Documento programmatico e organizzativo di apertura della Costituente

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documento finale
dell’Assemblea Fondativa della Costituente per la Confederazione Sindacale per la Sovranità Alimentare

UN NUOVO PROGETTO PER RIDARE SPERANZA ALL’AGRICOLTURA,
ALLA PESCA E AI DIRITTI AL LAVORO, AL CIBO E AL TERRITORIO

UN NUOVO SOGGETTO E UNA FORTE COMUNITÀ PER RICOSTRUIRE IL FUTURO

Le imprese agricole, dell’artigianato agroalimentare, allevatrici e della pesca italiane sono in una crisi mortale; i diritti al cibo ed a un territorio tutelato ed ecologicamente sano sono sempre più compromessi. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso il 20% delle aziende agricole e l’8% del lavoro, per noi è un segnale terribile. Se l’Italia si è trasformata da grande Paese del lavoro della terra e produzione del cibo a piattaforma commerciale speculativa, non è stato per un processo “naturale” ma per le scelte sociali e politiche che ci consegnano un modello che rende marginale il lavorare, gestire la terra, e pescare nel mare svuotando il cibo di contenuti legati al territorio con i cittadini trasformati in consumatori senza diritti.

Mentre si celebrano i meravigliosi fasti del Made in Italy, i nostri agricoltori, allevatori e pescatori vedono crollare i redditi, i nostri prodotti rimangono nei campi, il nostro patrimonio fitogenetico è privatizzato, i braccianti vedono comprimere condizioni di lavoro e salari, le campagne si desertificano di attività di cura e tutela, il territorio viene letteralmente sommerso da alluvioni e da frane e sconvolto dalle siccità, ai cittadini viene offerto un cibo sempre meno legato al territorio ed al nostro lavoro, gli scaffali della GdO si riempiono di prodotti senza qualità e ultraprocessati e la sicurezza alimentare si trasforma da diritto per tutti in merce a caro prezzo.

Molte mistificazioni sono state usate per coprire la realtà della crisi come se i nostri nemici fossero fuori dai nostri confini; l’aggressione al nostro patrimonio agricolo, in realtà, avviene soprattutto qui, nelle scelte che lasciano mano libera alla speculazione per cui l’Italia è solo occasione per lucrare sulla storia della nostra produzione del cibo accaparrandosi marchi e brevetti per manipolarli con materie prime provenienti da altri territori agrari e comunque sottocosto rispetto ai costi produttivi delle nostre aziende. E’ l’idea dell’agricoltura come reparto all’aperto della produzione industriale e degli agricoltori come cottimisti nelle mani della commercializzazione e della finanza speculativa. In gioco, in realtà, c’è la tenuta di un patrimonio di lavoro e saperi.

Per la nostra agricoltura, la pesca il cibo e il territorio servono cambiamenti profondi, Serve un nuovo approccio, un nuovo progetto e l’urgenza di atti che invertano il quadro della crisi; serve una Nuova Stagione di Riforme.

La Riforma Fondiaria degli anni ‘50 fu la risposta alle istanze ed alle lotte dei contadini e permise al Paese di uscire dal Medioevo del latifondo; oggi, abbiamo bisogno una nuova Riforma che faccia i conti con il moderno e brutale latifondismo finanziario, la speculazione, la perdita di funzione della nostra agricoltura produttiva, l’abbandono della terra, i rischi per sicurezza alimentare e ambiente e che, coinvolgendo e stimolando scelte sociali responsabili, conquisti un quadro di regole e di azioni che le favoriscono.

La Nuova Riforma Agraria di cui abbiamo bisogno è il quadro di tutela dell’agricoltura produttiva come diritto sociale collettivo e Patrimonio fondamentale; a partire da questa scelta, vanno rimodulate le priorità: al cibo, al reddito, al salario ed ai diritti del lavoro, alla sostenibilità, alla salute ed alla tutela ambientale, alla riproducibilità a risorse primarie come l’acqua, la terra, l’energia, alle risorse fitogenetiche.

