Da settimane in Europa e anche da noi in Italia i trattori attraversano le strade per denunciare la crisi. I Presidi intorno ai trattori che nascono in continuazione diventano luoghi di incontro, socialità, mobilitazione. Una nuova generazione di Allevatori e Agricoltori scende in campo per rivendicare il futuro e irrompe nel dibattito pubblico del Paese ponendo al centro i temi del diritto a produrre e della dignità di chi lavora la terra e nel mare.
Nel grido di dolore che sale dalle campagne ricacciate in una crisi pesantissima dalle scelte della liberalizzazione e del primato dei mercati imposto ai nostri Paesi, le istanze che salgono dal basso riprendono molte delle parole d’ordine e degli obiettivi che come Altragricoltura abbiamo fatto vivere per 25 anni tenacemente e con ostinazione.
E’ stato un lungo cammino a volte vissuto nell’isolamento, con qualche vittoria importante ma in un quadro generale di sconfitta dei contadini e delle contadine e di quanti vivono e lavorano nella terra , lungo le coste e nel mare.
Abbiamo in questi decenni tenuto aperto il Cammino con le nostre vertenze. Quelle in Sardegna in cui abbiamo interrotto il processo di vendita all’Asta di oltre cinquemila aziende, quelle con i pastori, quelle contro l’Imu agricola, per tutelare e difendere le comunità rurali alluvionate e preda del dissesto idrogeologico, quelle contro l’indebitamento e lo sciacallaggio, quelle contro la gestione fallimentare dei piani di gestione della brucellosi e della tbc e per difendere i sistemi di allevamento territoriali, quelle contro il caporalato solo per citarne alcune.
Vertenze, mobilitazioni e iniziative contro una crisi che in questi decenni ha svuotato di dignità la funzione del lavoro contadino, dei pescatori e dei trasformatori artigianali chiamati a diventare “imprenditori”, illusi dalle promesse di facili e certi guadagni, ridotti a un popolo di indebitati, cottimisti della filiera dell’agricoltura industriale e della speculazione finanziaria.
Mentre costruivamo punti di resistenza a costo di pagare personalmente il nostro impegno (fino a dover subire denunce e processi per il nostro impegno a difesa delle persone e delle comunità) abbiamo sempre tenuto aperte le vie dell’alternativa alla crisi dell’agroalimentare neoliberista mettendo in campo pratiche agroecologiche e sociali condivise, assumendo e promuovendo la Sovranità Alimentare come terreno di giustizia e democrazia su cui ricostruire il futuro e proponendo la Nuova Riforma Agraria e dell’Agroalimentare come il Piano su cui ripensare il modello del ciclo di produzione, distribuzione, fruizione del cibo e del territorio, convinti, come siamo sempre stati, che il sistema agroalimentare non possa essere efficientato ma profondamente cambiato.
Oggi che questa nuova generazione di agricoltori e allevatori è scesa in campo, ci sentiamo meno soli e guardiamo davanti a noi con la certezza che niente sarà come prima e con la speranza che il grido di dignità che sale dai presidi prenda la via della Riforma, dell’Agroecologia, della Sovranità Alimentare come diritti generali di tutta la società.
Ben sappiamo, anche, quali sono i rischi e li intravediamo tutti. La prima risposta Europea ai trattori nelle strade è stata quella di fare l’ennesimo regalo alle multinazionali della chimica mentre (quasi nel silenzio) si introducono i nuovi OGM mentre dentro le mobilitazioni, traspaiono rischi di strumentalizzazioni politiche di diversa natura che, proprio in ragione dei tanti giovani senza esperienza, potrebbero orientare il movimento non verso esisti utili ma reazionari, magari per vendere trattori ancora più grandi e spingere verso modelli industriali insostenibili che aggraverebbero la crisi.
Per questo noi oggi siamo in campo nelle mobilitazioni, per contribuire alla loro estensione, al loro rafforzamento ed alla consapevolezza generale in modo che si sviluppi un movimento utile a spingere per la Nuova Riforma Agraria e dell’Agroalimentare coinvolgendo tutta la società e ottenendo che la Politica rimetta al centro delle sue responsabilità le scelte di cambiamento necessarie ed indispensabili.
Con #TELODOIOILMADEINITALY abbiamo messo a disposizione di un’alleanza ampia una delle nostre campagne che abbiamo implementato in questi anni. In questo primo spazio stiamo incontrando tanti e diversi. Non basta! L’allargamento del percorso e dello spazio decisivo e l’unità va costruita insieme al crescere della consapevolezza.
Per questo Altragricoltura in questi giorni, nel mentre è impegnata nei presidi e nelle mobilitazioni, si chiama a raccolta per approfondire e condividere con urgenza i metodi, gli strumenti e gli obiettivi concreti per passare dalla fase della resistenza e della denuncia di questi decenni a quelli del Progetto e della costruzione di una proposta di Riforma utile.
5 commenti
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Spezzate il legame forte tra la UE e le l’elite di Davos che ha deciso il percorso per i prossimi anni col capitalismo della sorveglianza e il Green degli miliardari, sintetizzato bebè negli 8 punti per l’agenda 2030(https://youtu.be/B-48pRqwmBw?si=bTGtNO1lwaF0Niwj ) .
Se non si denuncia questo sodalizio diabolico non servirà nulla. Loro hanno i capitali e stanno comprando governi ed istituzioni sovranazionali per portarli do e dicono loro.La Democrazia per loro è un paravento formale per nascondere l’idea di totalitarismo che hanno in mente e stanno costruendo. Dopo il Covid si è accelerato tutto e la prova è la digitalizzazione di ogni ambito della società e delle nostre vite……
Buongiorno, sono un piccolo agricoltore campano per scelta e per passione e mi trovo quotidianamente a subire grandi e piccole ingiustizie. Sono stanco e vorrei fare di più a favore dell’agricoltura, nonostante il mio tempo libero limitato sono pronto a scendere in campo per supportare iniziative sane e costruttive. Se reputate la mia collaborazione un supporto in più non esitate a contattarmi.
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Buongiorno Roberto, scrivici a questa mail: altragricoltura@gmail.com mandaci i tuoi riferimenti
Grazie
Siete tanti , unitevi e vendete direttamente al pubblico se siete tutti uniti mandiamo a quel paese l europa che è una finzione di unita e una vera perdita di sovranita.
Abbandonate come state facendo , i grandi sindacati corrotti, saltate i grosdisti e ordanizzate vendite dirette capillari ovunque.
Siamo un grande paese ma dobbiamo tornare a crederci noi…i politici non ci aiuteranno mai.
Condivido pienamente o ci aiutiamo fra di noi o ci ritroveremo in rovina