Il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino interviene con una sua nota stampa a chiarire la questione della figura del Commissario per risolvere i problemi e del “Commissariamento del Piano fallimentare della Regione Campania”.
Gianni Fabbris a nome del Coordinamento, precisa: “Quello che noi chiediamo è chiaro. Chiediamo da tempo che la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, adotti, ai sensi della norma nazionale sulla Protezione civile una Dichiarazione di Stato di Calamità per risolvere le zoonosi bufaline e Bovine in Campania e nomini un Commissario per risolvere i problemi delle zoonosi riscrivendo un Piano sotto la diretta responsabilità del Governo Nazionale. Chiediamo cioè di fare quello che il Governo Prodi fece nel 2007 dichiarando lo Stato di Calamità per risolvere la Zoonosi. Fu grazie a quell’atto che, fra il 2007 e il 2011, si permise al Centro di Referenza Nazionale sulla Brucellosi di Teramo di operare e la BRC in Provincia di Caserta fu risolta passando dal 17% di prevalenza allo 0,8%. Finita l’emergenza il Piano tornò alla Responsabilità della Regione Campania e fu affidato alla Gestione di una Task Force Regionale sotto la guida del Dott. Limone con il risultato fallimentare sotto gli occhi di tutti: la BRC in Provincia di Caserta ha segnato nel 2022 il picco del 19% di prevalenza facendo arretrare di quindici anni le iniziative medico sanitarie a scapito di un incredibile spreco di risorse pubbliche e degli allevatori che hanno dovuto chiudere le stalle“
“Il Coordinamento” aggiunge Fabbris ” di fronte a questo fallimento e spreco di risorse pubbliche (come ha confermato lo stesso ministero dell’agricoltura al Tavolo del 22 maggio scorso rilevando che solo negli ultimi tre anni sono stati ammazzati 48.000 animali ed è costato 72 milioni di euro da parte del Ministero senza che si la Regione Campania risolvesse i problemi) chiede che il Governo nazionale avochi a se la responsabilità adottando un analogo provvedimento di nomina di un Commissario Governativo sulla base dell’ampio mandato conferito dal Parlamento con l’ODG votato all’unanimità e che indica come uscire dalla crisi”.
Gianni Fabbris sottolinea che: “La nomina fatta dal Presidente della Regione De Luca di un Commissario per l’attuazione del Piano è totalmente fuorviante e non ha alcun effetto nella risoluzione dei problemi che anzi amplifica per quanto il Commissario Cortellessa con la sua struttura si sia adoperato cercando di fare il proprio meglio. Il Piano, lo ricordiamo ancora una volta, non va applicato ma, al contrario, va profondamente cambiato e questo non lo può fare un Commissario incaricato della sua applicazione dal Presidente della Regione Campania. Quel Piano produce danni alle imprese e non eradica le zoonosi perchè, al contrario, persegue l’obiettivo di chiudere le aziende in Provincia di Caserta utilizzando pretestuosamente la lotta alla Brucellosi. Sul contesto della nomina del Generale dei Carabinieri in pensione Luigi Cortellessa, del resto,ci siamo espressi fin dal primo momento sia noi che molta parte del territorio, allorquando il Presidente della Regione Campania ne motivò l’indicazione perché ci sarebbero stati problemi di infiltrazione camorrista fra gli allevatori (il che la dice lunga sull’approccio di una Regione che invece di cercare il consenso rimuovendo i problemi cerca il capro espiatorio accusando gli allevatori di essere camorristi o manipolati anche a costo di imporre soluzioni repressive e in spregio di una comunità impegnata da anni in un lungo percorso di liberazione proprio dalla cultura camorrista). Siamo stati chiari in più di una occasione e abbiamo detto con molta trasparenza allo stesso Generale Cortellessa che la sua nomina era funzionale al Presidente De Luca a frapporre fra la Società che chiedeva il Cambiamento del Piano e la propria responsabilità un terzo dotato di onorabilità che ostacolasse la richiesta di confronto. Da quel momento, infatti, il Presidente De Luca, di fronte a innumerevoli richieste di cambiamento del Piano ha continuato a dire <<parlate con il Generale che ha la mia delega>> e, cosi in molti si sono rivolti al Generale che, da persona onesta quale è, ha fatto quello che poteva per applicare al meglio le norme contraddittorie, pasticciate e fallimentari del Piano salvo doversi arrendere di fronte alla impossibilità di cambiarle.“