Per tutto questo noi, che veniamo da una lunga storia trentennale di resistenze, progetti, mobilitazioni, proposte, pratiche economiche, sociali e culturali per salvare l’Agricoltura e la Pesca, le aziende e le comunità rurali e che continuiamo a coltivare la terra, allevare, pescare ostinandoci a farlo con dignità e responsabilità resistendo ai tentativi di trasformarci definitivamente in cottimisti dell’industria e della Gd.O. oppure di essere espulsi dalle terre e dai mari in cui da generazioni ci tramandiamo le culture antiche, la dignità, la responsabilità e i saperi del lavoro contadino, della pesca e della trasformazione artigiana,

APRIAMO LA FASE COSTITUENTE DELLA CONFEDERAZIONE SINDACALE PER LA SOVRANITÀ ALIMENTARE DELLE IMPRESE DELL’AGRICOLTURA E DELLA PESCA

e

INVITIAMO AL COINVOLGIMENTO E ALLA PARTECIPAZIONE PER DARE VITA
AD UNA FORZA ORGANIZZATA POPOLARE E DEMOCRATICA CHE SALVI L’AGRICOLTURA E LA PESCA E RICONQUISTI IL FUTURO CON LA NUOVA RIFORMA DEL DIRITTO AL CIBO

Il lavoro per sviluppare il nuovo progetto dell’Agricoltura, della pesca e del cibo fondato sulla Sovranità Alimentare e l’Agroecologia e di dare vita ad un soggetto organizzato autonomo e indipendente della Rappresentanza coerente con l’obiettivo, non compromesso con le pratiche sindacali legate al modello fallimentare del passato, è per noi una priorità e lavoreremo per farla riconoscere ed assumere come un obiettivo strategico per quanti hanno a cuore la nostra agricoltura e la nostra pesca.

Per raggiungere gli obiettivi, apriamo un PERCORSO COSTITUENTE per una fase che valutiamo fra i 18 e i ventiquattro mesi (salvo diverse valutazioni che saranno adottate in ragione degli sviluppi del lavoro che metteremo in campo) al termine del quale convocheremo un Congresso per delegati espressione democratica del processo che si sta articolando.

Dieci sono gli obiettivi operativi della Fase Costituente:

  • Aprire una fase di confronto e di dibattito e implementare il progetto della Nuova Riforma dell’Agricoltura, della Pesca e del Cibo e sulle forme, gli obiettivi, gli strumenti di cui si dota il nuovo sindacato di rappresentanza che vengono posti a base del programma e delle posizioni sindacali dell’Organizzazione
  • Aprire il tesseramento per coinvolgere nella maniera più larga possibile i soggetti direttamente interessati (a partire dalle imprese del settore)
  • Promuovere e gestire campagne e iniziative finalizzate a rafforzare la base associativa e contribuire a sviluppare i movimenti che contrastano la crisi nelle aree rurali e urbane
  • sviluppare nel territorio i NODI territoriali dotandoli di strumenti e collegandoli fra loro e costituire i livelli regionali
  • sviluppare gli strumenti tematici e trasversali sovraterritoriali (associazioni e reti di scopo e di settore)
  • sviluppare, formare e selezionare gli organismi dirigenti eletti dalle istanze territoriali e tematiche
  • comporre il sistema generale implementando i progetti collegati come l’Unione degli Agricoltori, dei Pescatori e degli Artigiani, l’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare e implementando e rafforzando le istanze di movimento indispensabili a estendere la mobilitazione sociale contro la crisi come il COAPI
  • accreditare l’istanza sindacale presso le istituzioni al fine dei riconoscimenti come istanza di rappresentanza al fine di esercitare a pieno il mandato degli iscritti come prevede l’art. 29 della Costituzione
  • stabilire e consolidare una relazione permanente con i Movimenti Internazionali per la Sovranità Alimentare
  • Formare un sistema stabile di alleanze con realtà sociali con cui vengono condivisi valori e obiettivi

Assumiamo a fondamento culturale, sociale, politico e sindacale della iniziativa della fase Costituente tre corpi documentali che consideriamo strategici:

