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Salviamo le Bufale. La petizione al Presidente Mattarella

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Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella

Al Ministro dell’Agricoltura
Stefano Patuanelli

Al Ministro della Salute
Roberto Speranza

Questo modulo ti permette di firmare la petizione solo a titolo personale; se vuoi firmare a nome di un Ente Associazione invia una mail a salviamolebufale@altragricoltura.net. Grazie

Salviamo le bufale

Al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella Al Ministro della Salute on.le Roberto Speranza Al Ministro dell’Agricoltura on.le Stefano Patuanelli

PETIZIONE

Sig, Presidente, Sigg. Ministri il comparto bufalino è al fondamento di una delle più preziose risorse dell’Agroalimentare del Paese: la Mozzarella di Bufala Campana. Il secondo prodotto più conosciuto del Made in Italy, risorsa unica e irripetibile del Patrimonio Nazionale Italiano che può vantare di avere (unico al mondo) il quarto formaggio oltre quello ovino, caprino e bovino. Circostanza che, da sola, motiverebbe attenzione, investimenti e strategie politico/istituzionali straordinarie. Un patrimonio nato in un rapporto originale ed irripetibile con il territorio circoscritto in cui si è determinato e con cui è inestricabilmente legato. Il 60% dell’intera produzione del latte per la mozzarella di Bufala Campana si produce in Provincia di Caserta concentrandosi storicamente in un’area in cui si è determinata quella relazione fra foraggi, acqua, aria, terra, condizioni ambientali, tecniche e tecnologie produttive dell’allevamento e della trasformazione che lo hanno reso unico e vincente e non può in alcun modo trasformarsi in una filiera industriale senza qualità. Questo grande patrimonio di lavoro e saperi attorno al quale sono cresciute intere comunità è oggi in un rischio mortale: quello di perdere la sua anima garantita da un tessuto diffuso di piccoli e medi allevamenti, trasformatori artigianali, reti di distribuzione prima garanzia dei cittadini, della qualità e della territorialità dei prodotti. Un esito che si sta determinando, soprattutto, per l’imposizione di fallimentari strategie per l’eradicazione di alcune malattie infettive come la Brucellosi e la TBC Bufalina. Strategie che, fino al 2014, avevano raggiunto alcuni importanti risultati tanto che la Brucellosi e la TBC erano state ridotte e contenute con risultati quantificabili in frazioni dello zero. Quei piani si fondavano, fra l’altro, sull’uso della vaccinazione degli animali introdotta su base volontaria. A partire dal 2014 i Piani che si sono succeduti hanno, invece, impedito la vaccinazione degli animali e, piuttosto che investire sulla prevenzione, hanno adottato una strategia da “terra bruciata” della malattia imponendo l’unico strumento della macellazione degli animali per l’eradicazione. I risultati del fallimento di questa strategia sono nei numeri ufficiali: centinaia di migliaia di animali macellati inutilmente (solo l’1,4% è risultato realmente positivo alle campionature eseguite post-mortem) mentre aumentano esponenzialmente i focolai di brucella e tbc. Negli ultimi dieci anni hanno chiuso nell’area trecento aziende allevatrici, mentre molte hanno delocalizzato e tante altre sono ferme sopportando costi incredibili senza avere più animali in stalla e reddito per le proprie famiglie. Migliaia di posti di lavoro persi e un Patrimonio genetico irripetibile a rischio di azzeramento. Da alcuni mesi nel territorio casertano i giovani allevatori di terza e quarta generazione, legati alla lunga tradizione allevatoriale familiare ma, anche, dotati di strumenti formativi e culturali avanzati e motivati dall’impegno anti camorra per la giustizia e la democrazia chiedono di cambiare strategia: adottando la prevenzione e il pieno coinvolgimento attivo e responsabile degli allevatori e ripartendo e ponendo al centro lo strumento della vaccinazione degli animali come asse per investire nel futuro e attorno cui fondare le strategie di tutela e conversione ambientale. In una parola chiedono di integrare una efficace strategia dell’eradicazione (fondandola sugli strumenti dello autocontrollo aziendale, della vaccinazione e del ripopolamento) dismettendo quella fallimentare seguita dagli ultimi Piani; si tratta, in definitiva, di coniugare l’eradicazione, con la prevenzione e lo sviluppo del settore e del territorio. Chiedono, anche, coraggio e trasparenza alle Istituzioni: di fronte al fallimento delle strategie messe in campo fin qui non serve che le istituzioni si chiudano a riccio difendendo l’indifendibile ma, anzi, che accompagnino con la trasparenza processi di rinnovamento e innovazione sociale rafforzando la democrazia. Cosa vi chiediamo

