Giù le mani dalla terra di Angela e Leonardo, la loro vita non si compra. Giù le mani dal nostro diritto al futuro.
Grazie…. grazie a tutti quelli che oggi sono stati con noi per impedire lo sgombero dell’azienda di Leonardo e Angela e che hanno condiviso una bella giornata di mobilitazione, organizzazione e proposta portando a casa un nuovo risultato positivo.
Ho negli occhi la sofferenza di Angela e la commozione di Leonardo mentre parlava del perchè e del come la sua azienda si è trovata nella crisi e so che tutti quelli che erano con me oggi sono stati profondamente colpiti. Erano tutti agricoltori e tutti sapevano che i problemi di Angela e Leonardo sono i problemi di tutti loro: la crisi da indebitamento delle aziende agricole non è figlia della capacità o meno degli agricoltori di fare impresa (che hanno saputo fare da sempre) ma del fallimento del sistema di produzione, distribuzione e consumo degli alimenti ed, in particolare, della tenaglia terribile di aumento pazzesco dei costi e di crollo dei prezzi al campo. Il fallimento nelle campagne di questo capitalismo globalizzato e delle sue bugiarde promesse di modernità.
E’ chiaro che le risposte che servono sono risposte politiche e di sistema: serve una moratoria immediata delle esecuzioni in danno delle aziende agricole per il tempo necessario a rilanciare con una seria e robusta azione la loro funzione produttiva e la loro capacità di creare reddito e ricchezza sociale ed economica e non, come accade oggi, solo debiti. Serve decidere se il nostro Paese e l’Europa devono essere solo un mercato di consumo di prodotti agroalimentari o anche un luogo di produzione del cibo. Serve, dunque, un cambio profondo di passo per uscire da una crisi che sta alimentando e nutrendo con l’impoverimento spaventoso chi vive nelle aree rurali.
Abbiamo condotto questa azione nel mezzo di una crisi drammatica da economia di guerra in cui i più soccombono e qualcuno (esattamente come in economia di guerra) approfitta della situazione. I primi sciacalli sono gli speculatori finanziari e chi tiene in mano il controllo delle filiere commerciali ma è anche chiunque (magari il tuo vicino di podere, pensando di fare un facile affari) si fa spregio di qualsiasi regola etica e cerca di guadagnare dalle tue disgrazie decretando la morte civile, materiale e morale della tua azienda.
Per questo, mentre chiediamo con forza risposte politiche e istituzionali alla crisi generale delle aree rurali siamo impegnati a difendere ogni azienda che possiamo per salvare la storia, i saperi e i sogni degli uomini e delle donne; arginare la desertificazione delle attività umane nelle campagne, di cura del territorio e di gestione produttiva ed attiva con l’azione concreta e diretta per salvare le aziende (qui ed ora) dalla morsa dell’indebitamento senza prospettive significa difendere il territorio, la sua storia, la sua cultura, le sue comunità e, soprattutto, significa poter salvare il nostro diritto al futuro.
Grazie alla nostra azione, anche oggi siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissi. Fra tutti ne indico tre:
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fare avanzare la percezione e la concretezza di un fronte di alleanze fra agricoltori, cittadini e istituzioni contro la crisi e contro le vendite all’asta
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ottenere quel tavolo di composizione e mediazione che chiediamo da oltre un anno ma che fino a ieri sembrava solo un’utopia in nome della falsa morale e che chi compra ha i soldi e dunque ha sempre ragione
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riproporre con forza alla politica ed all’opinione pubblica la gravità di una crisi rurale che per essere risolta ha bisogno di misure straordinarie e non dei pannicelli caldi della burocratica applicazione dei criteri della competitività e dello sviluppismo.
Grazie a tutti che avete condiviso questa bella ed impegnativa giornata rafforzando la dimensione di una comunità in lotta che sa stare in piedi, con dignità e senza alcun cappello in mano.
Grazie soprattutto a Nuccio Labriola, sindaco di Tursi che prima ha detto: “Io e Gianni siamo agli opposti politici e la pensiamo da sempre diversamente ……..” e poi ha accolto la nostra richiesta di convocare quel tavolo di compromesso presso il Comune di Tursi. Con questo gesto ha reso possibile quello che per oltre un anno non è stato possibile, visto il silenzio della controparte, e vale più di ogni ragionamento e divisione politica.
Caro Nuccio siamo dalla stessa parte della barricata, tu come sindaco di un territorio di agricoltori che sta esplodendo e io che quotidianamente, con i tanti con cui condivido le esperienze sindacali e sociali, devo provare a farmi carico delle loro richieste di aiuto.
Io non so se a quel tavolo che da dopodomani si avvierà nel Comune di Tursi avremo di fronte gente con la voglia vera di trovare un compromesso, so che quel tavolo è un punto prezioso di lavoro e noi ci verremo con la determinazione e l’impegno di trovare la via per il rilancio dell’azienda, del lavoro e della vita di Angela e Leonardo ma anche per la speranza di tanti agricoltori in crisi che guardano a noi ed al modo come gestiamo vertenze, proposte e iniziative.
Abbiamo elaborato progetti, piani di investimento e rilancio che saranno utili per quel tavolo se chi si siederà di fronte a noi vorrà trovare una soluzione ma se cosi non sarà saranno utili comunque per rilanciare l’azienda, perchè noi siamo fortemente determinati a rilanciarla.
Leonardo ed Angela dormiranno stanotte con la consapevolezza che non sono soli, che sono più forti e che il progetto di rilancio della loro azienda è una utopia che si sta concretizzando mentre riconquistiamo metro dopo metro il diritto a lavorare quella terra ed allevare quegli animali che per decenni hanno praticato e che nessuna vendita all’asta può comprare.