Aggiunge Fabbris “oggi scopriamo che un anno di attività della struttura commissariale voluta dal Presidente De Luca è costata ai cittadini Campani 590.000 euro di soldi pubblici computati sul bilancio della ASL. Voci di bilancio il cui uso lo stesso Difensore Civico, al tempo, aveva indicato come illegittime dal momento che i soldi della ASL (che come tutti sanno in Campania non bastano per garantire nemmeno un minimo di standard credibile nei servizi ai cittadini) non possono essere distratti per una azione come quella affidata al Generale Cortellessa. Lo stesso Difensore Civico paventò che il ricorso a quei capitoli di spesa fosse, inoltre, una vera duplicazione dei costi su cui forse varrebbe la pena di indagare e approfondire. 590.000 euro di soldi pubblici spesi per dimostrare che non basta mettere una persona onesta e ligia al dovere come un Generale dei Carabinieri e la squadra di suoi collaboratori, per risolvere i problemi di un Piano che va riscritto da capo per funzionare. Soldi pubblici, del resto, che sono una goccia nel mare delle centinaia di milioni di euro spesi in dieci anni senza che si risolvano i problemi e su cui speriamo che, prima o poi, qualcuno renda conto“.
Il Coordinamento, inoltre, ricorda che in data 16 agosto 2022, dopo aver più volte provato ad interloquire con la Regione, ha inviato al Generale Lugi Cortellessa (insieme al Presidente della Regione Campania, all’Assessore all’Agricoltura della Regione ed al Ministro alla Salute del tempo) una diffida.
In quella Diffida si ricapitolano i motivi di illegittimità della Delibera che il Commissario Cortellessa è chiamato ad applicare, si ricorda che pendevano (e pendono ancora) sia alcune denunce penali, che tre ricorsi amministrativi al TAR e un Esposto alla Corte dei Conti contro la legittimità del Piano.
Si sottolinea e si rende noto al Commissario ed agli altri che assumono responsabilità nella adozione e nella gestione del Piano che in ragione dell’applicazione delle norme previste dal Piano le Aziende del territorio stanno avendo significativi danni patrimoniali. Norme dannose che i sottoscrittori chiedono vengano rimosse anche per evitare che le imprese danneggiate debbano rivalersi nei loro confronti per essere risarciti dei danni economici e patrimoniali che stanno sopportando.
Dall’Agosto 2022 ad oggi sono passati molti mesi e le imprese in quel territorio stanno accumulando e documentando una lunga fila di danni sopportati per effetto dell’applicazione del Piano. La maggior parte degli allevatori ha, in definitiva, attuato le prescrizioni del piano ma non solo i problemi non si sono risolti quanto, piuttosto sono aumentati. Sono decine di migliaia i capi abbattuti in spregio delle regole comunitarie che disciplinano le modalità come vanno individuati e trattati i casi (art. 9 della 689/20) nonostante che abbiamo documentato e notificato con la Diffida la necessità di evitare di procurare ulteriori danni.
“Noi” conclude Fabbris “sappiamo bene che il Commissario Cortellessa, da uomo delle istituzioni quale è, ha provato a fare il proprio dovere e gliene diamo atto ben sapendo che ha facilitato soluzioni tenute irresponsabilmente a marcire e che ha provato a districarsi in una selva di pratiche sbagliate e di rendite di posizione costruite negli anni dovendo fare i conti con le storture di un sistema che non ha mai dovuto rendere conto del proprio operato nel tempo. Non basta. Il sistema non va efficentato, va riformato e va cambiato e questo è compito e responsabilità della politica. Quella, appunto, che sollecitiamo ad intervenire con urgenza, coraggio e trasparenza prima che la situazione degeneri“.
1 commento
Un bel excursus dei veri problemi che hanno oltremodo aggravato una già tragica situazione sanitaria alla cui soluzione servono veri esperti del mondo della bufala, ben diversi da quelli che ad oggi si sono cimentati in campo.