Si riunisce a Bernalda (MT) presso la sede di Altragricoltura l’esecutivo nazionale di Altragricoltura Confederazione per la Sovranità Alimentare allargato per discutere il passaggio al nuovo soggetto organizzato.
Negli ultimi mesi si è sviluppata una articolata discussione nell’esecutivo di Altragricoltura e nel Movimento Riscatto (di cui Altragricoltura è stata la promotrice) intorno al tema di come dare sbocco alle molte iniziative sviluppate negli anni da quel vasto movimento che si è dispiegato nelle campagne italiane dalla mobilitazione di Genova del 2001 in poi.
Altragricoltura è stata indubbiamente una delle esperienze più avanzate nelle aree rurali di tutto il Paese ma in particolare del Sud Italia per la sua capacità di denunciare la crisi agricola e nella sua costante ricerca e sperimentazione di modelli positivi su come riorganizzare le forze economiche e sociali intorno al diritto a produrre e consumare il cibo e gestire la terra. Certo, non siamo stati gli unici ma è innegabile che abbiamo segnato di contenuti, iniziative e pratiche il tempo in cui abbiamo operato a partire dal 2000 ad oggi.
Innumerevoli iniziative di lotta e di mobiltazione contro la crisi, vertenze territoriali e di settore, tre marce che hanno attraversato prima il Sud e poi l’intero territorio nazionale, decine di esperienze territoriali di riorganizzazione e resistenza dei produttori e dei consumatori in quasi tutte le regioni italiane, hanno accompagnato l’esplodere negli ultimi vent’anni della crisi rurale e la profondissima trasformazione che ha investito le campagne italiane.
Trasformazione che ha imposto al Paese un volto nuovo alla nostra agricoltura ed all’agroalimentare. Da grande Paese di produzione del cibo forte delle sue tante diversità e del lavoro agricolo siamo ormai diventati una grande piattaforma commerciale in cui diventa sempre più ininfluente la produzione delle materie prime alimentari.
Collo dei prezzi al campo, aumento del controllo della finanza e della speculazione commerciale sulle filiere agroalimentari, svuotamento dei diritti, dipendenza sempre più grande delle aziende dall’assistenza e progressivo appesantimento burocratico e del controllo sono solo alcune delle manifestazioni di una trasformazione profondissima che ha già cambiato il volto della nostra agricoltura.
A partire dalle esperienze e dal dibattito che si sviluppò prima nella Commissione Agricoltura del PRC in cui molti di noi hanno militato e che ha avuto una innegabile funzione di motore della nostra esperienza e poi lungo tutto il percorso che abbiamo condotto sul piano della autonoma iniziativa sociale, siamo stati fra i primi a denunciare l’arrivo di questa crisi e fra i più lucidi a indicarne i rischi per gli agricoltori, i braccianti e per tutto il Paese.
Abbiamo passato quasi venti anni del nostro tempo a denunciarla, a svelarla, lavorando per affermare nella società l’esigenza di trovare le alternative. Ora che il modello della crisi si è affermato e che si annuncia come permanente, noi abbiamo il dovere di indicare le vie d’uscita e di lavorare non solo a rivendicare ma anche a conquistare il diritto al futuro per la nostra agricoltura produttiva.
Abbiamo il dovere di indicare come si restituisce funzione e dignità al lavoro agricolo, al rapporto col territorio al diritto al cibo.
Dobbiamo cioè passare dalla denuncia e dalle tante vertenze che chiedevano “misure straordinarie” per affrontare gli effetti devastanti della crisi all’iniziativa per indicare e conquistare le forme che ci permettono oggi di uscire dalla crisi. All’ordinarietà di un progetto che indichi e permetta una funzione degna del lavoro della terra e la pienezza del diritto al cibo.
La base su cui abbiamo impostato in questi anni la nostra iniziativa è stata la proposta della “Sovranità Alimentare”, ovvero del diritto dei popoli e degli Stati di decidere il rpoprio modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo. Oggi siamo chiamati ad indicare come questo diritto deve essere praticato e soddisfatto qui ed ora, prendendo atto che il modello della globalizzazione, della liberalizzazione e della finanziarizzazione dei mercati negano questi diritti.
Se la base “politica” dei principi della Sovranità Alimentare siamo, cioè, chiamati ad articolare, indicare, lavorare a definire percorsi, pratiche, prospettive che ridisegnano il futuro possibile per la nostra agricoltura produttiva, il diritto al cibo, al lavoro e ad un territorio tutelarto.
