Nono giorno di sciopero della fame: se accade qualcosa agli allevatori le istituzioni saranno responsabili
Il teatrino e le provocazioni della politica ci danno il segno della loro paura
E’ ora di scegliere da che parte stare
Pasquale D’Agostino, allevatore casertano in sciopero della fame presso il bene confiscato al Clan dei Casalesi alla NCO di Casal di Principe e Sebastiano Lombardo, in sciopero della fame presso la Sala Consigliare del Comune di San Teodoro (ME) sono al loro nono giorno di una dura esperienza per cui stanno assumendo solo un cappuccino al mattino astenendosi completamente da assumere il cibo e cominciano ad accusare problemi di salute.
Gianni Fabbris a nome della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio che sta sostenendo la campagna di iniziative per chiedere che il Governo Nazionale dia seguito alle richieste della politica ed agli impegni che i Parlamentari hanno assunto di fronte all’opinione pubblica ed agli allevatori, ha rilasciato una dichiarazione chiara nei contenuti e trasparente: “Se accadrà qualcosa ai nostri fratelli Sebastiano e Pasquale che stanno conducendo una iniziativa estrema per conto di tutti noi, riterremo le Istituzioni responsabili di quanto sarà potuto accadere loro ed ognuno dovrà assumere le sue responsabilità. Se gli allevatori, dopo due anni di denunce documentate e circostanziate, dopo un anno intero di discussioni e confronto, si sono risoluti ad una ennesima azione estrema come quella di mettere a rischio la propria salute non è perché sono pazzi ma perchè non c’è più modo di continuare a perdere tempo con le meline. Il Paese ha capito, i cittadini hanno capito, gli allevatori sanno: serve interrompere il ciclo irresponsabile della gestione dei Piani di eradicazione della Brucellosi e della TBC che, mentre nelle Regioni del Centro Nord hanno risolto da decenni i problemi liberando gli allevatori e i cittadini, nel Sud continuano a pesare come il piombo nelle ali costringendo le aziende a chiudere, i territori a spopolarsi, i cittadini alla insicurezza mentre si spendono centinaia di milioni di capitali pubblici senza raggiungere da decenni gli obiettivi dichiarati“.
Il portavoce degli allevatori, aggiunge: “la politica scelga se vuole incamminarsi sulla via dell’ascolto, della trasparenza e della giustizia assumendo la responsabilità del cambiamento e di interrompere il disastro che sta coinvolgendo i territori rurali e i sistemi di allevamento meridionali o di preferire quella della menzogna e della copertura di interessi lobbistici che sono ingrassati in questi decenni approfittando dei Piani di Eradicazione come continua a dimostrare di voler fare la Giunta Regionale della Campania. Il caso vergognoso delle dichiarazioni provocatorie dell’Assessore Regionale della Campania Nicola Caputo che ieri ha continuato a mettere in scena il teatrino per confondere le acque, si commenterebbe da solo se non suonasse come un’offesa ai sacrifici e all’impegno degli allevatori. L’ineffabile uomo di fiducia del Presidente De Luca, a commento del servizio in diretta andato in onda sulla RAI che ha dato voce alle ragioni della mobilitazione, pretendendo di dare lezioni di democrazia parla di <<disponibilità all’ascolto della Regione>> e invita gli allevatori a <<dialogare e non a fare scioperi della fame inutili>>.”
Il commento di Fabbris: “Inutile è il ruolo di un assessore che ha continuato in questi due anni a promettere senza mantenere ed ha continuato a mistificare. Dire che la Regione Campania è disponibile al dialogo è semplicemente una barzelletta irricevibile da chiunque abbia orecchie per ascoltare. La Regione Campania, e in particolare il Presidente Vincenzo De Luca, è disponibile, sulla questione della BRC e della TBC, ad ascoltare tutti tranne che gli allevatori nascondendosi, di volta in volta, pur di non accettare il confronto che lo costringerebbe a spiegare il perché delle sue gravissime responsabilità, dietro a generali in pensione, a fantomatici sindacati maggiormente rappresentativi o al rischio della camorra”
Conclude Fabbris: “A tutto c’è un limite e il limite della decenza è passato: si porti rispetto nei confronti degli allevatori e si abbia il coraggio di riconoscere il proprio fallimento invece che propagandare fantomatici e inesistenti risultati positivi”.
Il Coordinamento della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio prendendo atto che la Giunta Regionale della Campania continua a muoversi nella linea da sempre seguito di “copertura totale del disastro messo in atto negli anni in danno degli allevatori e del territorio”, non rinuncia a sollecitare le altre Regioni Meridionali al confronto ed all’iniziativa sottoponendo loro l’opportunità di una azione risolutiva per risolvere i problemi dei propri cittadini, degli allevatori e dei territori colpiti da decenni di fallimento dei Piani Regionali, proponendo un approccio di Riforma positiva delle azioni e degli strumenti che potrebbe essere favorito dalla nomina di un Commissario Nazionale sulla BRC e la TBC con il compito di riportare coordinamento, omogeneità, coerenza, trasparenza ed efficacia agli interventi.
Nella giornata di ieri sono state inviate richieste di incontro ai componenti l’Assemblea Regionale Siciliana ed al Presidente della Regione Sicilia, on.le Schifani, sollecitato a mettere in campo la sua autorevolezza per promuovere la soluzione di un problema che in tutto il Sud pesa come un macigno.
Mentre continua la raccolta di firma online alla petizione (http://altragricoltura.net/commissariate) tutto è pronto per l’Assemblea a Casal di Principe del 27 ottobre alle 19.30 alla NCO e mentre si preparano le iniziative con i sindaci in Sicilia per i prossimi giorni, il Coordinamento annuncia che nella prossima settimana le iniziative si estenderanno alla Puglia ed al Molise.
1 commento
Gli allevatori devo pur fare i conti con quanto hanno perduto con la loro divisione e quanto avrebbero realizzato con una monolitica rappresentanza sostenuta da tutte le imprese del settore. Allora se veramente si vogliono risolvere i problemi, pretendiamo che la politica serva il cittadino e non comandi per foraggiare i propri interessi! Diamoci quindi una regolata, sosteniamo la protesta e chiediamo le dimissioni dei responsabili di questo disastro.