  • di riconoscere pienamente lo strumento della vaccinazione dei Bufali come leva attiva utile in coerenza con lo sforzo che il Governo ha messo in campo per malattie umane quali il COVID;
  • di assumere l’orientamento della prevenzione, dell’autocontrollo e della vaccinazione come asse e di una strategia complessiva nazionale cui conformare le strategie territoriali e locali;
  • di concertare una azione fra i due ministeri (Agricoltura e Salute) in modo da confrontare ed integrare le strategie e aprire un confronto permanente con le istanze che stanno operando sul territorio e che vanno coinvolte pienamente per superare la logica dei Piani imposti alle aziende ed alle comunità e avviare un processo di pieno coinvolgimento responsabile, prima garanzia della riuscita di qualsiasi piano;
  • di promuovere (in concerto fra il Governo Nazionale, il Governo Regionale Campano e delle altre tre regioni coinvolte dall’Area DOP) una iniziativa forte per realizzare una Ricerca Scientifica Ampia anche istituendo un Istituto per la Valorizzazione della Bufala Mediterranea che indaghi e studi la fisiologia e le caratteristiche originali della Specie Bufalina in modo da offrire alla conoscenza pubblica elementi utili sulle sue reali interazioni fisiologiche, le possibilità di strategie terapeutiche alternative alla macellazione, le sue interazioni ambientali e con la specie umana;
  • di intervenire urgentemente nella realtà regionale Campana, prendendo atto del fallimento delle strategie messe in atto fin qui, della incapacità che si trascina da almeno due decenni e che non è più in alcun modo giustificabile; l’intervento deve puntare a risolvere i problemi introducendo discontinuità nella gestione dei piani e cambiandone i responsabili anche ricorrendo a strumenti come quelli del Commissariamento e della nomina di Commissari ad Acta per l’applicazione dei Piani contro la Brucellosi e la TBC e per la Sanità Animale.

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Sosteniamo le Bufale - Petizione proposta dal Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino
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PETIZIONE

