Già nel 2016, Altragricoltura ha attivato il “Progetto Penelope” con l’obiettivo di dare vita ad una Rete per le Fibre Naturali (Re.Fi.Na.) promuovendo la coltivazione e la trasformazione di fibre naturali sia per scopo industriale e artigiano (oggettistica, falegnameria, tessile, edilizia, ecc) che alimentare puntando sulla qualità agroecologica di quelle produzioni e sulla loro forte capacità di promuovere agricoltura rigenerativa e la riqualificazione territoriale e ambientale.
Nato in provincia di Caserta (in particolare a Caivano) dove alcuni agricoltori avevano ripreso la lunga tradizione territoriale di coltivazione della Canapa incontrandosi con tecnici ed esperti di grande competenza e artigiani (sia alimentari che delle costruzioni) della trasformazione, questo primo esperimento fece da “apripista e incubatore” al rapporto fra Altragricoltura e la CNA che sta portando in queste settimane le due Associazioni a sviluppare la proposta dell’Unione degli Agricoltori, dei Pescatori e degli Artigiani, il progetto che riunisce le filiere delle piccole e medie imprese e famigliari contadine, artigiane e del settore ittico e che promuove il cibo artigiano e le produzioni di territorio.
Oggi, Altragricoltura, nel quadro della progetto che in alleanza con la CNA sta sviluppando per promuovere le filiere agroecologiche, riattiva il progetto PENELOPE e, nell’attesa di tenere un incontro/seminario operativo nel mese di ottobre, risponde all’invito della CNA delle Marche partecipando con Gianni Fabbris all’incontro promosso il 31 agosto a Jesi nella manifestazione Pikkanapa per contribuire a rafforzare ed estendere l’Alleanza per la Canapa e scongiurare il rischio che passi l’emendamento all’art. 13 del Decreto Sicurezza proposto dal governo che ne vieterebbe la coltivazione dando un colpo mortale all’intera filiera di cui la parte agroalimentare è al momento quella più redditiva colpendo le imprese nei molti investimenti realizzati, i lavoratori impegnati e l’intero indotto.
Riportiamo il Comunicato stampa con cui la CNA Ancona da conto dell’iniziativa, dei partecipanti (fra l’altro è prevista la presenza di Francesca Petrini, presidente della CNA Agroalimentare) e dei suoi obiettivi.
Comunicato stampa CNA Marche – PIKKANAPA
COSTRUIRE L’ALLENZA PER LA CANAPA
Associazioni di categoria e di settore si incontrano a Jesi, in occasione del Festival Pikkanapa, per salvaguardare il settore della canapa e promuovere la modifica dell’emendamento al DDL Sicurezza.
ANCONA – L’edizione 2024 del Festival Pikkanapa di Jesi vede per la prima volta, come partner sindacale, la CNA Agroalimentare di Ancona. L’associazione di categoria ha deciso di organizzare in questo ambito un incontro sindacale, che si terrà a Palazzo Santoni a Jesi sabato 31 agosto alle ore 18.30, con al centro le novità che verrebbero introdotte dal DDL Sicurezza nell’utilizzo della canapa nel settore alimentare.
Sette associazioni hanno aderito all’incontro con la partecipazione di propri rappresentanti: Gianni Fabbris per Altragricoltura, Mattia Cusani per Canapa Sativa Italia, Roberto Profili per CIA, Antonio Trionfi Honorati per Confagricoltura, Francesca Petrini per CNA Agroalimentare, Rachele Invernizzi per Federcanapa e Matteo Venturini per Liberi Agricoltori. Si tratta quindi di una sorta di “Stati generali” del settore della canapa sativa che si muove per salvaguardare un prodotto che negli anni ha aumentato il suo peso nel settore agroalimentare.
La canapa sativa in Italia sta vivendo una crescita significativa, sia in termini di produzione agricola che di espansione commerciale. Il numero di aziende agricole che coltivano canapa sativa in Italia è in aumento, specialmente dopo la legge del 2016 (Legge 242/2016) che ha regolamentato la coltivazione della canapa industriale. Nel 2018, si contavano oltre 4.000 ettari coltivati a canapa, con un forte incremento rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, la superficie coltivata è soggetta a fluttuazioni a causa di incertezze normative e di mercato.
Il numero di negozi che vendono prodotti a base di canapa è cresciuto rapidamente, specialmente nel contesto del “cannabis light”, ossia canapa con bassi livelli di THC (inferiore allo 0,2%). Questi negozi vendono una varietà di prodotti, tra cui oli, alimenti, cosmetici e tessuti. Si stima che ci siano oltre 1.000 punti vendita specializzati in Italia, con una concentrazione maggiore nelle grandi città.
Le aziende agricole, i negozi specializzati e i produttori di derivati stanno contribuendo a costruire una filiera che potrebbe avere impatti positivi sia sul piano economico che ambientale. Questo trend potrebbe subire una brusca frenata derivante proprio dall’emendamento proposto dal Governo (art. 13 bis), al Disegno di Legge“Sicurezza”, che vieta la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa, cioè la parte più redditizia in termini economici per l’intera filiera agroalimentare (si salverebbe solo la canapa ad uso tessile).