Pubblicata la lettera/invito a parlamentari e segreterie politiche per il 28 a Roma
Fabbris interviene sullo psicodramma dell’incontro negato dalla Regione: non siamo noi che tiriamo per la giacchetta
Per problemi tecnici dovuti ad interventi straordinari che devono essere realizzati nella struttura al piano terra, l’incontro del 28 a Roma convocato nella sede della delegazione italiana al Parlamento Europeo in Via IV Novembre 149 è stato spostato al Primo Piano nella Sala delle Bandiere. Intanto si va componendo il quadro delle presenze per l’iniziativa convocata dal Movimento Salviamo le Bufale e dalla Rete dei Municipi Rurali; il Coordinamento Unitario, annunciando che nella giornata di domani 27 luglio pubblicherà il programma definitivo dando conto dei partecipanti, diffonde la lettera/invito inviata alle segreterie delle forze politiche ed ai parlamentari per partecipare all’incontro con gli allevatori in mobilitazione e i sindaci.
Il Documento/invito inviato alle segreterie politiche ed ai parlamentari chiede di dire chiaramente cosa pensano delle proposte del Movimento e degli allevatori assumendo impegni e, in particolare, di esprimersi sulla richiesta di interlocuzione e confronto che da mesi viene “ignorata” sia dalla Regione Campania che dal Ministero della Salute.
A questo proposito Gianni Fabbris ha dichiarato “Sono mesi che chiediamo alla Regione ed al Ministero della Salute di essere ricevuti ma questo non avviene. Lo abbiamo chiesto con atti pubblici e con proposte pubbliche prodotte dopo il vaglio di assemblee partecipate e dopo essere state attentamente confrontate con esperti del massimo livello. Lo abbiamo chiesto e lo chiediamo rivendicando alla nostra azione sindacale la pienezza del diritto garantito dalla Costituzione di esercitare la rappresentanza dei bisogni su base democratica e libera. Non abbiamo mai costretto nessuno a condividere il percorso né, tanto meno, tirato per la giacchetta i sindaci o nessun altro. Siamo gente libera e trasparente ma non siamo stupidi e non vorremmo che, pur di non dare risposte, altri tirino per la giacchetta sia il Presidente De Luca che i Sindaci e gli agllevatori. Il Presidente della Regione, ovviamente, può incontrare chiunque e non solo noi e non abbiamo mai considerato traditori chi cerca di contribuire a trovare soluzioni ragionevoli in modo diverso dal nostro. Tanto meno i sindaci che, però, sono chiamati alla coerenza ed alla efficacia delle proprie azioni davanti alla Comunità che rappresentano. I problemi vanno risolti e, finora, non si sono risolti. I trattori non dovrebbero essere nelle strade ma al lavoro nei campi; se gli allevatori sono costretti a metterli nelle strade è per responsabilità di chi non da loro risposte o le da sbagliate e insufficienti. Certo che ci vorrebbero più tavoli di confronto ma il punto è proprio questo: perchè questo tavolo di confronto è negato? perchè non si è ancora aperto? cosa impedisce o chi impedisce al Presidente della Regione di incontrare gli allevatori liberamente riuniti nel Coordinamento Unitario insieme ai tanti loro alleati? Non noi! Qualcuno si illude di potersi scegliere gli interlocutori più comodi? Magari fra quelli che dicono si a prescindere? Lo ribadiamo: noi non impediamo a nessuno il confronto ma chiediamo il confronto, pretendiamo il rispetto che deve essere dato dalle istituzioni di governo regionale agli allevatori liberamente e trasparentemente riuniti in libera associazione. I sindaci stiano sereni: continueranno ad essere accolti nel movimento a prescindere da come intendono assolvere alla loro funzione istituzionale, sia se (come sta avvenendo in maniera sempre più estesa) saranno con noi nelle manifestazioni e condivideranno l’impegno per sostenere attivamente le proposte del movimento, sia quando questo non avverrà. Ci guida un profondo convincimento democratico e, per questo, consideriamo la lotta sindacale come uno degli indicatori della qualità della democrazia e il modo come le istituzioni si rapportano e confrontano con l’azione sindacale e la sua autonomia come uno degli indicatori della qualità del governo”
Questa la lettera inviata ai parlamentari
2 commenti
Certo che tutto ciò è assurdo abbiamo i sindaci che condividono le ragioni degli allevatori e i governi regionali e dei ministeri competenti che le negano. Insomma uno scontro tra cariche istituzionali che non si può accettare e che andrebbe risolto dalla corte costituzionake. Il problema non viene dal basso per mancato rispetto delle norme sanitarie, ma dall’alto per totale rifiuto a comprendere le criticità che vivono gli abitanti delle aree ove insistono le aziende bufaline. Se i sindaci dei territori competenti condividono le giuste lagnanze dei cittadini le istituzioni pubbliche di grado superiore non possono negare gli incontri per giuste analisi e adeguate soluzioni del caso. Ha ragione Lino Martone, per la soluzione di problemi sanitari urgenti a carattere locale i Sindaci possono e devono prendere decisioni formali. Non si possono continuare ad abbattere bufali se le analisi post mortem risultano negative. In tal caso i sindaci hanno il potere di bloccare gli abbattimenti. La richiesta di soluzione di questo problema andrebbe posta nelle giuste e competenti sedi giudiziarie.
Certo che tutto ciò è assurdo abbiamo i sindaci che condividono le ragioni degli allevatori e i governi regionali e dei ministeri competenti che le negano. Insomma uno scontro tra cariche istituzionali che non si può accettare e che andrebbe risolto giuridicamente. Il problema non viene dal basso per mancato rispetto delle norme sanitarie, ma dall’alto per totale rifiuto a comprendere le criticità che vivono gli abitanti delle aree ove insistono le aziende bufaline. Se i sindaci dei territori competenti condividono le giuste lagnanze dei cittadini le istituzioni pubbliche di grado superiore non possono negare gli incontri per giuste analisi e adeguate soluzioni del caso. Ha ragione Lino Martone, per la soluzione di problemi sanitari urgenti a carattere locale i Sindaci possono e devono prendere decisioni formali. Non si possono continuare ad abbattere bufali se le analisi post mortem risultano negative. In tal caso i sindaci hanno il potere di bloccare gli abbattimenti. La richiesta di soluzione di questo problema andrebbe posta nelle giuste e competenti sedi giudiziarie.