Sig, Presidente, Sigg. Ministri
il comparto bufalino è al fondamento di una delle più preziose risorse dell’Agroalimentare del Paese: la Mozzarella di Bufala Campana. Il secondo prodotto più conosciuto del Made in Italy, risorsa unica e irripetibile del Patrimonio Nazionale Italiano che può vantare di avere (unico al mondo) il quarto formaggio oltre quello ovino, caprino e bovino. Circostanza che, da sola, motiverebbe attenzione, investimenti e strategie politico/istituzionali straordinarie.
Un patrimonio nato in un rapporto originale ed irripetibile con il territorio circoscritto in cui si è determinato e con cui è inestricabilmente legato. Il 60% dell’intera produzione del latte per la mozzarella di Bufala Campana si produce in Provincia di Caserta concentrandosi storicamente in un’area in cui si è determinata quella relazione fra foraggi, acqua, aria, terra, condizioni ambientali, tecniche e tecnologie produttive dell’allevamento e della trasformazione che lo hanno reso unico e vincente e non può in alcun modo trasformarsi in una filiera industriale senza qualità.
Questo grande patrimonio di lavoro e saperi attorno al quale sono cresciute intere comunità è oggi in un rischio mortale: quello di perdere la sua anima garantita da un tessuto diffuso di piccoli e medi allevamenti, trasformatori artigianali, reti di distribuzione prima garanzia dei cittadini, della qualità e della territorialità dei prodotti.
Un esito che si sta determinando, soprattutto, per l’imposizione di fallimentari strategie per l’eradicazione di alcune malattie infettive come la Brucellosi e la TBC Bufalina.
Strategie che, fino al 2014, avevano raggiunto alcuni importanti risultati tanto che la Brucellosi e la TBC erano state ridotte e contenute con risultati quantificabili in frazioni dello zero. Quei piani si fondavano, fra l’altro, sull’uso della vaccinazione degli animali introdotta su base volontaria.
A partire dal 2014 i Piani che si sono succeduti hanno, invece, impedito la vaccinazione degli animali e, piuttosto che investire sulla prevenzione, hanno adottato una strategia da “terra bruciata” della malattia imponendo l’unico strumento della macellazione degli animali per l’eradicazione.
I risultati del fallimento di questa strategia sono nei numeri ufficiali: centinaia di migliaia di animali macellati inutilmente (solo l’1,4% è risultato realmente positivo alle campionature eseguite post-mortem) mentre aumentano esponenzialmente i focolai di brucella e tbc. Negli ultimi dieci anni hanno chiuso nell’area trecento aziende allevatrici, mentre molte hanno delocalizzato e tante altre sono ferme sopportando costi incredibili senza avere più animali in stalla e reddito per le proprie famiglie. Migliaia di posti di lavoro persi e un Patrimonio genetico irripetibile a rischio di azzeramento.
Da alcuni mesi nel territorio casertano i giovani allevatori di terza e quarta generazione, legati alla lunga tradizione allevatoriale familiare ma, anche, dotati di strumenti formativi e culturali avanzati e motivati dall’impegno anti camorra per la giustizia e la democrazia chiedono di cambiare strategia: adottando la prevenzione e il pieno coinvolgimento attivo e responsabile degli allevatori e ripartendo e ponendo al centro lo strumento della vaccinazione degli animali come asse per investire nel futuro e attorno cui fondare le strategie di tutela e conversione ambientale.
In una parola chiedono di integrare una efficace strategia dell’eradicazione (fondandola sugli strumenti dello autocontrollo aziendale, della vaccinazione e del ripopolamento) dismettendo quella fallimentare seguita dagli ultimi Piani; si tratta, in definitiva, di coniugare l’eradicazione, con la prevenzione e lo sviluppo del settore e del territorio.
Chiedono, anche, coraggio e trasparenza alle Istituzioni: di fronte al fallimento delle strategie messe in campo fin qui non serve che le istituzioni si chiudano a riccio difendendo l’indifendibile ma, anzi, che accompagnino con la trasparenza processi di rinnovamento e innovazione sociale rafforzando la democrazia.
Cosa vi chiediamo

  • di riconoscere pienamente lo strumento della vaccinazione dei Bufali come leva attiva utile in coerenza con lo sforzo che il Governo ha messo in campo per malattie umane quali il COVID;
  • di assumere l’orientamento della prevenzione, dell’autocontrollo e della vaccinazione come asse e di una strategia complessiva nazionale cui conformare le strategie territoriali e locali;
  • di concertare una azione fra i due ministeri (Agricoltura e Salute) in modo da confrontare ed integrare le strategie e aprire un confronto permanente con le istanze che stanno operando sul territorio e che vanno coinvolte pienamente per superare la logica dei Piani imposti alle aziende ed alle comunità e avviare un processo di pieno coinvolgimento responsabile, prima garanzia della riuscita di qualsiasi piano;
  • di promuovere (in concerto fra il Governo Nazionale, il Governo Regionale Campano e delle altre tre regioni coinvolte dall’Area DOP) una iniziativa forte per realizzare una Ricerca Scientifica Ampia anche istituendo un Istituto per la Valorizzazione della Bufala Mediterranea che indaghi e studi la fisiologia e le caratteristiche originali della Specie Bufalina in modo da offrire alla conoscenza pubblica elementi utili sulle sue reali interazioni fisiologiche, le possibilità di strategie terapeutiche alternative alla macellazione, le sue interazioni ambientali e con la specie umana;
  • di intervenire urgentemente nella realtà regionale Campana, prendendo atto del fallimento delle strategie messe in atto fin qui, della incapacità che si trascina da almeno due decenni e che non è più in alcun modo giustificabile; l’intervento deve puntare a risolvere i problemi introducendo discontinuità nella gestione dei piani e cambiandone i responsabili anche ricorrendo a strumenti come quelli del Commissariamento e della nomina di Commissari ad Acta per l’applicazione dei Piani contro la Brucellosi e la TBC e per la Sanità Animale.