– I documenti della Sovranità Alimentare proposti da Via Campesina e implementati dal processo e dal forum internazionale di Nyeleni (che, fra l’altro, definisce la Sovranità Alimentare come “il diritto dei popoli a un cibo sano e culturalmente appropriato, prodotto con metodi ecologicamente sani e sostenibili, e il loro diritto a definire i propri sistemi alimentari e agricoli”)

– La dichiarazione adottata il 17 dicembre del 2018 dal Consiglio delle Nazioni Unite denominata UNDROP (Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Contadini e delle altre persone che vivono nelle aree rurali) che dopo venti anni di pressioni dei movimenti contadini internazionali ha stabilito un quadro di base su cui impostare le rivendicazioni dei diritti nei confronti della politica con cui abbiamo molto su cui dover riaprire la “contrattazione” (l’Italia è stato uno dei Paesi che non ha votato a favore ad una risoluzione che, comunque, è stato assunto nel Corpo Normativo delle Nazioni Unite)

– La Carta Costituzionale Italiana che, adottata all’indomani della liberazione del Paese, costituisce per noi un imprescindibile fondamento da implementare ed attuare pienamente.

Al fine di sviluppare al meglio il lavoro della Fase Costituente, con l’Assemblea del 25 ottobre 2025 che ne ha segnato l’avvio, abbiamo assunto alcune prime decisioni:

– Abbiamo adeguato lo Statuto di Altragricoltura (che nel 2008 ha modificato quello costitutivo del 2001) in modo da configurare il passaggio alla struttura Confederale in maniera coerente

– Abbiamo assunto alcuni documenti politici posti alla base del percorso costituente che vengono posti alla base del lavoro

– Abbiamo integrato gli organismi dirigenti eleggendo una nuova Direzione Nazionale cui viene affidato il compito di orientare e guidare il processo per i prossimi mesi

– Abbiamo affidato alla Direzione Nazionale il compito di approfondire e articolare le raccomandazioni espresse dall’Assemblea per sviluppare il percorso e presentare un Piano di sviluppo a partire dalla Convocazione della Conferenza Nazionale d’Organizzazione che si terrà entro sei mesi dall’avvio della fase costituente

– Abbiamo avviato il tesseramento per il 2025 convocando assemblee e incontri nel territorio per implementare la rete e il progetto sulla base della indicazioni e dell’ascolto che registreremo nelle diverse comunità e dai nodi territoriali e tematici

Il Processo di costruzione e sviluppo della Costituente è, per noi, un grande impegno nella ridefinizione del ruolo delle imprese, dei cittadini e dei lavoratori del comparto che deve investire la Societò tutta, muovendo dalle campagne e dalle marinerie per arrivare fin dentro le comunità rurali e quelle urbane del cibo.

Per questo consideriamo la Costituzione del soggetto nuovo della rappresentanza delle imprese del settore Primario (Agricoltura, Allevamento e Pesca) come un cardine fondamentale per la responsabilità che devono assumere i contadini e i pescatori artigianali nello spingere il processo di Riforma a partire dalla centralità delle attività di produzione primaria e della sua gestione del territorio e delle risorse ma non è sufficiente e non esaurisce il quadro dei soggetti chiamati alla responsabilità ed a diventare protagonisti del cambiamento.

La Sovranità Alimentare, decisiva per salvare le aziende dalla crisi, non è solo il diritto delle aziende contadine e della pesca artigianali al reddito ed a vedere remunerati gli investimenti. E’ anche il diritto dei lavoratori dipendenti della filiera agroalimentare ad un lavoro degno ed al salario adeguato e dei cittadini ad un cibo sano, nutriente, riconoscibile e ad un territorio tutelato ed ecologicamente in equilibrio.

