Le audizioni al senato, pietra tombale per la Regione

Le audizioni del prof. Caporale e dell’Avv, Sasso sono la pietra tombale per il Piano imposto dal Presidente De Luca e dalla sua Task Force
Il 21 si riunisce il Coordinamento Unitario per estendere la mobilitazionee attuare le proposte partorite dal Forum per il Piano Partecipato

Si sono tenute questa mattina 20 luglio 2023 fra le ore 9 e le ore 10 le audizioni del Prof. Vincenzo Caporale e dell’Avv. Antonio Sasso invitati dalla IX Commissione del Senato presieduta dal Presidente Senatore Luca De Carlo, ad intervenire all’interno dei lavori in corso della Indagine Conoscitiva sulla condizione dei Bufali in Regione Campania.
Il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, grazie al supporto di Iafue Perlaterra (la web/radio-tv dell’Allenza Sociale per la Sovranità Alimentare promossa da Altragricoltura) dopo aver diffuso la diretta sulle pagine social facebook e youtube del movimento, ha raccolto le registrazioni archiviandole nel fondo documentario dell’Osservatorio per il Bufalo Mediterraneo che sta raccogliendo i documenti delle diverse Commissioni di indagine che negli anni si sono susseguite sulla lunga crisi che ha investito pesantemente il comparto bufalino e sta portando alla diffesione delle zoonosi per il fallimento dei Piani gestiti dalla Regione Campania negli ultimi dieci anni.
Le due registrazioni (di circa trenta minuti l’una) possono essere scaricate e visionabili nella sezione dedicata alla Indagine Conoscitiva avviata nel 20023 (vedi la sezione https://altragricoltura.net/osservatorio-bufala-mediterranea/) e, in particolare, quella del prof. Vicenzo Caporale (vedi all’indirizzo https://altragricoltura.net/osservatorio-bufala-mediterranea/archivio-indagine-conoscitiva-2023/audizione-di-vincenzo-caporale/ e quella dell’Avv. Antonio Sasso (vedi all’indirizzo https://altragricoltura.net/osservatorio-bufala-mediterranea/archivio-indagine-conoscitiva-2023/audizione-di-antonio-sasso/)

Sulle audizioni (che il coordinamento invita ad ascoltare per la forte capacità di svelare le molte strumentalità sostenute fin qui dalla Regione Campania) è intervenuto, con un commento del suo portavoce, il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, che riportiamo di seguito.


Le audizioni di oggi mettono la pietra tombale sulle bugie sostenute finora dalla Regione Campania e, in particolare, dal Presidente De Luca per nascondere il fallimento delle scelte imposte al territorio ed agli allevatori.
Con le parole del veterinario che è stato il rappresentante dell’Italia nell’OIE, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (Organizzazione di riferimento per il WTO), nonché il coordinatore dell’intervento che fra il 2007 e il 2011 risolse il problema della BRC portandola in provincia di Caserta a valori di circa l’1% di prevalenza appare definitivamente chiara la strumentalità delle dichiarazioni del Presidente De Luca.
A sentire De Luca, egli avrebbe la coscienza a posto per aver fatto quello che gli hanno detto la scienza e le organizzazioni del Tavolo Verde che, a suo dire, rappresenterebbero il 99% degli allevatori casertani.
Sulla falsità dei numeri della rappresentanza il Coordinamento ha smascherato già da tempo la bugia; al massimo le Organizzazioni che siedono nel Tavolo Verde (Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Copagri)  rappresentano meno della metà delle imprese casertane non riuscendo nemmeno a rappresentare gli allevatori loro iscritti se arrivano a Commissariare le loro stesse sezioni pur di silenziare il dissenso.
Ora, dopo le dichiarazioni del Prof. Caporale che sottolinea tutti i dati del fallimento e gli errori di approccio scientifico e organizzativo di cui è responsabile la Task Force della Regione e gli stessi Uffici dell’Assessorato alla Sanità Regionale (di cui De Luca è assessore) cade anche l’altro disperato appiglio cui il Presidente della Regione Campania si è aggrappato finora: è evidente che De Luca non ha affatto ascoltato il parere della scienza ma, al massimo, ha ascoltato solo le prese di posizione di quei tecnici che egli stesso ha nominato nella task force, ovvero di quanti hanno sostenuto tesi  scientifiche tanto infondate quanto funzionali a coprire scelte fallimentari, da De Luca avallate istituzionalmente e politicamente.
Fra le diverse tesi puntualmente smontate dall’intervento del Prof. Vincenzo Caporale (“veterinario, figlio di veterinario e nipote di veterinari” come egli stesso ha ricordato) ve ne è una che merita di essere sottolineata: la falsità della tesi per cui uno dei problemi che renderebbero particolarmente difficile e ardua la risoluzione delle zoonosi nel Casertano starebbe nella alta concentrazione del numero di allevamenti nel territorio.
Un numero tanto alto che, secondo De Luca,  giustificherebbe la necessità di ridurre il numero degli animali nell’interesse di tutti i cittadini. La notazione del Prof. Caporale è stata impietosa nel sottolineare come in alcune province della Lombardia la concentrazione dei Bovini è tre volte superiore a quella delle bufale del Casertano … ” eppure in Lombardia (come in tutto il Centro-Nord Italia) la Brucella e la TBC sono state risolte da molto tempo”.
Osservazione che, con buona pace della propaganda del Presidente De Luca e dell’Assessore Caputo sul modello Bavarese che dovrebbe essere realizzato nel Casertano, rendono chiaro cosa in realtà sta avvenendo: i Piani realizzati sotto il comando del Presidente De Luca e attuati dalla Task Force guidata dal Dott. Antonio Limone non servono a eliminare e risolvere la TBC e la BRC bufalina ma sono straordinariamente funzionali a sterminare le mandrie, a chiudere le aziende ed a mungere una grande quantità di denaro pubblico il cui flusso si fermerebbe se (come è già avvenuto) si risolvessero i problemi.
Cinque gli obiettivi posti dal Prof. Caporale per il nuovo Piano di cui c’è bisogno. Il principale è la condivisione delle scelte con gli allevatori …. “Nessun Piano può funzionare contro gli allevatori e del resto va chiarito che la Brucellosi e la TBC non vanno risolte dallo Stato ma dagli allevatori che sono i principali responsabili e portatori di interesse. Lo Stato e le Regioni devono offrire gli strumenti, garantire i controlli, supportare le azioni garantendo trasparenza e fiducia” … esattamente quello che è mancato finora in Campania.