Nel nostro percorso abbiamo fissato molti punti di lavoro e obiettivi di cui qui indico solo alcuni fra i principali:
– restituire funzione e dignità alla produzione agricola favorendo modelli fuori dalla subalternità all’agricoltura industriale e del conferimento
– reddito, salari e diritti del lavoro
– superare la dittatura dell’indebitamento che pesa sulla agricoltura produttiva italiana
– riformare la spesa pubblica e i sostegni all’agricoltura per assicurare trasparenza ed equità
– ridistribuire il valore aggiunto che si libera negli scambi commerciali
– recuperare le funzioni sociali dell’agricoltura di territorio
– garantire prezzo e diritti ai consumatori
– ricostruire un’alleanza e un blocco di interessi che si autorappresenti e ricontratti con la politica le condizioni e le iniziative necessarie
– innovare le forme della rappresentanza e liberala dal controllo mafioso e clientelare che si fonda sul corporativismo, la subalternità e la clientela
Per lavorare a questi obiettivi che consideriamo prioritari a garantire il futuro dell’agricoltura, occorre passare ad una fase nuova e costruire gli strumenti dell’Organizzazione che sappia tenere insieme la Rappresentanza, con la Rete di Pratiche e le iniziative di Movimento. Perché non basta più la sola declamazione dei problemi, tanto meno non basta più l’impegno a denunciare la crisi e la sua gestione politica, occorre un progetto e, perchè questo progetto non sia solo un esercizio di stile e di testimonianza, occorre un blocco sociale di interessi che vi si riconosca, lo assuma e lo agisca. Il tema della nascita di un blocco sociale per il cambiamento è la condizione fondamentale per cambiare i rapporti di forza con la politica incidendo nelle scelte che governano il sistema agroalimentare e per far vivere nella società gli obiettivi del cambiamento.
Serve, dunque, una nuova soggettività organizzata ed autonoma che parta dalle aree rurali e investa (invada) una società che vive con sempre maggiore chiarezza gli effetti della crisi ma che ha sempre più bisogno di punti di riferimento. Questo è il compito che vorremmo assegnare al nostro lavoro per la prossima fase e per questo obiettivo teniamo la riunione dell’Esecutivo allargato di Altragricoltura il 23 e 24 settembre 2017.
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Con queste premesse abbiamo lavorato ad una proposta che discuteremo nel seminario di lavoro cosi sintetizzata:
– Individuiamo lo strumento sindacale di rappresentanza nella Associazione sindacale Liberi Agricoltori (con cui peraltro collaboriamo da tempo ma che oggi diventa nella nostra proposta lo spazio sindacale che condividiamo con altri e per cui lavoriamo a definire gli strumenti e le iniziative sindacali); nel seminario discuteremo sia le forme del sindacato (quale sindacato? come operare? come garantire efficacia negli strumenti ed evitare la burocratizzazione e le logiche da “pratichificio”)? Come avanzare una proposta di Riforma della Rappresentanza capace di costituirsi come alternativa al modello corporativo, burocratico e come base per una effettiva liberalizzazione ed una piena rappresentanza degli interessi degli agricoltori? Liberi Agricoltori è una possibilità importante; diventa per noi lo spazio e la proposta condivisa per dare vita ad una forte e alternativa Organizzazione di Rappresentanza sindacale e il nostro contributo punta a qualificare il più possibile il suo profilo strategico nella ricerca di come tenere insieme l’efficienza degli strumenti e dei servizi sindacali per le imprese e le persone e la sua capacità strategica politica e sociale di innovare nelle forme e negli obiettivi la rappresentanza sindacale
– Altragricoltura Confederazione per la Sovranità Alimentare mantiene la sua autonomia politica e organizzativa configurandosi come luogo e alleanza del vasto movimento che da Genova in poi ha condotto in Italia iniziative contro la globalizzazione e di quanti sul territorio mettono in campo iniziative diverse nella ricerca e costruzione delle alternative sociali, produttive e politiche alla crisi agroalimentare sulla base del documento della Sovranità Alimentare); Altragricoltura rafforza il suo ruolo di coordinamento fra soggetti che aderiscono su base di autonomia confederale e garantisce i supporti, il coordinamento e il collegamento con la centrale sindacale.
– OLtre a integrare gli strumenti garantiti nel sistema di Liberi Agricoltori (rappresentanza ai tavoli sindacali, CAA, CAF, Patronato, Sindacato Pensionati, ecc.) Altragricoltura lavora a implementare e rafforzare una rete di strumenti innovativi di supporto e sportello (Centro Documentazione, ASA, Soccorso Contadino, Comunicazione, Sportello Progetti, ecc..)
– Altragricoltura fa dell’autonomia e del processo democratico di confronto fra esperienze diverse la propria ragione fondante ed, essendo, una Confederazione di soggetti territoriali e di settore vi si può aderire sia individualmente che come soggetto organizzato (associazione, sindacato, comitato, ecc..) che mantiene la propria autonomia e partecipa del processo di costruzione di Liberi Agricoltori a pieno
– Viene sviluppata una rete di “Fori Territoriali” o “Nodi Territoriali” che favoriscono la partecipazione, offrono servizi e sportelli, si definiscono come base democratica di decisione e, al tempo stesso, viene implementato l’Associazionismo di settore per favorire la riorganizzazione su base di interessi comuni (vedi l’esempio di AltragricolturaBio o dell’Associazione dei Cerealicoltori)
– per favorire il profilo sociale e non corporartivo dell’esperienza vengono rafforzati e sviluppati strumenti di movimento aperti e partecipati quale la Rete dei Municipi Rurali (Associazione che aggrega i Comuni, le istituzioni di territorio, le aziende, i diversi soggetti sociali ed economici attivi nelle aree rurali) e il Movimento Riscatto che si è ritagliato un importante ruolo nella vertenza contro l’IMU agricola e l’indebitamento delle aziende.
