#FAMEDIDIRITTI – secondo giorno di sciopero della fame
Mario Marzano: per me il futuro è un arcobaleno senza colori
Ricchissima la prima giornata della nuova mobilitazione messa in campo dal Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino che si è avviata il 18 maggio per proseguire ad oltranza fino al raggiungimento degli obiettivi (vedi). ovvero fino a quando le istituzioni non daranno risposte all’altezza dei problemi irrisolti che fin qui non hanno saputo affrontare.
Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento (che condurrà ad oltranza lo sciopero astenendosi da qualsiasi cibo) è stato affiancato nello sciopero della fame da Mario Marzano, allevatore quarantacinquenne di Castel Volturno.
Le storie di tutti coloro che si aggiungeranno allo Sciopero della Fame alternandosi nell’affiancamento a Gianni Fabbris, vengono raccolte nel sito dedicato dove, fra l’altro, viene documentata la ricca agenda di iniziative, la attività quotidiana, la diretta live dalla stanza in cui si svolge lo sciopero e gli strumenti della campagna che lo sostiene, le news e gli aggiornamenti.
Molti sono gli allevatori e i cittadini che si propongono in queste ore di coinvolgersi nella mobilitazione e l’elenco delle persone che si aggiungeranno lo sciopero della fame è sempre più lungo, cosi come sempre più articolata l’agenda della mobilitazione che (oltre ai due “sindacali” rivolti al Governo Nazionale” ed al Presidente De Luca, ha due importanti tappe: organizzare la manifestazione nazionale a Roma per “Salvare le Bufale e l’agroalimentare italiano” e lanciare la campagna internazionale “Do you like Mozzarella? Let’s save the Mediterranean Buffaloes”).
Mario Marzano, ha, testimoniato la sua storia in una bella intervista che radio Iafue manderà in diretta questa sera 19 maggio a partire dalle 18.50 per fare il punto della giornata e per consentire l’avvicendamento con un altro allevatore (la trasmissione alla 18 in diretta streaming sul canale facebook.com/altragricoltura e potrà essere rivista e scaricata dalle pagine altragricoltura.net/famedidiritti).
Mario racconta delle tante speranze con cui insieme al fratello Giovanni ha raccolto il testimone dell’azienda dal padre; speranze infrante quando, circa tre anni fa, ha subito l’abbattimento totale di tutta la stalla di circa 350 animali. Racconta gli anni difficili, racconta di come “i 4 soldi degli indennizzi li ho reinvestiti per realizzare le misure di biosicurezza”. Misure (recinti, stalle moderne, mungitrici a norma, ecc) che vanno terminati ma che sono già costati ben oltre gli indennizzi e che sono state realizzate “dando fondo ai risparmi di famiglia e facendo debiti”. Debiti per cui ora il rischio della chiusura è reale, come lo è per tanti altri suo colleghi e come lo è già stato per le 300 aziende che hanno già chiuso negli anni scorsi per effetto del Piano della Regione Campania.
Tre anni complicati, senza reddito perchè l’azienda è senza animali ma con costi altissimi da sostenere. Con le banche pronte a chiederti i rientri senza concederti dilazioni perché sanno che non hai reddito. “Tre anni di inferno entrando tutte le mattine nella stalla in cui sono nato ed in cui ho cresciuto gli animali con il biberon, senza sentire più i suoni. i rumori e gli odori della loro presenza. Tre anni con l’ansia che cresce e il futuro che sembra un arcobaleno senza colori”. Anni, racconta Marzano, “in cui le istituzioni e la politica hanno fatto solo promesse vuote come sono state finora quelle dell’Assessore Caputo che mi aveva garantito il ripopolamento come promessa personale. Promessa non mantenuta”.
Nella trasmissione delle 19 di oggi (19 maggio), oltre l’intervista completa a Mario Marzano, Iafue PerlaTerra ospiterà, anche, l’avvicendamento di Mario nello sciopero della fame con il suo collega Pasquale D’Agostino, un servizio sulla forte e partecipata iniziativa tenuta ieri sera nella Sala Consiliare del Comune di Casapesenna e le altre iniziative in preparazione con i sindaci del territorio a partire da quella che si terrà lunedi sera 23 maggio nel Comune di San Cipriano d’Aversa.