E’ toccato all’Avvocato Sasso integrare la lunga sequenza di aspetti tecnico-scientifici fallimentari di cui si sono nutrite le scelte della Regione Campania con gli aspetti di diritto. Anche grazie alle dichiarazioni di un valente avvocato che ha acquisito nel tempo una grande conoscenza ed esperienza  in materia di diritto nel settore bufalino, è emerso un quadro fortemente preoccupante di quanto sta accadendo. Un quadro per cui,  nonostante il continuo tentativo della Regione e dei suoi esperti, di addossare le responsabilità del fallimento del Piano agli allevatori accusati a volte di essere camorristi e untori, altre volte di produrre troppi ricorsi facendo perdere efficacia alla mattanza imposta dalla Regione, emergono le gravissime responsabilità di chi finora ha gestito il Piano negli ultimi dieci anni, attuate a volte in spregio al rispetto delle regole e delle norme, altre volte grazie al sapiente utilizzo di un quadro normativo farraginoso, lacunoso e contraddittorio.

Due sono le sottolineature dell’Avvocato Sasso che richiamano la gravità dei fatti: sono ormai sempre più numerosi i pronunciamenti degli organismi giudicanti che accolgono i ricorsi degli allevatori contro i metodi antiscientifici messi in atto a seguito della delibera della Regione e, fatto ancora più grave, quando si arriva al pronunciamento anche nelle sedi penali, appare evidente il significato delle sentenze dei tribunali (come quello di Santa Maria Capua Vetere) che sconfessa le tesi della Regione per cui l’uso del vaccino sugli animali avrebbe provocato danni per la salute dei cittadini.

Insomma da questo primo giro di 5 audizioni realizzato all’interno dell’Indagine Conoscitiva del Senato, esce confermato il fallimento dell’operato della Task Force e della stessa Regione Campania. Va dato atto ai senatori  ed alle forze politiche di questa legislatura come, grazie alla loro decisione di aprire una Commissione di Indagine che ascolti tutte le voci interessate, che si sta finalmente facendo strada l’accertamento della verità.

Una Commissione di indagine fortemente chiesta dal Coordinamento Unitario che, fin dalla primavera dell’anno scorso, ha sottolineato una circostanza inquietante: il Parlamento della scorsa legislatura aveva già condotto una Commissione di Indagine sulla vicenda che ha lavorato per due anni e che, incredibilmente, ha audito solo quegli esperti e quelle organizzazioni che hanno condiviso e voluto il Piano che è fallito.

Fabbris, nella sua prima audizione al Senato, lo aveva sottolineato: “come è possibile che il Parlamento precedente non abbia ascoltato le voci di esperti che avevano già risolto i problemi come il prof. Caporale, di realtà associative e sindacali come Altragricoltura e le tante altre schierate su posizioni critiche e di denuncia e, al contrario, si sia formata un’opinione solo sulle dichiarazioni di Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri, il direttore dell’IZSM dott. Antonio Limone, gli altri componenti della Task Force che avevano scritto e gestito il Piano?

L’esito non poteva che essere scritto: basta leggere il documento adottato nella scorsa legislatura (vedi il documento nell’archivio del fondo documentale dell’Osservatorio sul Bufalo Mediterraneo: https://altragricoltura.net/wp-content/uploads/2023/04/atto-di-indirizzo_14.7.2020.pdf) per prendere atto di come le falsità e le dichiarazioni strumentali rese da chi ha gestito il Piano fin qui abbiano determinato un “atto di indirizzo al governo” fuorviante e teso solo a nascondere la realtà.

Se oggi, al contrario, è possibile che, finalmente, la politica, il Paese e i cittadini conoscano la verità è grazie al lavoro ed alla mobilitazione degli allevatori e alla correttezza e sensibilità del senatore Luca De Carlo che insieme a tutti i componenti della Commissione del Senato ha scelto la via dell’ascolto e della trasparenza.

Ora si faccia presto. Nel mentre i parlamentari continuano l’analisi della situazione, anche per evitare che accadono altri disastri come quelli attuati in Campania, la politica intervenga per impedire che la situazione si aggravi.

Il Coordinamento terrà il 21 luglio un incontro decisivo per rilanciare l’iniziativa e attuare quanto è emerso dal Forum concluso circa dieci giorni fa: si dia vita ad un Piano Partecipato per la risoluzione condivisa dei problemi e per il rilancio di Terra di Lavoro, dell’allevamento bufalino e del suo ciclo economico, sociale e ambientale

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