezza delle istituzioni scientifiche, nella consapevolezza che madre Terra non è in vendita.”
Riflessione che condividiamo totalmente e che esprime la critica e il punto di vista di gran parte dei cittadini schierati nel difendere il ruolo della ricerca pubblica e indipendente oltre quello degli agricoltori alla libertà dei semi e ad una agricoltura che torni ad essere “amica della natura” e, con la Sovranità Alimentare, fondata sui diritti e fuori dallo schema industriale in cui è costretta.
E’ chiaro l’attacco alla libertà di espressione e di critica ed è evidente la natura intimidatoria della denuncia. Siamo convinti che il tribunale di Roma non potrà che ristabilire e riconoscere il sacrosanto diritto di critica contro una visione della scienza che, in realtà, con la manipolazione genetica finisce per proporre una visione utile e strumentale agli interessi delle multinazionali e del sistema industriale del cibo e di sfruttamento della natura.
Se cosi non dovesse essere, siamo pronti a partecipare di ogni iniziativa utile a sostegno di Carlo Triarico e della libertà contadina di resistere al modello degli OGM, criticandolo, denunciandolo, informando i cittadini e costruendo le alternative. Per questo aggiungiamo le nostre firme alla lettera aperta pubblicata su Rete Humus (vedi) e invitiamo a firmarla
Tano Malannino (presidente)
Gianni Fabbris (coordinatore)
di Altragricoltura – Confederazione perla Sovranità Alimentare
Le idee di Carlo Triarico sugli OGM
Le idee di Carlo Triarico sulla pericolosità degli OGM in agricoltura e sul ruolo della ricerca scientifica ci rappresentano!
Il prossimo 20 settembre la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma si esprimerà sulla querela depositata dal Rettore della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna, verso l’Osservatore Romano. La denuncia è stata depositata per un articolo apparso sul quotidiano della Santa Sede a firma di Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione Agricoltura Biodinamica, il 6 febbraio 2018 con il titolo “Brevetti ogm e salute del pianeta. La terra non è in vendita”. La colpa di Triarico sarebbe stata quella di aver criticato nel metodo e nel merito gli esiti di una ricerca scientifica pubblicati da un gruppo di ricercatori della scuola Sant’Anna nell’articolo “Impact of genetically engineered maize on agronomic, environmental and toxicological traits: a meta-analysis of 21 years of field data”, apparso sulla rivista scientifica Nature Scientific. Lo studio analizza studi e ricerche effettuati in 21 anni sulla sicurezza alimentare ed ambientale del mais OGM e conclude che “la coltivazione di mais transgenico presenta produzioni superiori, contribuisce a ridurre la presentazione di insetti dannosi e contiene percentuali inferiori di sostanze tossiche che contaminano gli alimenti e i mangimi animali“. Soprattutto afferma con ostentata certezza la non pericolosità di tale prodotto e tralascia gli impatti sull’ambiente che lo stesso può provocare.
Nel suo articolo Carlo Triarico ha semplicemente affermato che vi sono altrettanti studi che dimostrano l’esatto contrario e che chi opera nel mondo della ricerca scientifica più che assolutizzare propri punti di vista, anche conseguenti propri percorsi di studio e ricerca, dovrebbe invece contestualizzare e tematizzare con la dovuta circospezione temi di questa portata. Ovvero non presentarli come risultati scientifici inoppugnabili.
E’ stata anche posta l’attenzione sull’annoso tema della indipendenza della ricerca scientifica pubblica, ovvero sugli intrecci esistenti fra fondi pubblici, risorse private e terzietà dei ricercatori. Quanto è libera una ricerca su temi di forte interesse agro-industriale e commerciale finanziata direttamente da chi poi ne dispone sui mercati globali? È lecito porsi questa domanda?
Colpisce anche il fatto che la stessa pubblicazione scientifica sia stata oggetto di numerose critiche, a volte molto più dure e roventi, apparse su altre riviste scientifiche in giro per il mondo. Sono stati anche argomentati in modo critico tali risultati considerati anche poco attendibili e forti dubbi di conflitti di interesse degli autori.
Ma perché fra tutti si è voluto colpire in particolare Carlo Triarico? L’analisi critica della pubblicazione è stata effettuata da autorevole rappresentante di un movimento di agricoltori, operatori economici, studiosi, ricercatori e semplici cittadini, che da un secolo a questa parte, nel solco del pensiero biodinamico, denuncia gravi rischi per il pianeta e l’uomo, dovuti ad un’agricoltura industriale basata sul determinismo ed il riduzionismo, di cui gli OGM ne sono l’ultimo e il più drammatico esempio.
Triarico dalle pagine dell’Osservatore Romano pubblicava una serie di inchieste scomode sul monopolio dei semi, gli OGM, i pesticidi e i cartelli delle multinazionali, inchieste che oggi non compaiono più. E non è forse un caso che proprio per contenere il fenomeno delle querele che minacciano la libertà di stampa e di critica, l’Unione Europea ha recentemente emanato una direttiva.
Chi opera nella ricerca scientifica (ancora di più se pubblica) ha in primo luogo il compito di mettere a disposizione della società e dell’economia linee di interpretazione ampie e complesse della realtà e dell’innovazione tecnologica, prima ancora che assolutizzare tesi e punti di vista, che inevitabilmente si accostano ad interessi economici e finanziari di ampia portata e carichi di conseguenze per la vita di operatori economici e cittadini di tutto il mondo.
Ecco perché questa vicenda giudiziaria non può passare in silenzio! E non riguarda solo una persona, ma una intera categoria economica e sociale italiana e mondiale, che da decenni nel solco dell’agroecologia oppone una seria ed argomentata contrarietà verso pratiche manipolatorie chimiche e del patrimonio genetico di piante ed animali, orientate alla massimizzazione della produttività agricola o animale.
Noi ci poniamo al fianco di Carlo Triarico, che in questa vicenda ci rappresenta tutti, con la sua intelligenza, la sua sensibilità culturale e il suo spirito libero di critica, verso un modello di agricoltura industriale che senza ritegno, nonostante i gravi riflessi ambientali (questi si comprovati in modo unanime) che abbiamo tutti davanti gli occhi, continua a proporre la modificazione genetica e chimica profonda e arbitraria dei complessi cicli biologici viventi del pianeta.
3 commenti
Dobbiamo urlare forte, il seme non si tocca, non può essere manipolato.
Per evitare che i processi di massificazione e omologazione nei consumi come nella produzione si impongano acriticamente e violentemente occorre ricercare la verità sugli OGM . La ricerca perché sia autentica e seria necessita il confronto anche con le posizioni diametralmente opposte. Demonizzare come mettere sul banco degli imputati chi critica il “sistema” OGM o anche chi sostiene l’agricolitura biodinamica come Carlo Triarico non va in questo senso nel senso cioè della cura e del rispetto di ogni sapere.
Ho sempre pensato che le modifiche genetiche siano un un’obbrobrio dell’uomo. E mi sono guardati bene di accettarne i frutti avvelenati. La natura e la madre terra ci danno sempre dei messaggi che troppe volte non sappiamo leggere. La natura è insegnante di vita e trovo scandaloso chiamare scienza, frutto di coloro che non accettano di poterla confutare. Il diritto di critica deve essere tutelato in modo ferreo e coloro che si affidano alle querele spesso hanno la coda di paglia. Massimo plauso e vicinanza al Dott. Carlo Tricarico che come ottimo difensore ha la natura dalla sua parte.