In una parola è il diritto alle Comunità a determinare ed a pesare nel processo di produzione, distribuzione, consumo del cibo e del territorio e, come recita la definizione di Nyeleni, è “il diritto dei popoli a un cibo sano e culturalmente appropriato, prodotto con metodi ecologicamente sani e sostenibili, e il loro diritto a definire i propri sistemi alimentari e agricoli”,

Per questo, mentre consideriamo centrale il processo di riorganizzazione delle imprese del settore primario (agricoltura, allevamento e pesca) in Altragricoltura Confederazione per la Sovranità Alimentare, lavoriamo a promuovere il processo della Riforma sviluppando altri piani che consideriamo strategici e, in particolare:

  • lavoriamo all’Unità delle imprese del primario con quelle della trasformazione artigianale e della piccola distribuzione per rompere lo schema corporativo (tanto caro alle vecchie e fallimentari organizzazioni sindacali) che divide i piccoli e medi produttori per lasciarli deboli nel confronto con la GdO e i processi di concentrazione finanziaria; l’Unione degli Agricoltori dei Pescatori e degli Artigiani (l’accordo fra Altragricoltura e la CNA per mettere in campo le Unioni di Filiera e di Territorio per riorganizzare i cicli economici e sociali) è per noi un obiettivo strategico e un terreno di lavoro centrale
  • altro terreno strategico di impegno su cui sviluppare la rete e il progetto è quello dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare, ovvero del processo messo in campo da cinque anni da Altragricoltura e che si ripropone di organizzare e promuovere campagne e iniziative comuni fra le aziende che si riorganizzano (Nella Confederazione per la SA e con l’Unione degli Agricoltori, Pescatori e Artigiani), le organizzazioni dei Lavoratori salariati e tecnici e le reti di cittadini. Alla Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare, che sta implementando strumenti di servizio e di supporto come la Fondazione Per la Sovranità Alimentare (formazione e promozione della cultura e della conoscenza), la Rete PerlaTerra (organizzazione di Reti di Impresa e diu progetti di filiera e di territorio per la transizione all’agroecologia) o la Rete dei Municipi Rurali (che promuove spazi collaborativi fra le istituzioni comunali e gli attori sociali del cambiamento), in particolare affidiamo il compito di gestire e implementare la Campagna per la Nuova Riforma dell’Agricoltura, della Pesca e del Cibo essendo, questo, un obiettivo che deve coinvolgere tutta la società
  • il processo di Altragricoltura Confederazione per la Sovranità Alimentare delle imprese dell’Agricoltura, dell’Allevamento e della Pesca è promosso ed espressione del Movimento Altragricoltura che è, e rimane, il perno da cui e su cui mobilitare la società. Solo una forte iniziativa di mobilitazione sociale che si sviluppi nel tempo può riuscire ad aprire al cambiamento ormai indispensabile. Nessun processo di messa in campo di un progetto nuovo e di un soggetto nuovo della sua rappresentanza può svilupparsi senza la spinta e l’iniziativa di una società consapevole. Per questo appoggiamo, favoriamo. E lavoriamo per sviluppare tutte le iniziative di movimento contro la crisi imposta dal modello dell’agricoltura e del cibo della globalizzazione neoliberista e lavoriamo perché evolvano verso modelli democratici e positivi. Siamo stati. Insieme ad altri, fra i promotori del COAPI (il Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani) sorto dalle mobilitazioni dei trattori contro la crisi sviluppatosi in Italia e nel resto d’Europa fra il gennaio e il marzo 2024 e siamo attivamente impegnati a sostenerne gli obiettivi e le ragioni che puntano, anche grazie alla Campagna dei #99giorni per salvare l’agricoltura e la pesca e a lanciare alle istituzioni la richiesta della Dichiarazione dello Stato di Crisi per adottare provvedimenti straordinari anche in deroga alle regole comunitarie. La ripresa e lo sviluppo della iniziativa contro la crisi è un passaggio fondamentale, premessa e condizione perché si metta in campo. si dispieghi e sia riconosciuto il progetto del cambiamento con la Nuova Riforma dell’Agricoltura, della Pesca e del cibo.

CON QUESTI INTENDIMENTI E CON LE RISOLUZIONI E LE RACCOMANDAZIONI ADOTTATE DALL’ASSEMBLEA DEL 25 OTTOBRE, AVVIAMO LA FASE COSTITUENTE DELLA CONFEDERAZIONE SINDACALE PER LA SOVRANITÀ ALIMENTARE FACENDO APPELLO A TUTTE E TUTTI AD UNIRSI NEL PERCORSO