Obiettivo dell’incontro, dunque, è di confrontarci con le proposte operative e il quadro di scelte politiche, sindacali e organizzative per condividere gli obiettivi e il percorso della prossima fase.
Concretamente proponiamo un percorso che si articola in tre anni di lavoro attorno al progetto di riorganizzare le forze e costituire una aggregazione di soggetti/interessi che si rappresenta autonomamente nei confronti della politica e della società defininendosi come proposta alternativa, nelle pratiche, ai progetti ed agli interessi rappresentati oggi dalle Organizzazioni Professionali riconosciute nel “Tavolo Verde”.
Prime tappe di lavoro sono:
– la partecipazione all’assemblea nazionale di Liberi Agricoltori (entro la fine dell’anno) con la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato e con l’obiettivo di integrare le esperienze
– la convocazione di una assemblea nazionale di Altragricoltura e dei movimenti collegati entro Gennaio 2018 per mettere a fuoco e definire ulteriormente la prima fase di 4 mesi di lavoro per l’avvio del processo.
L’incontro si concluderà con un documento di impegni che definirà una traccia di lavoro e sulla cui base saranno assunti i passi condivisi.
Traccia di lavoro della riunione
Sabato ore 10/19 primo giorno:
– mattina – discussione generale: spunti per il documento politico sul nuovo sindacato. (motivazioni, obiettivi, modalità, percorso)
– pomeriggio: le forme dell’organizzazione, le tappe, le risorse (Sindacato/Rete di pratiche/Movimento come sviluppare la proposta; Rappresentanza Sindacale e Accordo Confederale, La rete territoriale, Gli sportelli, i servizi, i progetti e le nuove forme dell’organizzazione e della partecipazione, …. )
. Gli strumenti della Rappresentanza, il Sindacato (Fabbris)
. I servizi a sportello – Centro Operativo dei Servizi (Katya Madio)
. Soccorso Contadino (Tano Malannino – Tonino Melidoro)
. La Progettazione, il rilancio dell’impresa e della funzione sociale, la Spesa pubblica (Giovanni Samela)
. Formazione, Comunicazione, Rete sociale, Ricerca – l’Associazione per la Sovranità Alimentare (A.S.A. – Gianni Fabbris/Lino Martone/Katya Madio)
. Le risorse (Fabbris/Pace/Malannino)
. La Rete dei Municipi Rurali (Tato Pace)
. Il Movimento Riscatto (Mimmo Viscanti)
Al termine del primo giorno viene deciso il percorso sull’organizzazione e il sindacato
Domenica ore 9/15 secondo giorno – Applichiamo le scelte. Agenta delle iniziative
.Due esempi di lavoro:
la carta del grano e la cerealicoltura (Fabbris, Samela, Viscanti, Pace, Pelullo)
Il marchio etico/ la rete e le iniziative per la commercializzazione (Yvan Sagnet, Orlando Bollettin, Barbara Coscia, Arcangela Cirasella, Fabbris)
.Il laboratorio/Sportello dei progetti (Samela/Fabbris)
.L’associazione del Biologico – AltragricolturaBio (Mazzariol/Tato Pace)
Agenda delle iniziative di movimento
Logistica:
La riunione si tiene a Bernalda presso la sede di Altragricoltura in Via Eugenio Gallitelli 10.
Durante la riunione saranno distribuiti materiali e documenti su cui lavoreremo.
Qui abbiamo una saletta con 25 posti, lavagna luminosa e a fogli mobili per lavorare.
Per dormire:
abbiamo circa dieci posti gratis fra la sede (4 posti) e Policoro (sei posti); chi è ospitato in questo caso si porti da casa le lenzuola per favore.
c’è poi la possibilità di rimanere in un motel a trenta euro per la singola e 50 per la matrimoniale compresa la prima colazione.
Per mangiare:
i due pranzi (sabato e domenica) li faremo sempre in sede con una pausa di un’ora per avere il tempo di lavorare. In questo caso il primo giorno lo faremo socializzando cibo che ognuno si porterà da casa in modo da condividerlo e il secondo giorno prepariamo noi qui un pasto per tutti.
La sera di sabato andiamo a farci una pizza.
Contiamo di essere circa 20/25 persone.
Per ogni esigenza Gianni Fabbris 3466483882 – Katya Madio 3884852362